Le citazioni di Shakespeare
Pilgrim,pilgrimage,palmer
Al tempo di Shakespeare in Inghilterra la religione vigente era quella protestante, ma la memoria storica di quel popolo non poteva aver cancellato l’importante fenomeno del pellegrinaggio che nei secoli precedenti aveva portato un gran numero di persone a camminare verso i luoghi della devozione cattolica. E non solo si mantenevano i segni di quella strada che oggi abbiamo riscoperto e rivalutato
ma, è rimasta presente nella cultura popolare l’immagine stessa del pellegrino, a volte quasi una icona dell’esperienza religiosa, altre invece nel simbolo della persona sconosciuta, così come la troviamo tramandata nelle opere dei più grandi scrittori.
In mezzo alle storie di passioni e amori e lotte raccontate da Shakespeare infatti, quasi a sorpresa, vediamo spuntare parole come pilgrim, pilgrimage e palmer che sono usate dall'autore in situazioni a volte con il riferimento specifico al pellegrinaggio in altre come simboli o metafore che da quello potevano essere ispirate.
Come pellegrina, Helena, in “ Tutto è bene quel che finisce bene” ( “All’s well that ends well”) vuole intraprendere un pellegrinaggio al santuario di S.Giacomo a Firenze, e, nella scena quinta del terzo atto della stessa opera si parla della ricerca del ‘l’alloggio dei pellegrini’.
Quando invece troviamo nell’ Enrico IV ( Atto I scena 2 ) che uno dei malviventi della banda di Falstaff dice“ Ragazzi miei… vi saranno di passaggio dei pellegrini in
cammino per Canterbury con delle ricche offerte” troviamo citati i rischi e le difficoltà che dovevano affrontare anche a quel tempo coloro che si apprestano ad un pellegrinaggio.
Una bella sorpresa che ci fa tornare alla mente la famosa frase di Riccardo III ” Il mio regno per un cavallo “ è trovare nell’ opera precedente ‘ Riccardo II ’ alla scena 3 del terzo atto, l’altra non meno ricca di fascino “Darò il mio scettro in cambio per il bastone del pellegrino”.
Molte di più poi sono le citazioni che usano la parola ‘pilgrimage’, come pellegrinaggio nella accezione di vita avventurosa o difficile oppure proprio come simbolo della vita
stessa, la vita che l’uomo trascorre sulla terra in forma penitenziale e di purificazione in attesa della vita celeste.
In” Misura per misura” Angelo condanna Claudio a morte e dichiara “Così finisce il suo pellegrinaggio” ( Atto II scena1).
Nel sonetto n. 7 ( riga 8 ) il poeta paragona la vita delle persone al tragitto giornaliero del sole “pellegrinaggio dorato”.
‘That I would all my pilgrimage dilate’ dice Otello nella terza scena del primo atto dell’opera omonima e Salvatore Quasimodo così la traduce: Di farle il racconto completo
della mia vita avventurosa.
Ma una similitudine particolarmente delicata che non possiamo non apprezzare per la sua dolcezza lo scrittore inglese l’ha fa spuntare in Giulietta e Romeo nel magico momento in cui i due ancora ignari l’uno dell’altro si incontrano e si innamorano.
Romeo: Se credete che io profani con la mano più indegna questa sacra reliquia ( peccato degli umili, del resto), le mie labbra rosse come due timidi pellegrini cercheranno di rendere morbido l’aspro contatto con un tenero bacio.
Giulietta: Buon pellegrino, voi fate un grave torto alla vostra mano, che non ha fatto altro che dimostrare un’umile devozione. Anche i santi hanno le mani, e le mani dei
pellegrini le toccano; palma contro palma: infatti è questo il bacio sacro dei palmieri.
Romeo: Ma i santi e i palmieri non hanno labbra?
Giulietta: Si, pellegrino, labbra che servono per la preghiera.
Romeo: Oh, allora, dolce santa, lascia che le tue labbra facciano come le tue mani; esse pregano , tu esaudiscile. ( trad. di Salvatore Quasimodo )
Un ‘altra opera di Shakespeare ci è pervenuta con il titolo “The Passionate Pilgrim”. Si tratta di una piccola raccolta di poesie
dove sono presenti anche altri autori, ed è tutta dedicata al tema dell’amore, alla sua ricerca, alle insidie che nasconde, alle gioie ed ai dolori che può procurare . Quindi una metafora completa…. Un vero pellegrinaggio appassionato.
Fra le altre numerose citazioni scegliamo per concludere quella al rigo 791 de “ Il ratto di Lucrezia (The Rape of Lucrece ) “ dove si dice :”.. il parlare dei pellegrini rende più breve il loro pellegrinaggio… “ e poiché anche noi ne abbiamo parlato speriamo di aver creato almeno un momento di piacevolezza e forse anche un piccolo interesse.
Nina Brown e Lucia Mazzucco
Al tempo di Shakespeare in Inghilterra la religione vigente era quella protestante, ma la memoria storica di quel popolo non poteva aver cancellato l’importante fenomeno del pellegrinaggio che nei secoli precedenti aveva portato un gran numero di persone a camminare verso i luoghi della devozione cattolica. E non solo si mantenevano i segni di quella strada che oggi abbiamo riscoperto e rivalutato
ma, è rimasta presente nella cultura popolare l’immagine stessa del pellegrino, a volte quasi una icona dell’esperienza religiosa, altre invece nel simbolo della persona sconosciuta, così come la troviamo tramandata nelle opere dei più grandi scrittori.
In mezzo alle storie di passioni e amori e lotte raccontate da Shakespeare infatti, quasi a sorpresa, vediamo spuntare parole come pilgrim, pilgrimage e palmer che sono usate dall'autore in situazioni a volte con il riferimento specifico al pellegrinaggio in altre come simboli o metafore che da quello potevano essere ispirate.
Come pellegrina, Helena, in “ Tutto è bene quel che finisce bene” ( “All’s well that ends well”) vuole intraprendere un pellegrinaggio al santuario di S.Giacomo a Firenze, e, nella scena quinta del terzo atto della stessa opera si parla della ricerca del ‘l’alloggio dei pellegrini’.
Quando invece troviamo nell’ Enrico IV ( Atto I scena 2 ) che uno dei malviventi della banda di Falstaff dice“ Ragazzi miei… vi saranno di passaggio dei pellegrini in
cammino per Canterbury con delle ricche offerte” troviamo citati i rischi e le difficoltà che dovevano affrontare anche a quel tempo coloro che si apprestano ad un pellegrinaggio.
Una bella sorpresa che ci fa tornare alla mente la famosa frase di Riccardo III ” Il mio regno per un cavallo “ è trovare nell’ opera precedente ‘ Riccardo II ’ alla scena 3 del terzo atto, l’altra non meno ricca di fascino “Darò il mio scettro in cambio per il bastone del pellegrino”.
Molte di più poi sono le citazioni che usano la parola ‘pilgrimage’, come pellegrinaggio nella accezione di vita avventurosa o difficile oppure proprio come simbolo della vita
stessa, la vita che l’uomo trascorre sulla terra in forma penitenziale e di purificazione in attesa della vita celeste.
In” Misura per misura” Angelo condanna Claudio a morte e dichiara “Così finisce il suo pellegrinaggio” ( Atto II scena1).
Nel sonetto n. 7 ( riga 8 ) il poeta paragona la vita delle persone al tragitto giornaliero del sole “pellegrinaggio dorato”.
‘That I would all my pilgrimage dilate’ dice Otello nella terza scena del primo atto dell’opera omonima e Salvatore Quasimodo così la traduce: Di farle il racconto completo
della mia vita avventurosa.
Ma una similitudine particolarmente delicata che non possiamo non apprezzare per la sua dolcezza lo scrittore inglese l’ha fa spuntare in Giulietta e Romeo nel magico momento in cui i due ancora ignari l’uno dell’altro si incontrano e si innamorano.
Romeo: Se credete che io profani con la mano più indegna questa sacra reliquia ( peccato degli umili, del resto), le mie labbra rosse come due timidi pellegrini cercheranno di rendere morbido l’aspro contatto con un tenero bacio.
Giulietta: Buon pellegrino, voi fate un grave torto alla vostra mano, che non ha fatto altro che dimostrare un’umile devozione. Anche i santi hanno le mani, e le mani dei
pellegrini le toccano; palma contro palma: infatti è questo il bacio sacro dei palmieri.
Romeo: Ma i santi e i palmieri non hanno labbra?
Giulietta: Si, pellegrino, labbra che servono per la preghiera.
Romeo: Oh, allora, dolce santa, lascia che le tue labbra facciano come le tue mani; esse pregano , tu esaudiscile. ( trad. di Salvatore Quasimodo )
Un ‘altra opera di Shakespeare ci è pervenuta con il titolo “The Passionate Pilgrim”. Si tratta di una piccola raccolta di poesie
dove sono presenti anche altri autori, ed è tutta dedicata al tema dell’amore, alla sua ricerca, alle insidie che nasconde, alle gioie ed ai dolori che può procurare . Quindi una metafora completa…. Un vero pellegrinaggio appassionato.
Fra le altre numerose citazioni scegliamo per concludere quella al rigo 791 de “ Il ratto di Lucrezia (The Rape of Lucrece ) “ dove si dice :”.. il parlare dei pellegrini rende più breve il loro pellegrinaggio… “ e poiché anche noi ne abbiamo parlato speriamo di aver creato almeno un momento di piacevolezza e forse anche un piccolo interesse.
Nina Brown e Lucia Mazzucco
The Pilgrim's Progress
Una importante figura di pellegrino si trova nella letteratura inglese in un’opera di John Bunyan. Il titolo dell’opera è :The Pilgrim's Progress from This World to That Which Is to Come.
Il libro è stato tradotto in moltissime le lingue;in italiano si presenta come: Il viaggio del pellegrino da questo mondo a quello venturo.
Alcuni critici attribuiscono a quest’ opera il merito di essere l’anticipatrice del futuro romanzo
inglese, ma la sua vera importanza risiede nel tema trattato, un allegoria che riporta i contenuti del pensiero religioso dei Puritani.Il puritanesimo, nato nell'ambito del protestantesimo calvinista inglese durante il XVI secolo,ebbe vita nel periodo repubblicano di Cromwell,e John Bunyan, che nasce nel 1628 a Elstow, nelBedfordshire, sarà segnato da quel clima di grande rivoluzione politico-religiosa.
Il suo impegno di scrittore, ma soprattutto di predicatore, che non vorrà rinunciare al suo credo anche quando il ritorno degli Stuart porta il restauro della religione cattolica, lo porterà fino in prigione. Ed è in prigione, dove rimase per dodici anni, che prende vita il Pilgrim’s Progress ,un libro che vuol manifestare un impegno religioso purificato, che si vuol distaccare da tutte quelle forme e da quei metodi usati dalla chiesa anglicana che non hanno provenienza e giustificazione dalle sacre scritture.
Il pellegrino che Bunyan presenta è l’uomo corrotto nel momento in cui arriva a sentirsi soffocare dal peso delle sue colpe e decide di intraprendere la strada della purificazione.
Nel titolo si trova anche la dicitura ’Scritto a somiglianza di un sogno’ frase che sottolinea il valore allegorico del contenuto, e altrettanto allegorici e simbolici sono i personaggi che si incontrano nella pellegrinaggio descritto. E’ la strada della purificazione, un cammino attraverso prove che portano alla consapevolezza dei valori morali ed alla comprensione degli inganni che il mondo offre. Questo tema piuttosto diffuso nella letteratura medioevale, trova un grande predecessore nel capolavoro di Dante, la Divina Commedia. Anch’esso presentato …tant’èra pieno di sonno a quel punto (Inferno /canto I / 11) …presenta il pellegrino in quella particolare dimensione che può significare errore , distacco dalla realtà, eccetera. Ma al pellegrino di Bunyan che si chiama Cristiano e al pellegrino di Dante si presentano due diverse strade; il primo affronta in prima persona tutte le prove e le cadute fino al raggiungimento della meta, mentre l’altro è solo un testimone che avrà il compito di far conoscere e raccontare cosa ha visto durante il suo cammino.Il privilegio del cammino dantesco non porta all’autore la possibilità di salvezza bensì rappresenta un beneficio volto all’umanità mentre l’autore, durante la traversata dell’Inferno, manifesta dei sentimenti di commozione ma mai un vero cambiamento del suo protagonista.
Anche la strada che i due pellegrini percorrono rappresenta le divergenze interpretative delle due religioni; la seconda cantica dantesca non può trovare una analogia nell’opera inglese in quanto la riforma protestante aveva denunciato che l’esistenza del purgatorio non trovasse alcun riferimento nelle sacre scritture. Ma l’importanza educativa del racconto è presente anche nel Pilgrin’s Progress, come l’autore scrive alla fine dell’introduzione del secondo volume dell’opera:
Possa portar questo secondo pellegrino
tanto frutto da aiutar tanti pellegrini,
e sia capace a far tornar sui loro passi
quelli che devian dalla retta via.
Questa con tutto il cuore
è la preghiera dell’autore.
Yea may this second pilgrim yield that fruit,
As may with each good pilgrim’s fancy suit,
And may it persuade some that go astray,
To turn their foot and heart to the right way.
is the Hearty Prayer of the Author
JOHN BUNYAN
Il libro viene pubblicato nel 1684, pochi anni prima della morte dell’autore e da allora non è mai uscito fuori stampa, rappresentando un testo classico della letteratura evangelica,secondo solo alla bibbia
Lucia Mazzucco
Il libro è stato tradotto in moltissime le lingue;in italiano si presenta come: Il viaggio del pellegrino da questo mondo a quello venturo.
Alcuni critici attribuiscono a quest’ opera il merito di essere l’anticipatrice del futuro romanzo
inglese, ma la sua vera importanza risiede nel tema trattato, un allegoria che riporta i contenuti del pensiero religioso dei Puritani.Il puritanesimo, nato nell'ambito del protestantesimo calvinista inglese durante il XVI secolo,ebbe vita nel periodo repubblicano di Cromwell,e John Bunyan, che nasce nel 1628 a Elstow, nelBedfordshire, sarà segnato da quel clima di grande rivoluzione politico-religiosa.
Il suo impegno di scrittore, ma soprattutto di predicatore, che non vorrà rinunciare al suo credo anche quando il ritorno degli Stuart porta il restauro della religione cattolica, lo porterà fino in prigione. Ed è in prigione, dove rimase per dodici anni, che prende vita il Pilgrim’s Progress ,un libro che vuol manifestare un impegno religioso purificato, che si vuol distaccare da tutte quelle forme e da quei metodi usati dalla chiesa anglicana che non hanno provenienza e giustificazione dalle sacre scritture.
Il pellegrino che Bunyan presenta è l’uomo corrotto nel momento in cui arriva a sentirsi soffocare dal peso delle sue colpe e decide di intraprendere la strada della purificazione.
Nel titolo si trova anche la dicitura ’Scritto a somiglianza di un sogno’ frase che sottolinea il valore allegorico del contenuto, e altrettanto allegorici e simbolici sono i personaggi che si incontrano nella pellegrinaggio descritto. E’ la strada della purificazione, un cammino attraverso prove che portano alla consapevolezza dei valori morali ed alla comprensione degli inganni che il mondo offre. Questo tema piuttosto diffuso nella letteratura medioevale, trova un grande predecessore nel capolavoro di Dante, la Divina Commedia. Anch’esso presentato …tant’èra pieno di sonno a quel punto (Inferno /canto I / 11) …presenta il pellegrino in quella particolare dimensione che può significare errore , distacco dalla realtà, eccetera. Ma al pellegrino di Bunyan che si chiama Cristiano e al pellegrino di Dante si presentano due diverse strade; il primo affronta in prima persona tutte le prove e le cadute fino al raggiungimento della meta, mentre l’altro è solo un testimone che avrà il compito di far conoscere e raccontare cosa ha visto durante il suo cammino.Il privilegio del cammino dantesco non porta all’autore la possibilità di salvezza bensì rappresenta un beneficio volto all’umanità mentre l’autore, durante la traversata dell’Inferno, manifesta dei sentimenti di commozione ma mai un vero cambiamento del suo protagonista.
Anche la strada che i due pellegrini percorrono rappresenta le divergenze interpretative delle due religioni; la seconda cantica dantesca non può trovare una analogia nell’opera inglese in quanto la riforma protestante aveva denunciato che l’esistenza del purgatorio non trovasse alcun riferimento nelle sacre scritture. Ma l’importanza educativa del racconto è presente anche nel Pilgrin’s Progress, come l’autore scrive alla fine dell’introduzione del secondo volume dell’opera:
Possa portar questo secondo pellegrino
tanto frutto da aiutar tanti pellegrini,
e sia capace a far tornar sui loro passi
quelli che devian dalla retta via.
Questa con tutto il cuore
è la preghiera dell’autore.
Yea may this second pilgrim yield that fruit,
As may with each good pilgrim’s fancy suit,
And may it persuade some that go astray,
To turn their foot and heart to the right way.
is the Hearty Prayer of the Author
JOHN BUNYAN
Il libro viene pubblicato nel 1684, pochi anni prima della morte dell’autore e da allora non è mai uscito fuori stampa, rappresentando un testo classico della letteratura evangelica,secondo solo alla bibbia
Lucia Mazzucco
Conrad Lord Jim
Una nave di pellegrini
………………………………
Sulla nave, verniciata di fresco all’esterno e imbiancata all’interno, e ferma all’ancora lungo un pontile di legno con le caldaie già accese, furono caricati circa ottocento pellegrini.
Sciamarono a bordo da tre passerelle con il fervore della fede e la speranza del paradiso, sciamarono a bordo con un calpestio incessante, con un fruscio dei piedi nudi, senza una parola, senza un mormorio, senza uno sguardo volto all’indietro; e quando ebbero oltrepassato le murate si sparsero in ogni parte del ponte, invasero la prua e la poppa, scesero a frotte dai boccaporti spalancati, riempirono i recessi più interni della nave, come acqua che riempie una cisterna, come acqua che scorre in ogni angolo e fessura, come acqua che sale silenziosa fino all’orlo.
Ottocento uomini e donne pieni di fede e di speranze, di affetti e ricordi, che erano affluiti lì dal nord e dal sud e dalle estreme località dell’Oriente dopo aver percorso i sentieri della giungla, dopo aver disceso i fiumi, costeggiato le secche sui praho , dopo essere passati su canoe da un’isola all’altra, dopo aver sofferto, dopo aver fatto strani incontri, assalita da strane paure, spinti da un solo desiderio. Venivano da capanne solitarie in luoghi sperduti, da popolosi campong, da villaggi sul mare. Al richiamo di un’idea avevano lasciato le loro foreste, le loro radure, la protezione dei loro capi, la loro prosperità, la loro povertà, i luoghi della loro giovinezza e le tombe dei loro padri. Arrivavano coperti di polvere, di sudore, di sudicio e di stracci – uomini forti alla testa di gruppi familiari, vecchi macilenti che avanzavano stancamente senza speranza di ritorno, ragazzi che volgevano attorno curiosi impavidi, fanciulle vergognose dai lunghi capelli arruffati, timide donna imbacuccate che stringevano al seno bambini addormentati avvolti nei lembi degli scialli sudici, pellegrini ignari di un’impegnativa fede
………………………...
………………………………
Sulla nave, verniciata di fresco all’esterno e imbiancata all’interno, e ferma all’ancora lungo un pontile di legno con le caldaie già accese, furono caricati circa ottocento pellegrini.
Sciamarono a bordo da tre passerelle con il fervore della fede e la speranza del paradiso, sciamarono a bordo con un calpestio incessante, con un fruscio dei piedi nudi, senza una parola, senza un mormorio, senza uno sguardo volto all’indietro; e quando ebbero oltrepassato le murate si sparsero in ogni parte del ponte, invasero la prua e la poppa, scesero a frotte dai boccaporti spalancati, riempirono i recessi più interni della nave, come acqua che riempie una cisterna, come acqua che scorre in ogni angolo e fessura, come acqua che sale silenziosa fino all’orlo.
Ottocento uomini e donne pieni di fede e di speranze, di affetti e ricordi, che erano affluiti lì dal nord e dal sud e dalle estreme località dell’Oriente dopo aver percorso i sentieri della giungla, dopo aver disceso i fiumi, costeggiato le secche sui praho , dopo essere passati su canoe da un’isola all’altra, dopo aver sofferto, dopo aver fatto strani incontri, assalita da strane paure, spinti da un solo desiderio. Venivano da capanne solitarie in luoghi sperduti, da popolosi campong, da villaggi sul mare. Al richiamo di un’idea avevano lasciato le loro foreste, le loro radure, la protezione dei loro capi, la loro prosperità, la loro povertà, i luoghi della loro giovinezza e le tombe dei loro padri. Arrivavano coperti di polvere, di sudore, di sudicio e di stracci – uomini forti alla testa di gruppi familiari, vecchi macilenti che avanzavano stancamente senza speranza di ritorno, ragazzi che volgevano attorno curiosi impavidi, fanciulle vergognose dai lunghi capelli arruffati, timide donna imbacuccate che stringevano al seno bambini addormentati avvolti nei lembi degli scialli sudici, pellegrini ignari di un’impegnativa fede
………………………...
C. Dickens
Le avventure di Pickwick
- Ah!bel sito,- disse lo sconosciuto- gloriosa costruzione - muta torve -
archi traballanti - angoletti oscuri - scale che si sbriciolano -
vecchia cattedrale anche - odore di terra -
piedi dei pellegrini consumarono i vecchi gradini -
porticine sassoni- confessionali come botteghini di teatro -
strani tipi quei monaci - Papi e grandi tesorieri, vecchi di tutti i generi,
con grosse facce rosse, e nasi rotti, che arrivano tutti i giorni -
buffi giubboni anche - micce - sarcofago - bel sito - antiche leggende -
storie strane: ottime; - e lo sconosciuto continuò a parlare ...
Le avventure di Pickwick
- Ah!bel sito,- disse lo sconosciuto- gloriosa costruzione - muta torve -
archi traballanti - angoletti oscuri - scale che si sbriciolano -
vecchia cattedrale anche - odore di terra -
piedi dei pellegrini consumarono i vecchi gradini -
porticine sassoni- confessionali come botteghini di teatro -
strani tipi quei monaci - Papi e grandi tesorieri, vecchi di tutti i generi,
con grosse facce rosse, e nasi rotti, che arrivano tutti i giorni -
buffi giubboni anche - micce - sarcofago - bel sito - antiche leggende -
storie strane: ottime; - e lo sconosciuto continuò a parlare ...