“Bill Viola e la cura contro il caos.”
In origine era il caos, oggi è la città e la conseguente alienazione umana, all'interno delle metropoli.
L'uomo emerge dal caos, in questo caso il contesto urbano, attraverso il luogo sacro e il linguaggio artistico contemporaneo, due mondi paralleli e in opposizione da tempo, che hanno trovato una nuova congiunzione all'interno di una forma di comunicazione, la videoarte.
Recentemente, la videoarte, ha riunito spirito e intelletto, due concezioni, a volte in antitesi, di esplorare e interpretare la vita; come possiamo notare dalle sempre più fiorenti iniziative, è stato inaugurato un terreno comune, le chiese hanno ospitato opere di artisti come Dan Flavin, Mark Wallinger e Bill Viola.
L'opera di Viola, "Study for the path", esposta in una delle cappelle della chiesa di San Marco a Milano, riflette sul pellegrinaggio; è composta da tre schermi che richiamano il trittico e l'arte medievale (periodo in cui arte e religione erano strettamente legate), dove viene mostrato in loop, un continuo flusso di persone di tutte le età e etnie, mentre percorrono un paesaggio naturale.
Nel video non vediamo mai la meta, da spettatore ci si chiede quale sia, abituati come siamo ad uscire di casa con una destinazione stabilita: la sede di lavoro, un appuntamento, la spesa; ma gradualmente si viene trasportati all'interno di una metafora sull'intera esistenza, in cui ciò che è importante, è il percorso e non l'arrivo. Siamo spettatori di un viaggio e rimaniamo affascinati dall'andamento della camminata, conferito dall'utilizzo, nelle immagini, del rallenty, in una sensazione di pace e tranquillità atemporale.
Concettualmente, se intendessimo il pellegrinaggio come una scelta di dissociarsi dal quotidiano e andare verso un luogo sacro/culturale i visitatori stessi diventerebbero pellegrini, attraversando il caos della città e lasciandosi coinvolgere da questa installazione.
Monia Donati
In origine era il caos, oggi è la città e la conseguente alienazione umana, all'interno delle metropoli.
L'uomo emerge dal caos, in questo caso il contesto urbano, attraverso il luogo sacro e il linguaggio artistico contemporaneo, due mondi paralleli e in opposizione da tempo, che hanno trovato una nuova congiunzione all'interno di una forma di comunicazione, la videoarte.
Recentemente, la videoarte, ha riunito spirito e intelletto, due concezioni, a volte in antitesi, di esplorare e interpretare la vita; come possiamo notare dalle sempre più fiorenti iniziative, è stato inaugurato un terreno comune, le chiese hanno ospitato opere di artisti come Dan Flavin, Mark Wallinger e Bill Viola.
L'opera di Viola, "Study for the path", esposta in una delle cappelle della chiesa di San Marco a Milano, riflette sul pellegrinaggio; è composta da tre schermi che richiamano il trittico e l'arte medievale (periodo in cui arte e religione erano strettamente legate), dove viene mostrato in loop, un continuo flusso di persone di tutte le età e etnie, mentre percorrono un paesaggio naturale.
Nel video non vediamo mai la meta, da spettatore ci si chiede quale sia, abituati come siamo ad uscire di casa con una destinazione stabilita: la sede di lavoro, un appuntamento, la spesa; ma gradualmente si viene trasportati all'interno di una metafora sull'intera esistenza, in cui ciò che è importante, è il percorso e non l'arrivo. Siamo spettatori di un viaggio e rimaniamo affascinati dall'andamento della camminata, conferito dall'utilizzo, nelle immagini, del rallenty, in una sensazione di pace e tranquillità atemporale.
Concettualmente, se intendessimo il pellegrinaggio come una scelta di dissociarsi dal quotidiano e andare verso un luogo sacro/culturale i visitatori stessi diventerebbero pellegrini, attraversando il caos della città e lasciandosi coinvolgere da questa installazione.
Monia Donati