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Al sasso di Michelangelo

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Ha scelto il Casentino il  nostro grande scultore Michelangelo Buonarroti nell’affrescare uno dei momenti più  significativi rappresentati nei grandi affreschi della Cappella  Sistina.
Una roccia, presso la podesteria del paese Chiusi della Verna, ha lo stesso profilo e lo stesso  sfondo del dipinto che  nell’affresco rappresenta la nascita del primo uomo.
L’artista nel raccontare i grandi simboli volle anche onorare il  luogo dove lui nacque
.
 

 

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Uno dei dipinti di  Michelangelo più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo è  La sacra Famiglia detto anche ‘Tondo Doni ’.
L’opera commissionata dalla famiglia Doni fu eseguita  nel 1506, periodo felice di Michelangelo  che aveva già scolpito sia la Pietà, situata a San Pietro,  che  il David per la Piazza della Signoria di Firenze. Importante documento  di pittura, prima dei grandi affreschi della Cappella Sistina, è stato studiato  e raccontato nei suoi tre livelli di lettura da molti studiosi. Senza voler  ignorare la bellezza della rappresentazione, noi desideriamo indicare un  elemento che si trova  nel profondo dello sfondo: l’inconfondibile profilo del sacro Monte della  Verna.
Questa citazione  in un’opera che vuol rappresentare con i suoi simboli grandi messaggi, può  significare un particolare affetto dell’artista verso quel luogo; e infatti quello è il luogo sotto la cui ombra nacque quel lunedì 6 marzo  nell’anno 1475 il grande  Michelangelo. (per il calendario  fiorentino era il 1474  )
La nascita di un genio è un evento, ma quello fu anche un evento  anche per le particolari condizioni in cui avvenne. 
Il padre, Lodovico Buonarroti, era a quel tempo podestà dei due castelli situati uno a Chiusi nel Casentino e l’altro poco distante, ma facente parte non più del Casentino ma della Valle Tiberina, a  Caprese.  La moglie di Lodovico era rimasta a Firenze per avere maggior cura del suo stato di gravidanza; ma proprio quando il suo tempo di gestazione era entrato nell’ottavo mese, il marito andò a prenderla per portarla via dalla città. Circolavano voci del pericolo della peste e molti si allontanavano dai centri più popolati e sceglievano anche, per un’altra forma di protezione, di dirigersi verso i monasteri.
Francesca, la madre del futuro genio della pietra scolpita,  nonostante il suo stato, affrontò questo viaggio di due giorni a cavallo per raggiungere il castello presieduto dal marito. Per i Buonarroti quel viaggio a cavallo non fu facile.  Partiti da Firenze, dopo il breve  tratto in pianura fino a Pontassieve, dovettero salire a mille metri per attraversare l’Appennino  e quindi riscendere nella valle del Casentino, salire poi nuovamente a Chiusi in  Casentino (oggi Chiusi della Verna) a 900  metridi altitudine. Nelle località di pianura e nei pressi  dei casolari esistevano tratti di strade per il transito di carri e mezzi  agricoli a trazione animale, ma la maggior parte del percorso era costituito da  sentieri impervi con ripide salite e difficoltose discese. Inoltre, considerato  che il viaggio avvenne in marzo, il terreno doveva essere bagnato, scivoloso e molto probabilmente a tratti con neve e ghiaccio. Data la stagione, i torrenti e  fiumi erano gonfi d’acqua che costrinse i due viaggiatori a lunghe deviazioni  per attraversarli, data la scarsità di ponti.  Certamente un percorso molto difficile e rischioso per una donna
vicina al parto. Il probabile percorso secondo la ricostruzione di Andrea Manetti descritto nel  libro “Michelangelo  nasce in Casentino” ed. Polistanpa 2006-  è :
da Firenze si percorre la riva destra dell’Arno per Rovezzano, Girone, Compiobbi, Sieci, fino  a Pontassieve, qui si attraversa il fiume Sieve, e quindi si sale a Diacceto da dove le strade possibili erano due: una per Tosi, Pian di Melosa,  valica l’Appennino a Vallombrosa, scende a Montemignaio, poi Strada fino a Campaldino e qui si attraversa il  fiume Arno, appena nato. L’altro percorso da Diacceto prosegue per Borselli, Castelnuovo,  valica l’Appennino alla sinistra della Consuma, scende poi a Gualdo,  Pratovecchio e a Campaldino si ricongiunge con il percorso numero uno.  Da qui la via è in comune, e prosegue per Poppi, Bibbiena,  Campi. Qui si attraversa il  torrente Corsalone e si prosegue fino a Campogiglioso, da dove si diramano due sentieri: uno a sinistra che porta a Tramoggiano e prosegue verso la Verna e Chiusi; l’altro, a  diritto, passa dal paese di Vezzano e prosegue fino a Chiusi, al Castello del Conte Orlando Cattani e alla Podesteria, residenza del podestà.
 
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Ma, quasi in prossimità della meta, nei pressi di  Tramoggiano o Vezzano, secondo i  racconti tramandati dal popolo avvenne un incidente. Francesca cadde da cavallo.  La  caduta non fu drammatica perché 
' fu strascicata per un pezzo, e non si sconciò ' ( Gori I746 ) 
ma certamente accelerò il parto che gli storici precisano sia stato alle ore due di  notte del  giorno 6  marzo.
Giorgio  Vasari allievo, amico e contemporaneo, per quanto più giovane, di Michelangelo  nel suo capolavoro ‘Le Vite ’ così racconta :
 
nacque dunque un figliolo sottoe
  dunque un figliolo sotto fatale e felice stella nel Casentino
…… vicino al sasso della Vernia…. il nome di 
Michelangelo.

 La  voce del tempo  quindi ci racconta la nascita di Michelangelo che avvenne in Casentino vicino al  sacro monte della Verna. Lo scrittore ci vuole poi raccontare che già al momento  della nascita il padre ebbe la grande intuizione sul mirabile futuro del figlio,  citando la scelta di un nome così importante:
 
perché non pensando più oltre, spirato da un che di sopra volse inferire costui essere cosa celeste e divina 
 

 Valutando come era il luogo a quel tempo, si può supporre che la scelta di tale nome possa essere stata ispirata dal nome della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo che si trovava nelle  vicinanze dell’accaduto: un  ringraziamento per il pericolo scampato.  La chiesa tuttora  esistente nella piazzetta San  Michele di Chiusi ha avuto molti rifacimenti dalla sua primaria struttura che risale al 1338, quando fu edificata per volere della Contessa Giovanna, moglie del Conte Angelo Tarlato Tarlati. La piazzetta oggi raccoglie in un nucleo prezioso la chiesa, la  podesteria  e i resti del castello del  Conte  Orlando Cattani,  colui  che nel 1213 donò a San Francesco una parte della sua contea con il monte della  Verna.
 
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Il  paese di Vezzano si trova poco prima  ed era un avamposto del Castello di  Chiusi al tempo dotato di un fonte battesimale. I genitori Buonarroti, persone devote e osservanti,  di  fronte ad una nascita prematura e in condizioni così precarie avranno  voluto proteggere il neonato  chiedendo che fosse battezzato subito.  Una  lapide ne ricorda l’evento 
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Un altro scrittore biografo contemporaneo e allievo di  Michelangelo fu Ascanio Condivi. Pubblicò la biografia del maestro nel 1553  e  ne ebbe il consenso dello stesso.  Questa opera ebbe anche il pregio di consentire al Vasari di  portare alcune correzioni al testo della sua prima edizione delle ‘Vite’ uscita nel 1550. Nella prima edizione  aveva collocato la nascita di Michelangelo a Firenze, nella seconda del 1568  corresse.
  Dal racconto del  Condivi prendiamo questo  estratto:
Di tal casata adunque nacque Michelagnolo, il cui Padre si chiamò Lodovico di  Lionardo Buonarroti Simoni, huomo religioso et buono, et piu tosto d’antichi costumi che nò. Il qual essendo Potestà di Chiusi et di Caprese nel Casentino, hebbe questo figliuolo, l’anno della salute nostra .1474. il di sesto di Marzo, quattro hore inanzi giorno, in lunedi. Gran natività certamente, et che gia dimostrava, quanto dovessi essere il fanciullo, et di quanto ingegno, percioche havendo Mercurio con Venere in seconda, nella Casa di Giove ricevuto con Benigno aspetto, prometteva quel che è poi seguito. che tal parto dovessi essere, di nobile et alto ingegno, da riuscire universalmente in qualunque impresa, ma principalmente in quelle arti, che delettano il senso, come Pittura, Scultura, Architettura.
Poiché anche il   Vasari dice:
  …
oltre all’uso mortale, come si vidde poi nelle figure della natività sua, avendo  Mercurio, e Venere in seconda, nella casa di Giove, con aspetto benigno  ricevuto, il che mostrava che si doveva vedere ne’ fatti di costui, per arte di
  mano e d’ingegno, opere meravigliose e stupende…

  è  interessante notare che ambedue gli autori  si compiacciono di precisare il quadro  astrale  di Michelangelo nel  momento della nascita trovando importante una motivazione del grande futuro  ingegno nella particolare disposizione delle stelle e dei pianeti.  
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Il quadro astrale è facilmente rilevabile anche da noi oggi  avendo a disposizione i dati  così  precisi del momento della nascita.

Una  precisione  ancora più attenta da parte dei biografi sarebbe stata preziosa riguarda al  luogo  esatto in cui avvenne, per  non vedere oggi segnato sulle carte, come paese di nascita di Michelangelo, il  nome Caprese Michelangelo. Certo l’effetto delle stelle non cambia su due luoghi  distanti una decina di chilometri e per quanto Michelangelo sia così grande che  tutto il mondo lo considera un suo cittadino, una attribuzione ad un paese dove non è accaduto l’evento ci sembra gratuita per non dire indebita.  
Lo studioso Andrea Manetti espone la storia di questa  attribuzione portando tutti i riferimenti e i dati che la sconfessano. La serie di dati che lui presenta sono suffragati da una ricerca scrupolosa, e si scontrano  soltanto con documenti spariti o dispersi ma che hanno avuto il potere di esercitare una pressione quando, nel quarto centenario della nascita dell’artista, si è potuto usufruire dei  privilegi che offrirono i festeggiamenti.

Ma ritornando a quel profilo del Sasso della Verna, Michelangelo  più volte dimostrò di averlo negli occhi e nel cuore. Di grande rilievo è la  citazione nella Capella Sistina, nel paesaggio che fa da sfondo alla Creazione  di Adamo. Il disegno non riproduce solo il monte come è realmente, ma prosegue  con  la roccia sulla quale si trova  semidisteso Adamo. Questa roccia corrisponde esattamente con i massi che ancora  oggi sul luogo vengono chiamati ‘La roccia di Adamo ‘nella piazza di Chiusi  della Verna sotto i resti dell’antico castello.  In un articolo di ‘ Critica d’Arte n.20  del 2003 si trova l’interessante ricerca fatta da Simmaco Percario su  segnalazione di Alessandro De Vivo che espone questo confronto.

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Ci piace sottolineare che la devozione  del grande artista al luogo della Verna  si rileva anche per un’altra opera che  purtroppo è andata perduta. Si tratta di un dipinto a tempera su tavola  ‘ Le stimmate di San Francesco’ del quale si ha notizia nell’Anonimo Magliabechiano e in ambedue le edizioni delle’  Vite ’del Vasari. 
La storia del santo recita che il miracolo delle stimmate avvenne proprio su questo monte. 
Negli ultimi anni della sua vita Michelangelo realizzò degli affreschi per la cappella Paolina. Sia nella ‘ Crocifissione di San Pietro ’che  nella ‘ La conversione di Saulo’ si individua il profilo del monte della  Verna.
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particolare

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E mentre ammiriamo questi ultimi capolavori pittorici del grande scultore, il particolare del cavallo ci riporta a ricordare il momento della sua nascita, dopo la caduta da cavallo di sua madre, nella notte del 6 marzo 1475, in Casentino. 
 
Nella enciclopedie vediamo riportato come luogo di nascita un  altro nome  e   per quanto per una verifica oggi sembra quasi impossibile tornare  indietro, vogliamo restare fedeli a quanto ha voluto riportarci la storia  prendendo le distanze da quelle possibili interferenze e dagli interessi che sono seguiti nelle attribuzioni ufficiali. 
 
Così  ci è gradito  e preferiamo trovare scritto da due autori Frank Zoller e Cristof Thoenes nel  loro grande volume ‘Michelangelo– Vita e Opere – Ed Taschen’’ 
semplicemente: nato nel 1475 non lontano da Arezzo.

E se anche nel libro di Giovanni Papini -Vita di Michelangelo nel suo tempo- 1949 rimane la confusione per la collocazione del Casentino, ancora  di recente vengono pubblicati gli errori: 
  Scendo ,e scopro la Roccia di Adamo, il masso a cui Michelangelo si ispirò per rappresentare la Creazione di Adamo della Cappella Sistina. Michelangelo è nato qui, in Casentino, a Caprese, ma suo padre risiedette anche qui alla Podesteria
di Chiusi, come Podestà della Repubblica Fiorentina
.( La Repubblica 5 agosto 2011 ).

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Un altro dipinto  di Michelangelo eseguito a tempera con  riprese a olio su tavola ‘ 
La deposizione di Cristo nel sepolcro’   datato 1500 e rimasto incompiuto si  trova  nella National Gallery di
Londra. L’attribuzione a Michelangelo è soltanto del 1846 ma il profilo del  monte della Verna avrebbe potuto convincere gli studiosi molto prima. 
Dal testo del Vasari riportiamo questo aneddoto: 
 .. un
  giorno Michelangelo entrando dentro dove l’è posto ( la statua della Pietà ) vi trovò gran numero di forestieri lombardi che la lodavano molto, un de' quali domandò a un di quelli chi l'aveva fatta, rispose:" Il Gobbo nostro da Milano". Michelangelo stette cheto e quasi gli parve strano che le sue fatiche fussino attribuite ad un altro; una notte vi si serrò dentro e con un lumicino, avendo poretato gli scarpegli, vi intagliò il suo nome.

 Michelangelo morì a Roma il 18 febbraio 1564. La sua salma fu trasportata a Firenze e con grande partecipazione di popolo e del mondo artistico e culturale venne onorata con esequie di eccezionale solennità. La sua tomba  costruita su disegno dello  stesso Vasari nella basilica di Santa Croce porta una iscrizione in  latino.
E se facessimo trovare dietro quella tomba i necessari  scarpegli  , una mattina in mezzo a quella iscrizione potremmo trovare aggiunto:                                              NATO  SOTTO IL SASSO DELLA VERNA
 
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                Lucia Mazzucco- Vera Biagioni- Carlo Barducci- Nella Campolmi- Luciano Mazzucco

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