Il pellegrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo
Il pellegrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo per opra di M. Cristoforo Armeno dalla Persiana all’Italiana lingua trasportato pubblicato aVenezia nel 1557 dall’editore Michele Tramezzino
Questa è la loro storia
Nel paese orientale di Serendippo, il grande re Giaffer aveva tre figliuoli maschi che aveva fatto educare dai più grandi saggi del tempo. Erano coltissimi ma privi di esperienza e il re volle che andassero a provare la vita, a vedere il mondo ed a cimentarsi con le cose che sarebbero loro capitate nel cammino.
Durante il viaggio i tre fanno diverse scoperte, grazie al caso e alla loro sagacia.
Giunti nel Paese di Bahrām, i principi si imbattono in un cammelliere, disperato perché ha perduto il proprio animale. I tre non pur non avendolo visto, dicono al poveretto di averlo incontrato nel cammino. Dicono che il cammello che avevano visto era cieco da un occhio, che gli mancava uno dente in bocca, ed inoltre che era zoppo. Il buon uomo allora corre a cercarlo ma non lo trova.
Il giorno seguente il cammelliere incontra di nuovo i tre giovani e li accusa di averlo ingannato. I giovani insistono e aggiungono che il cammello aveva una soma carica da un lato di miele e dall'altro di burro, che portava una donna e questa donna era incinta.
Di fronte a questi altri particolari, il cammelliere è certo che i tre abbiano incontrato il suo animale e poiché l’animale non si trovava più li accusa di averlo rubato .
Così i giovani vengono imprigionati nelle segrete dell'imperatore Bahrām e per quanto affermassero di aver inventato tutto per burlarsi del cammelliere, non sono creduti e vengono condannati a morte perché ladri. Fortunatamente un altro cammelliere trova il cammello e lo riconosce e lo conduce al suo propietario. Riconosciuti innocenti i tre vengono liberati ma devono giustificare le loro descrizioni dato che sostenevano di non aver mai visto l'animale.
I tre rivelano che ciascun particolare del cammello è stato valutato, per la loro osservazione e successiva valutazione.
Che il cammello fosse cieco da un occhio lo avevano rilevato dal fatto che, pur essendo l'erba migliore da un lato della strada, era stata brucata quella del lato opposto, quello che poteva essere visto dall’unico occhio buono dell’animale. Che fosse privo di un dente lo dimostrava l'erba mal tagliata che si poteva osservare lungo la via. Che fosse zoppo lo dimostravano le impronte sulla sabbia. Lungo la strada poi avevano notato che da un lato si accalcavano le formiche attirate dal profumo del burro e dall'altro le mosche, amanti del miele. L’odore dell’urina ad un punto della strada aveva turbato uno dei principi e segnalato quindi la presenza di una donna la quale doveva essere gravida, perché poco innanzi alle orme dei piedi c'erano quelle delle mani, usate dalla donna per rialzarsi con la fatica del suo fardello.
Le spiegazioni dei tre principi stupiscono a tal punto Bahrām che decide di fare dei tre dei tre giovani sconosciuti i propri consiglieri.
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Questa è la loro storia
Nel paese orientale di Serendippo, il grande re Giaffer aveva tre figliuoli maschi che aveva fatto educare dai più grandi saggi del tempo. Erano coltissimi ma privi di esperienza e il re volle che andassero a provare la vita, a vedere il mondo ed a cimentarsi con le cose che sarebbero loro capitate nel cammino.
Durante il viaggio i tre fanno diverse scoperte, grazie al caso e alla loro sagacia.
Giunti nel Paese di Bahrām, i principi si imbattono in un cammelliere, disperato perché ha perduto il proprio animale. I tre non pur non avendolo visto, dicono al poveretto di averlo incontrato nel cammino. Dicono che il cammello che avevano visto era cieco da un occhio, che gli mancava uno dente in bocca, ed inoltre che era zoppo. Il buon uomo allora corre a cercarlo ma non lo trova.
Il giorno seguente il cammelliere incontra di nuovo i tre giovani e li accusa di averlo ingannato. I giovani insistono e aggiungono che il cammello aveva una soma carica da un lato di miele e dall'altro di burro, che portava una donna e questa donna era incinta.
Di fronte a questi altri particolari, il cammelliere è certo che i tre abbiano incontrato il suo animale e poiché l’animale non si trovava più li accusa di averlo rubato .
Così i giovani vengono imprigionati nelle segrete dell'imperatore Bahrām e per quanto affermassero di aver inventato tutto per burlarsi del cammelliere, non sono creduti e vengono condannati a morte perché ladri. Fortunatamente un altro cammelliere trova il cammello e lo riconosce e lo conduce al suo propietario. Riconosciuti innocenti i tre vengono liberati ma devono giustificare le loro descrizioni dato che sostenevano di non aver mai visto l'animale.
I tre rivelano che ciascun particolare del cammello è stato valutato, per la loro osservazione e successiva valutazione.
Che il cammello fosse cieco da un occhio lo avevano rilevato dal fatto che, pur essendo l'erba migliore da un lato della strada, era stata brucata quella del lato opposto, quello che poteva essere visto dall’unico occhio buono dell’animale. Che fosse privo di un dente lo dimostrava l'erba mal tagliata che si poteva osservare lungo la via. Che fosse zoppo lo dimostravano le impronte sulla sabbia. Lungo la strada poi avevano notato che da un lato si accalcavano le formiche attirate dal profumo del burro e dall'altro le mosche, amanti del miele. L’odore dell’urina ad un punto della strada aveva turbato uno dei principi e segnalato quindi la presenza di una donna la quale doveva essere gravida, perché poco innanzi alle orme dei piedi c'erano quelle delle mani, usate dalla donna per rialzarsi con la fatica del suo fardello.
Le spiegazioni dei tre principi stupiscono a tal punto Bahrām che decide di fare dei tre dei tre giovani sconosciuti i propri consiglieri.
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