Al sasso di Michelangelo
Ha scelto il Casentino il nostro grande scultore Michelangelo Buonarroti nell’affrescare uno dei momenti più significativi rappresentati nei grandi affreschi della Cappella Sistina.
Una roccia, presso la podesteria del paese Chiusi della Verna, ha lo stesso profilo e lo stesso sfondo del dipinto che nell’affresco rappresenta la nascita del primo uomo.
L’artista nel raccontare i grandi simboli volle anche onorare il luogo dove lui nacque.
Uno dei dipinti di Michelangelo più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo è La sacra Famiglia detto anche ‘Tondo Doni ’.
L’opera commissionata dalla famiglia Doni fu eseguita nel 1506, periodo felice di Michelangelo che aveva già scolpito sia la Pietà, situata a San Pietro, che il David per la Piazza della Signoria di Firenze. Importante documento di pittura, prima dei grandi affreschi della Cappella Sistina, è stato studiato e raccontato nei suoi tre livelli di lettura da molti studiosi. Senza voler ignorare la bellezza della rappresentazione, noi desideriamo indicare un elemento che si trova nel profondo dello sfondo: l’inconfondibile profilo del sacro Monte della Verna.
Questa citazione in un’opera che vuol rappresentare con i suoi simboli grandi messaggi, può significare un particolare affetto dell’artista verso quel luogo; e infatti quello è il luogo sotto la cui ombra nacque quel lunedì 6 marzo nell’anno 1475 il grande Michelangelo. (per il calendario fiorentino era il 1474 )
La nascita di un genio è un evento, ma quello fu anche un evento anche per le particolari condizioni in cui avvenne.
Il padre, Lodovico Buonarroti, era a quel tempo podestà dei due castelli situati uno a Chiusi nel Casentino e l’altro poco distante, ma facente parte non più del Casentino ma della Valle Tiberina, a Caprese. La moglie di Lodovico era rimasta a Firenze per avere maggior cura del suo stato di gravidanza; ma proprio quando il suo tempo di gestazione era entrato nell’ottavo mese, il marito andò a prenderla per portarla via dalla città. Circolavano voci del pericolo della peste e molti si allontanavano dai centri più popolati e sceglievano anche, per un’altra forma di protezione, di dirigersi verso i monasteri.
Francesca, la madre del futuro genio della pietra scolpita, nonostante il suo stato, affrontò questo viaggio di due giorni a cavallo per raggiungere il castello presieduto dal marito. Per i Buonarroti quel viaggio a cavallo non fu facile. Partiti da Firenze, dopo il breve tratto in pianura fino a Pontassieve, dovettero salire a mille metri per attraversare l’Appennino e quindi riscendere nella valle del Casentino, salire poi nuovamente a Chiusi in Casentino (oggi Chiusi della Verna) a 900 metridi altitudine. Nelle località di pianura e nei pressi dei casolari esistevano tratti di strade per il transito di carri e mezzi agricoli a trazione animale, ma la maggior parte del percorso era costituito da sentieri impervi con ripide salite e difficoltose discese. Inoltre, considerato che il viaggio avvenne in marzo, il terreno doveva essere bagnato, scivoloso e molto probabilmente a tratti con neve e ghiaccio. Data la stagione, i torrenti e fiumi erano gonfi d’acqua che costrinse i due viaggiatori a lunghe deviazioni per attraversarli, data la scarsità di ponti. Certamente un percorso molto difficile e rischioso per una donna
vicina al parto. Il probabile percorso secondo la ricostruzione di Andrea Manetti descritto nel libro “Michelangelo nasce in Casentino” ed. Polistanpa 2006- è :
da Firenze si percorre la riva destra dell’Arno per Rovezzano, Girone, Compiobbi, Sieci, fino a Pontassieve, qui si attraversa il fiume Sieve, e quindi si sale a Diacceto da dove le strade possibili erano due: una per Tosi, Pian di Melosa, valica l’Appennino a Vallombrosa, scende a Montemignaio, poi Strada fino a Campaldino e qui si attraversa il fiume Arno, appena nato. L’altro percorso da Diacceto prosegue per Borselli, Castelnuovo, valica l’Appennino alla sinistra della Consuma, scende poi a Gualdo, Pratovecchio e a Campaldino si ricongiunge con il percorso numero uno. Da qui la via è in comune, e prosegue per Poppi, Bibbiena, Campi. Qui si attraversa il torrente Corsalone e si prosegue fino a Campogiglioso, da dove si diramano due sentieri: uno a sinistra che porta a Tramoggiano e prosegue verso la Verna e Chiusi; l’altro, a diritto, passa dal paese di Vezzano e prosegue fino a Chiusi, al Castello del Conte Orlando Cattani e alla Podesteria, residenza del podestà.
L’opera commissionata dalla famiglia Doni fu eseguita nel 1506, periodo felice di Michelangelo che aveva già scolpito sia la Pietà, situata a San Pietro, che il David per la Piazza della Signoria di Firenze. Importante documento di pittura, prima dei grandi affreschi della Cappella Sistina, è stato studiato e raccontato nei suoi tre livelli di lettura da molti studiosi. Senza voler ignorare la bellezza della rappresentazione, noi desideriamo indicare un elemento che si trova nel profondo dello sfondo: l’inconfondibile profilo del sacro Monte della Verna.
Questa citazione in un’opera che vuol rappresentare con i suoi simboli grandi messaggi, può significare un particolare affetto dell’artista verso quel luogo; e infatti quello è il luogo sotto la cui ombra nacque quel lunedì 6 marzo nell’anno 1475 il grande Michelangelo. (per il calendario fiorentino era il 1474 )
La nascita di un genio è un evento, ma quello fu anche un evento anche per le particolari condizioni in cui avvenne.
Il padre, Lodovico Buonarroti, era a quel tempo podestà dei due castelli situati uno a Chiusi nel Casentino e l’altro poco distante, ma facente parte non più del Casentino ma della Valle Tiberina, a Caprese. La moglie di Lodovico era rimasta a Firenze per avere maggior cura del suo stato di gravidanza; ma proprio quando il suo tempo di gestazione era entrato nell’ottavo mese, il marito andò a prenderla per portarla via dalla città. Circolavano voci del pericolo della peste e molti si allontanavano dai centri più popolati e sceglievano anche, per un’altra forma di protezione, di dirigersi verso i monasteri.
Francesca, la madre del futuro genio della pietra scolpita, nonostante il suo stato, affrontò questo viaggio di due giorni a cavallo per raggiungere il castello presieduto dal marito. Per i Buonarroti quel viaggio a cavallo non fu facile. Partiti da Firenze, dopo il breve tratto in pianura fino a Pontassieve, dovettero salire a mille metri per attraversare l’Appennino e quindi riscendere nella valle del Casentino, salire poi nuovamente a Chiusi in Casentino (oggi Chiusi della Verna) a 900 metridi altitudine. Nelle località di pianura e nei pressi dei casolari esistevano tratti di strade per il transito di carri e mezzi agricoli a trazione animale, ma la maggior parte del percorso era costituito da sentieri impervi con ripide salite e difficoltose discese. Inoltre, considerato che il viaggio avvenne in marzo, il terreno doveva essere bagnato, scivoloso e molto probabilmente a tratti con neve e ghiaccio. Data la stagione, i torrenti e fiumi erano gonfi d’acqua che costrinse i due viaggiatori a lunghe deviazioni per attraversarli, data la scarsità di ponti. Certamente un percorso molto difficile e rischioso per una donna
vicina al parto. Il probabile percorso secondo la ricostruzione di Andrea Manetti descritto nel libro “Michelangelo nasce in Casentino” ed. Polistanpa 2006- è :
da Firenze si percorre la riva destra dell’Arno per Rovezzano, Girone, Compiobbi, Sieci, fino a Pontassieve, qui si attraversa il fiume Sieve, e quindi si sale a Diacceto da dove le strade possibili erano due: una per Tosi, Pian di Melosa, valica l’Appennino a Vallombrosa, scende a Montemignaio, poi Strada fino a Campaldino e qui si attraversa il fiume Arno, appena nato. L’altro percorso da Diacceto prosegue per Borselli, Castelnuovo, valica l’Appennino alla sinistra della Consuma, scende poi a Gualdo, Pratovecchio e a Campaldino si ricongiunge con il percorso numero uno. Da qui la via è in comune, e prosegue per Poppi, Bibbiena, Campi. Qui si attraversa il torrente Corsalone e si prosegue fino a Campogiglioso, da dove si diramano due sentieri: uno a sinistra che porta a Tramoggiano e prosegue verso la Verna e Chiusi; l’altro, a diritto, passa dal paese di Vezzano e prosegue fino a Chiusi, al Castello del Conte Orlando Cattani e alla Podesteria, residenza del podestà.
Ma, quasi in prossimità della meta, nei pressi di Tramoggiano o Vezzano, secondo i racconti tramandati dal popolo avvenne un incidente. Francesca cadde da cavallo. La caduta non fu drammatica perché
' fu strascicata per un pezzo, e non si sconciò ' ( Gori I746 )
ma certamente accelerò il parto che gli storici precisano sia stato alle ore due di notte del giorno 6 marzo.
Giorgio Vasari allievo, amico e contemporaneo, per quanto più giovane, di Michelangelo nel suo capolavoro ‘Le Vite ’ così racconta :
nacque dunque un figliolo sottoe
dunque un figliolo sotto fatale e felice stella nel Casentino …… vicino al sasso della Vernia…. il nome di
Michelangelo.
La voce del tempo quindi ci racconta la nascita di Michelangelo che avvenne in Casentino vicino al sacro monte della Verna. Lo scrittore ci vuole poi raccontare che già al momento della nascita il padre ebbe la grande intuizione sul mirabile futuro del figlio, citando la scelta di un nome così importante:
perché non pensando più oltre, spirato da un che di sopra volse inferire costui essere cosa celeste e divina
Valutando come era il luogo a quel tempo, si può supporre che la scelta di tale nome possa essere stata ispirata dal nome della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo che si trovava nelle vicinanze dell’accaduto: un ringraziamento per il pericolo scampato. La chiesa tuttora esistente nella piazzetta San Michele di Chiusi ha avuto molti rifacimenti dalla sua primaria struttura che risale al 1338, quando fu edificata per volere della Contessa Giovanna, moglie del Conte Angelo Tarlato Tarlati. La piazzetta oggi raccoglie in un nucleo prezioso la chiesa, la podesteria e i resti del castello del Conte Orlando Cattani, colui che nel 1213 donò a San Francesco una parte della sua contea con il monte della Verna.
' fu strascicata per un pezzo, e non si sconciò ' ( Gori I746 )
ma certamente accelerò il parto che gli storici precisano sia stato alle ore due di notte del giorno 6 marzo.
Giorgio Vasari allievo, amico e contemporaneo, per quanto più giovane, di Michelangelo nel suo capolavoro ‘Le Vite ’ così racconta :
nacque dunque un figliolo sottoe
dunque un figliolo sotto fatale e felice stella nel Casentino …… vicino al sasso della Vernia…. il nome di
Michelangelo.
La voce del tempo quindi ci racconta la nascita di Michelangelo che avvenne in Casentino vicino al sacro monte della Verna. Lo scrittore ci vuole poi raccontare che già al momento della nascita il padre ebbe la grande intuizione sul mirabile futuro del figlio, citando la scelta di un nome così importante:
perché non pensando più oltre, spirato da un che di sopra volse inferire costui essere cosa celeste e divina
Valutando come era il luogo a quel tempo, si può supporre che la scelta di tale nome possa essere stata ispirata dal nome della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo che si trovava nelle vicinanze dell’accaduto: un ringraziamento per il pericolo scampato. La chiesa tuttora esistente nella piazzetta San Michele di Chiusi ha avuto molti rifacimenti dalla sua primaria struttura che risale al 1338, quando fu edificata per volere della Contessa Giovanna, moglie del Conte Angelo Tarlato Tarlati. La piazzetta oggi raccoglie in un nucleo prezioso la chiesa, la podesteria e i resti del castello del Conte Orlando Cattani, colui che nel 1213 donò a San Francesco una parte della sua contea con il monte della Verna.
Il paese di Vezzano si trova poco prima ed era un avamposto del Castello di Chiusi al tempo dotato di un fonte battesimale. I genitori Buonarroti, persone devote e osservanti, di fronte ad una nascita prematura e in condizioni così precarie avranno voluto proteggere il neonato chiedendo che fosse battezzato subito. Una lapide ne ricorda l’evento
Un altro scrittore biografo contemporaneo e allievo di Michelangelo fu Ascanio Condivi. Pubblicò la biografia del maestro nel 1553 e ne ebbe il consenso dello stesso. Questa opera ebbe anche il pregio di consentire al Vasari di portare alcune correzioni al testo della sua prima edizione delle ‘Vite’ uscita nel 1550. Nella prima edizione aveva collocato la nascita di Michelangelo a Firenze, nella seconda del 1568 corresse.
Dal racconto del Condivi prendiamo questo estratto:
Di tal casata adunque nacque Michelagnolo, il cui Padre si chiamò Lodovico di Lionardo Buonarroti Simoni, huomo religioso et buono, et piu tosto d’antichi costumi che nò. Il qual essendo Potestà di Chiusi et di Caprese nel Casentino, hebbe questo figliuolo, l’anno della salute nostra .1474. il di sesto di Marzo, quattro hore inanzi giorno, in lunedi. Gran natività certamente, et che gia dimostrava, quanto dovessi essere il fanciullo, et di quanto ingegno, percioche havendo Mercurio con Venere in seconda, nella Casa di Giove ricevuto con Benigno aspetto, prometteva quel che è poi seguito. che tal parto dovessi essere, di nobile et alto ingegno, da riuscire universalmente in qualunque impresa, ma principalmente in quelle arti, che delettano il senso, come Pittura, Scultura, Architettura.
Poiché anche il Vasari dice:
… oltre all’uso mortale, come si vidde poi nelle figure della natività sua, avendo Mercurio, e Venere in seconda, nella casa di Giove, con aspetto benigno ricevuto, il che mostrava che si doveva vedere ne’ fatti di costui, per arte di
mano e d’ingegno, opere meravigliose e stupende…
è interessante notare che ambedue gli autori si compiacciono di precisare il quadro astrale di Michelangelo nel momento della nascita trovando importante una motivazione del grande futuro ingegno nella particolare disposizione delle stelle e dei pianeti.
Dal racconto del Condivi prendiamo questo estratto:
Di tal casata adunque nacque Michelagnolo, il cui Padre si chiamò Lodovico di Lionardo Buonarroti Simoni, huomo religioso et buono, et piu tosto d’antichi costumi che nò. Il qual essendo Potestà di Chiusi et di Caprese nel Casentino, hebbe questo figliuolo, l’anno della salute nostra .1474. il di sesto di Marzo, quattro hore inanzi giorno, in lunedi. Gran natività certamente, et che gia dimostrava, quanto dovessi essere il fanciullo, et di quanto ingegno, percioche havendo Mercurio con Venere in seconda, nella Casa di Giove ricevuto con Benigno aspetto, prometteva quel che è poi seguito. che tal parto dovessi essere, di nobile et alto ingegno, da riuscire universalmente in qualunque impresa, ma principalmente in quelle arti, che delettano il senso, come Pittura, Scultura, Architettura.
Poiché anche il Vasari dice:
… oltre all’uso mortale, come si vidde poi nelle figure della natività sua, avendo Mercurio, e Venere in seconda, nella casa di Giove, con aspetto benigno ricevuto, il che mostrava che si doveva vedere ne’ fatti di costui, per arte di
mano e d’ingegno, opere meravigliose e stupende…
è interessante notare che ambedue gli autori si compiacciono di precisare il quadro astrale di Michelangelo nel momento della nascita trovando importante una motivazione del grande futuro ingegno nella particolare disposizione delle stelle e dei pianeti.
Il quadro astrale è facilmente rilevabile anche da noi oggi avendo a disposizione i dati così precisi del momento della nascita.
Una precisione ancora più attenta da parte dei biografi sarebbe stata preziosa riguarda al luogo esatto in cui avvenne, per non vedere oggi segnato sulle carte, come paese di nascita di Michelangelo, il nome Caprese Michelangelo. Certo l’effetto delle stelle non cambia su due luoghi distanti una decina di chilometri e per quanto Michelangelo sia così grande che tutto il mondo lo considera un suo cittadino, una attribuzione ad un paese dove non è accaduto l’evento ci sembra gratuita per non dire indebita.
Lo studioso Andrea Manetti espone la storia di questa attribuzione portando tutti i riferimenti e i dati che la sconfessano. La serie di dati che lui presenta sono suffragati da una ricerca scrupolosa, e si scontrano soltanto con documenti spariti o dispersi ma che hanno avuto il potere di esercitare una pressione quando, nel quarto centenario della nascita dell’artista, si è potuto usufruire dei privilegi che offrirono i festeggiamenti.
Ma ritornando a quel profilo del Sasso della Verna, Michelangelo più volte dimostrò di averlo negli occhi e nel cuore. Di grande rilievo è la citazione nella Capella Sistina, nel paesaggio che fa da sfondo alla Creazione di Adamo. Il disegno non riproduce solo il monte come è realmente, ma prosegue con la roccia sulla quale si trova semidisteso Adamo. Questa roccia corrisponde esattamente con i massi che ancora oggi sul luogo vengono chiamati ‘La roccia di Adamo ‘nella piazza di Chiusi della Verna sotto i resti dell’antico castello. In un articolo di ‘ Critica d’Arte n.20 del 2003 si trova l’interessante ricerca fatta da Simmaco Percario su segnalazione di Alessandro De Vivo che espone questo confronto.
Una precisione ancora più attenta da parte dei biografi sarebbe stata preziosa riguarda al luogo esatto in cui avvenne, per non vedere oggi segnato sulle carte, come paese di nascita di Michelangelo, il nome Caprese Michelangelo. Certo l’effetto delle stelle non cambia su due luoghi distanti una decina di chilometri e per quanto Michelangelo sia così grande che tutto il mondo lo considera un suo cittadino, una attribuzione ad un paese dove non è accaduto l’evento ci sembra gratuita per non dire indebita.
Lo studioso Andrea Manetti espone la storia di questa attribuzione portando tutti i riferimenti e i dati che la sconfessano. La serie di dati che lui presenta sono suffragati da una ricerca scrupolosa, e si scontrano soltanto con documenti spariti o dispersi ma che hanno avuto il potere di esercitare una pressione quando, nel quarto centenario della nascita dell’artista, si è potuto usufruire dei privilegi che offrirono i festeggiamenti.
Ma ritornando a quel profilo del Sasso della Verna, Michelangelo più volte dimostrò di averlo negli occhi e nel cuore. Di grande rilievo è la citazione nella Capella Sistina, nel paesaggio che fa da sfondo alla Creazione di Adamo. Il disegno non riproduce solo il monte come è realmente, ma prosegue con la roccia sulla quale si trova semidisteso Adamo. Questa roccia corrisponde esattamente con i massi che ancora oggi sul luogo vengono chiamati ‘La roccia di Adamo ‘nella piazza di Chiusi della Verna sotto i resti dell’antico castello. In un articolo di ‘ Critica d’Arte n.20 del 2003 si trova l’interessante ricerca fatta da Simmaco Percario su segnalazione di Alessandro De Vivo che espone questo confronto.
Ci piace sottolineare che la devozione del grande artista al luogo della Verna si rileva anche per un’altra opera che purtroppo è andata perduta. Si tratta di un dipinto a tempera su tavola ‘ Le stimmate di San Francesco’ del quale si ha notizia nell’Anonimo Magliabechiano e in ambedue le edizioni delle’ Vite ’del Vasari.
La storia del santo recita che il miracolo delle stimmate avvenne proprio su questo monte.
Negli ultimi anni della sua vita Michelangelo realizzò degli affreschi per la cappella Paolina. Sia nella ‘ Crocifissione di San Pietro ’che nella ‘ La conversione di Saulo’ si individua il profilo del monte della Verna.
La storia del santo recita che il miracolo delle stimmate avvenne proprio su questo monte.
Negli ultimi anni della sua vita Michelangelo realizzò degli affreschi per la cappella Paolina. Sia nella ‘ Crocifissione di San Pietro ’che nella ‘ La conversione di Saulo’ si individua il profilo del monte della Verna.
particolare
E mentre ammiriamo questi ultimi capolavori pittorici del grande scultore, il particolare del cavallo ci riporta a ricordare il momento della sua nascita, dopo la caduta da cavallo di sua madre, nella notte del 6 marzo 1475, in Casentino.
Nella enciclopedie vediamo riportato come luogo di nascita un altro nome e per quanto per una verifica oggi sembra quasi impossibile tornare indietro, vogliamo restare fedeli a quanto ha voluto riportarci la storia prendendo le distanze da quelle possibili interferenze e dagli interessi che sono seguiti nelle attribuzioni ufficiali.
Così ci è gradito e preferiamo trovare scritto da due autori Frank Zoller e Cristof Thoenes nel loro grande volume ‘Michelangelo– Vita e Opere – Ed Taschen’’
semplicemente: nato nel 1475 non lontano da Arezzo.
E se anche nel libro di Giovanni Papini -Vita di Michelangelo nel suo tempo- 1949 rimane la confusione per la collocazione del Casentino, ancora di recente vengono pubblicati gli errori:
Scendo ,e scopro la Roccia di Adamo, il masso a cui Michelangelo si ispirò per rappresentare la Creazione di Adamo della Cappella Sistina. Michelangelo è nato qui, in Casentino, a Caprese, ma suo padre risiedette anche qui alla Podesteria
di Chiusi, come Podestà della Repubblica Fiorentina.( La Repubblica 5 agosto 2011 ).
Nella enciclopedie vediamo riportato come luogo di nascita un altro nome e per quanto per una verifica oggi sembra quasi impossibile tornare indietro, vogliamo restare fedeli a quanto ha voluto riportarci la storia prendendo le distanze da quelle possibili interferenze e dagli interessi che sono seguiti nelle attribuzioni ufficiali.
Così ci è gradito e preferiamo trovare scritto da due autori Frank Zoller e Cristof Thoenes nel loro grande volume ‘Michelangelo– Vita e Opere – Ed Taschen’’
semplicemente: nato nel 1475 non lontano da Arezzo.
E se anche nel libro di Giovanni Papini -Vita di Michelangelo nel suo tempo- 1949 rimane la confusione per la collocazione del Casentino, ancora di recente vengono pubblicati gli errori:
Scendo ,e scopro la Roccia di Adamo, il masso a cui Michelangelo si ispirò per rappresentare la Creazione di Adamo della Cappella Sistina. Michelangelo è nato qui, in Casentino, a Caprese, ma suo padre risiedette anche qui alla Podesteria
di Chiusi, come Podestà della Repubblica Fiorentina.( La Repubblica 5 agosto 2011 ).
Un altro dipinto di Michelangelo eseguito a tempera con riprese a olio su tavola ‘
La deposizione di Cristo nel sepolcro’ datato 1500 e rimasto incompiuto si trova nella National Gallery di
Londra. L’attribuzione a Michelangelo è soltanto del 1846 ma il profilo del monte della Verna avrebbe potuto convincere gli studiosi molto prima.
La deposizione di Cristo nel sepolcro’ datato 1500 e rimasto incompiuto si trova nella National Gallery di
Londra. L’attribuzione a Michelangelo è soltanto del 1846 ma il profilo del monte della Verna avrebbe potuto convincere gli studiosi molto prima.
Dal testo del Vasari riportiamo questo aneddoto:
.. un
giorno Michelangelo entrando dentro dove l’è posto ( la statua della Pietà ) vi trovò gran numero di forestieri lombardi che la lodavano molto, un de' quali domandò a un di quelli chi l'aveva fatta, rispose:" Il Gobbo nostro da Milano". Michelangelo stette cheto e quasi gli parve strano che le sue fatiche fussino attribuite ad un altro; una notte vi si serrò dentro e con un lumicino, avendo poretato gli scarpegli, vi intagliò il suo nome.
Michelangelo morì a Roma il 18 febbraio 1564. La sua salma fu trasportata a Firenze e con grande partecipazione di popolo e del mondo artistico e culturale venne onorata con esequie di eccezionale solennità. La sua tomba costruita su disegno dello stesso Vasari nella basilica di Santa Croce porta una iscrizione in latino.
E se facessimo trovare dietro quella tomba i necessari scarpegli , una mattina in mezzo a quella iscrizione potremmo trovare aggiunto: NATO SOTTO IL SASSO DELLA VERNA
.. un
giorno Michelangelo entrando dentro dove l’è posto ( la statua della Pietà ) vi trovò gran numero di forestieri lombardi che la lodavano molto, un de' quali domandò a un di quelli chi l'aveva fatta, rispose:" Il Gobbo nostro da Milano". Michelangelo stette cheto e quasi gli parve strano che le sue fatiche fussino attribuite ad un altro; una notte vi si serrò dentro e con un lumicino, avendo poretato gli scarpegli, vi intagliò il suo nome.
Michelangelo morì a Roma il 18 febbraio 1564. La sua salma fu trasportata a Firenze e con grande partecipazione di popolo e del mondo artistico e culturale venne onorata con esequie di eccezionale solennità. La sua tomba costruita su disegno dello stesso Vasari nella basilica di Santa Croce porta una iscrizione in latino.
E se facessimo trovare dietro quella tomba i necessari scarpegli , una mattina in mezzo a quella iscrizione potremmo trovare aggiunto: NATO SOTTO IL SASSO DELLA VERNA