Clarel è un ‘opera poetica di Herman Melville. Certamente è meno conosciuta del capolavoro Moby Dick, ma si può ritrovare in essa la stessa
intensa volontà di conoscere e di cercare nel mondo metafisico.
Questo poema prese spunto da un viaggio compiuto da Melville nel Medio Oriente nel 1857. A quel tempo lo scrittore viveva in uno stato di prostrazione fisica e
psicologica dovuta allo sforzo profuso nel suo impegno letterario. L’anima del racconto si articola su un canovaccio di un’opera di Benjamin Disraeli, il
Tancredi, dove un giovane anglosassone privo di una radice religiosa viaggia in Palestina alla ricerca della fede.
Il libro fu pubblicato in forma privata nel 1876, in una veste di difficile accesso, diciottomila versi in centocinquanta canti, pieni di riferimenti
occulti irti e di controverse illusioni che porteranno l’opera ad essere quasi completamente ignorata
infatti solo nel 1924 apparve in edizione inglese.
D’altra parte anche Moby-Dick che è del 1851 oggi considerato una delle opere fondamentali della letteratura mondiale fu riscoperto solo nel
1921 grazie a una biografia di Raymond Weaver
da Volume II - Cap XI
Benché sovente nel deserto arabico
Il pellegrino, desto primo dell’albeggiare
Inali il tuo profumo, Catai, che sa di muschio
E assapori la primeva gioia di Adamo
Osservando lo sfarzo della notte
Densa di stelle ardenti come sciame d’api;
E riprenda il viaggio, lucido e invigorito-
Benché riparta vispo nel mattino,
Scoprirà in fretta, stanco, di amar poco
I deserti la cui forza stringe in cuore
Tutto il loro abbandono
Elemire Zolla nella presentazione del suo libro Clarel edito sia da Adelphi che da Einaudi dice che “Egli
parla ai nostri attimi di pace, di indifferenza, di sovranità; lascia che
risuonino tutte le voci, e le estreme di preferenza, quelle che negano ogni
senso (mondano) alla vita; permette a ogni germe di crescere e di offrire alla
mente il suo frutto: nulla reprime. È un eroe gnostico”
Quindi il personaggio di Melville, Clarel, è un giovane americano sedotto dalla teologia che affronta un
pellegrinaggio nel quale incontra personaggi di diverse espressioni e simboli che lo porteranno a quel
silenzio, simbolo del colloquio con se stessi
Alla radio , rai 3, venerdì 15 novembre 2013, ore 21.00 è stata data in diretta dalla Radio 3
dalla Sala A di Via Asiago, Roma :
CLAREL Poema e pellegrinaggio in Terra Santa di Herman Melville
nella versione italiana e adattamento di Valter Malosti dalla traduzione integrale di Ruggero Bianchi,
un concerto per voce , oud, chitarre e live electronics interpretato e diretto da Valter Malosti
(suono e live electronics G.u.p. Alcaro,oud e chitarre Lucia D’Errico,musiche originali Carlo doro )
produzione Teatro di Dioniso / I teatri del Sacro
Il libro è tradotto in forma integrale in italiano da Ruggero Bianchi e pubblicato da Einaudi nel 1999
intensa volontà di conoscere e di cercare nel mondo metafisico.
Questo poema prese spunto da un viaggio compiuto da Melville nel Medio Oriente nel 1857. A quel tempo lo scrittore viveva in uno stato di prostrazione fisica e
psicologica dovuta allo sforzo profuso nel suo impegno letterario. L’anima del racconto si articola su un canovaccio di un’opera di Benjamin Disraeli, il
Tancredi, dove un giovane anglosassone privo di una radice religiosa viaggia in Palestina alla ricerca della fede.
Il libro fu pubblicato in forma privata nel 1876, in una veste di difficile accesso, diciottomila versi in centocinquanta canti, pieni di riferimenti
occulti irti e di controverse illusioni che porteranno l’opera ad essere quasi completamente ignorata
infatti solo nel 1924 apparve in edizione inglese.
D’altra parte anche Moby-Dick che è del 1851 oggi considerato una delle opere fondamentali della letteratura mondiale fu riscoperto solo nel
1921 grazie a una biografia di Raymond Weaver
da Volume II - Cap XI
Benché sovente nel deserto arabico
Il pellegrino, desto primo dell’albeggiare
Inali il tuo profumo, Catai, che sa di muschio
E assapori la primeva gioia di Adamo
Osservando lo sfarzo della notte
Densa di stelle ardenti come sciame d’api;
E riprenda il viaggio, lucido e invigorito-
Benché riparta vispo nel mattino,
Scoprirà in fretta, stanco, di amar poco
I deserti la cui forza stringe in cuore
Tutto il loro abbandono
Elemire Zolla nella presentazione del suo libro Clarel edito sia da Adelphi che da Einaudi dice che “Egli
parla ai nostri attimi di pace, di indifferenza, di sovranità; lascia che
risuonino tutte le voci, e le estreme di preferenza, quelle che negano ogni
senso (mondano) alla vita; permette a ogni germe di crescere e di offrire alla
mente il suo frutto: nulla reprime. È un eroe gnostico”
Quindi il personaggio di Melville, Clarel, è un giovane americano sedotto dalla teologia che affronta un
pellegrinaggio nel quale incontra personaggi di diverse espressioni e simboli che lo porteranno a quel
silenzio, simbolo del colloquio con se stessi
Alla radio , rai 3, venerdì 15 novembre 2013, ore 21.00 è stata data in diretta dalla Radio 3
dalla Sala A di Via Asiago, Roma :
CLAREL Poema e pellegrinaggio in Terra Santa di Herman Melville
nella versione italiana e adattamento di Valter Malosti dalla traduzione integrale di Ruggero Bianchi,
un concerto per voce , oud, chitarre e live electronics interpretato e diretto da Valter Malosti
(suono e live electronics G.u.p. Alcaro,oud e chitarre Lucia D’Errico,musiche originali Carlo doro )
produzione Teatro di Dioniso / I teatri del Sacro
Il libro è tradotto in forma integrale in italiano da Ruggero Bianchi e pubblicato da Einaudi nel 1999