Santa Lucia
Lucia da Siracusa
Una giovane siracusana parte un giorno in pellegrinaggio per chiedere aiuto a Sant’Agata, illustre vergine e martire catanese, per la sua mamma ammalata.Madre e figlia si mettono in cammino, insieme ad altri concittadini cristiani, lungo i sessanta chilometri che separano Siracusa da Catania,dove giungono il 5 febbraio 301, giorno della festa della Santa.
Tornate a casa la madre guarisce e la ragazza rafforza il suo impegno religioso decidendo di dedicare la sua vita alla spiritualità. Ma vive nel tempo dell’Imperatore Diocleziano e quando rifiuta di unirsi in matrimonio con l’uomo al quale era stata promessa, spiegando la sua scelta di vita casta, sull’esempio delle prime vergini cristiane, viene arrestata, processata e destinata ad essere bruciata sul rogo. Sul suo corpo furono versati olio e pece, ma le fiamme lasciarono Lucia illesa. Fu quindi condannata alla decapitazione, morte riservata ai condannati di nobile stirpe e uccisa il 13 Dicembre del 304.
E’ questa la storia essenziale di Lucia, quella santa che la tradizione popolare riconosce nella protettrice della vista, degli ottici, degli oculisti, degli elettricisti e delle ricamatrici. Sono diffuse infatti immagini
che la rappresentano con gli occhi in mano, quale fosse stato quello l’episodio del suo martirio. Ma è più facile pensare che il riferimento alla luce derivi dal nome stesso. Nelle Sacre Scritture inoltre i cristiani sono più volte chiamati «figli della luce», per cui non è azzardato pensare che i genitori della nostra santa, nello sceglierle il nome, si siano ispirati ad alcuni brani della Bibbia.
Dante Alighieri, suo grande devoto, nella Divina Commedia la presenta, come simbolo della grazia illuminante, in un ruolo appena secondo rispetto alla Madonna e in Lucia trova la sua guida nel viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso:
Or ha bisogno il tuo fedele
Di te, e io te lo raccomando.
Lucia, nimica di ciascun crudele,
si mosse, e venne al loco dov’i’ era..
(Secondo Canto dell’Inferno)
La sua storia è cominciata con un pellegrinaggio e pellegrina sembra sia stata anche la sua salma che ha cambiato diversi luoghi: dapprima Lucia ebbe sepoltura nel posto stesso dove subì il martirio. Poi, nel 313, fu edificato un santuario, per accogliere il flusso continuo di pellegrini che giungevano per venerarne le reliquie. Nel 1039 il suo corpo fu portato dal generale bizantino Giorgio Maniace a Costantinopoli, per farne omaggio all'imperatrice Teodora. Con la caduta di Costantinopoli ad opera dei Crociati, nel 1204, il Doge Enrico Dandolo fece traslare il corpo della Santa a Venezia, dove si trova tuttora. Lì le sue spoglie furono collocate nella chiesa di S. Giorgio Maggiore e il flusso dei pellegrinaggi, nel giorno della sua festa (13 dicembre), assumeva proporzioni impressionanti, con grande andirivieni di imbarcazioni. Il 13 dicembre 1279 però accaddero tragici fatti. Alcuni pellegrini morirono annegati, in seguito al capovolgimento di alcune barche per un fortunale. Fu deciso, ai fini di evitare simili dolorosi incidenti, che il corpo di Lucia fosse portato in città, nella chiesa di S. Maria Annunziata o della Nunciata, nell’estremo sestiere di Cannaregio. Nel 1313 fu consacrata una nuova chiesa dedicata a Lucia, nella quale le sue reliquie trovarono definitivo riposo.
In onore di Santa Lucia, poi si è tenuto, il 13 dicembre del 2000,il primo pellegrinaggio virtuale, svoltosi in Internet ed organizzato in un sito nel quale i visitatori potevano trovare tutto ciò che i cultori della tradizione e gli amanti dei racconti hanno scritto sulla Santa, dai libri per adulti a quelli per bambini, visto che in molti paesi del Nord e del Sud del mondo la festa di Santa Lucia si sostituisce (o si aggiunge) a quella di Babbo Natale. I pellegrini virtuali potevano anche visitare le reliquie di Lucia e vedere i dipinti che la ritraggono – tra cui quello famoso del Caravaggio, eseguito durante il soggiorno del pittore a Siracusa,
nel 1608 – e leggere le poesie a lei dedicate – tra cui i versi di Dante – e le letterine che le scrivono i bambini da tutte le porti del Mondo.
Donata Cioni
Una giovane siracusana parte un giorno in pellegrinaggio per chiedere aiuto a Sant’Agata, illustre vergine e martire catanese, per la sua mamma ammalata.Madre e figlia si mettono in cammino, insieme ad altri concittadini cristiani, lungo i sessanta chilometri che separano Siracusa da Catania,dove giungono il 5 febbraio 301, giorno della festa della Santa.
Tornate a casa la madre guarisce e la ragazza rafforza il suo impegno religioso decidendo di dedicare la sua vita alla spiritualità. Ma vive nel tempo dell’Imperatore Diocleziano e quando rifiuta di unirsi in matrimonio con l’uomo al quale era stata promessa, spiegando la sua scelta di vita casta, sull’esempio delle prime vergini cristiane, viene arrestata, processata e destinata ad essere bruciata sul rogo. Sul suo corpo furono versati olio e pece, ma le fiamme lasciarono Lucia illesa. Fu quindi condannata alla decapitazione, morte riservata ai condannati di nobile stirpe e uccisa il 13 Dicembre del 304.
E’ questa la storia essenziale di Lucia, quella santa che la tradizione popolare riconosce nella protettrice della vista, degli ottici, degli oculisti, degli elettricisti e delle ricamatrici. Sono diffuse infatti immagini
che la rappresentano con gli occhi in mano, quale fosse stato quello l’episodio del suo martirio. Ma è più facile pensare che il riferimento alla luce derivi dal nome stesso. Nelle Sacre Scritture inoltre i cristiani sono più volte chiamati «figli della luce», per cui non è azzardato pensare che i genitori della nostra santa, nello sceglierle il nome, si siano ispirati ad alcuni brani della Bibbia.
Dante Alighieri, suo grande devoto, nella Divina Commedia la presenta, come simbolo della grazia illuminante, in un ruolo appena secondo rispetto alla Madonna e in Lucia trova la sua guida nel viaggio attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso:
Or ha bisogno il tuo fedele
Di te, e io te lo raccomando.
Lucia, nimica di ciascun crudele,
si mosse, e venne al loco dov’i’ era..
(Secondo Canto dell’Inferno)
La sua storia è cominciata con un pellegrinaggio e pellegrina sembra sia stata anche la sua salma che ha cambiato diversi luoghi: dapprima Lucia ebbe sepoltura nel posto stesso dove subì il martirio. Poi, nel 313, fu edificato un santuario, per accogliere il flusso continuo di pellegrini che giungevano per venerarne le reliquie. Nel 1039 il suo corpo fu portato dal generale bizantino Giorgio Maniace a Costantinopoli, per farne omaggio all'imperatrice Teodora. Con la caduta di Costantinopoli ad opera dei Crociati, nel 1204, il Doge Enrico Dandolo fece traslare il corpo della Santa a Venezia, dove si trova tuttora. Lì le sue spoglie furono collocate nella chiesa di S. Giorgio Maggiore e il flusso dei pellegrinaggi, nel giorno della sua festa (13 dicembre), assumeva proporzioni impressionanti, con grande andirivieni di imbarcazioni. Il 13 dicembre 1279 però accaddero tragici fatti. Alcuni pellegrini morirono annegati, in seguito al capovolgimento di alcune barche per un fortunale. Fu deciso, ai fini di evitare simili dolorosi incidenti, che il corpo di Lucia fosse portato in città, nella chiesa di S. Maria Annunziata o della Nunciata, nell’estremo sestiere di Cannaregio. Nel 1313 fu consacrata una nuova chiesa dedicata a Lucia, nella quale le sue reliquie trovarono definitivo riposo.
In onore di Santa Lucia, poi si è tenuto, il 13 dicembre del 2000,il primo pellegrinaggio virtuale, svoltosi in Internet ed organizzato in un sito nel quale i visitatori potevano trovare tutto ciò che i cultori della tradizione e gli amanti dei racconti hanno scritto sulla Santa, dai libri per adulti a quelli per bambini, visto che in molti paesi del Nord e del Sud del mondo la festa di Santa Lucia si sostituisce (o si aggiunge) a quella di Babbo Natale. I pellegrini virtuali potevano anche visitare le reliquie di Lucia e vedere i dipinti che la ritraggono – tra cui quello famoso del Caravaggio, eseguito durante il soggiorno del pittore a Siracusa,
nel 1608 – e leggere le poesie a lei dedicate – tra cui i versi di Dante – e le letterine che le scrivono i bambini da tutte le porti del Mondo.
Donata Cioni