Il libro dei monasteri

Il libro dei monasteri è l’opera di uno studioso di origine persiana del X secolo,
Abu'l-Hasan Ali ibn Muhammad ash-Shabushti,
il direttore di una delle più grandi biblioteche del mondo islamico nel cuore del Cairo, fondata dal califfo al-Aziz al- Mu’izz, il sovrano d’Egitto.
Questo bibliotecario è stato prezioso nella conduzione della grande biblioteca che contava più di un milione e seicentomila libri con opere di matematica e filosofia, ma era anche un raffinato uomo di corte e uno scrittore ricercato.
Di lui è pervenuto solo questo libro che appartiene ad un genere letterario molto diffuso nelle letterature mediorientali, ma che si distingue per la sua caratteristica di leggerezza e soavità.
L’autore dall’immensità del materiale di cui disponeva prese notizie e descrizioni dei conventi cristiani presenti in un modo islamico che li apprezzava e anche frequentava.
Dal capitolo II
Dayr Samàlu
Il monastero di Sàmalu è situato ad est di Baghdàd, dalla parte della porta di Shammàs, presso le rive del canale di al-Mahdi. E’ quello un luogo ricco di acque e di giardini, di alberi e di palmeti. Meta di passeggiate e ritrovo di amanti, il monastero ha un bell’edificio che ospita, oltre i monaci, i pellegrini.
Quando è Pasqua lo spettacolo è davvero meraviglioso. Baghdàd si spopola e gli unici cristiani che restano sono quelli che devono officiare la messa nelle chiese della città, mentre i buontemponi e le brigate di allegri musulmani giungono a frotte al monastero, che è, del resto, uno dei luoghi preferiti dei gitanti di ogni fede, patria ideale dei festaioli.
Al monastero di Samàlu hanno reso omaggio, fra tanti altri, i versi di Muhammad ibn Abd al-Malik al- Hàshimi:
Tempo che scorre a Sàmalu / lontano dal tedio fatale.
E’ tempo di bere, coppiere, / stagione di bere scandita / da pleniluni e solstizi
dei volti dei bei pellegrini.
Lucido o ebbro, so solo / che questo tappeto è una nave
e danzano i muri per incantamento.
Qui tutto è vero; al di fuori / ordisce la vita i suoi inganni.
Dal capitolo IV
Dayr Mudyàn
Questo monastero è sulle rive del fiume Karkhàya, fuori Baghdàd. Il fiume passa attraverso il quartiere di al-Karkh, nel cuore della città e sfocia poi nel Tigri. Tutta la zona del monastero di Mudyàn è ricca di acqua corrente; fin dai tempi antichi era abitata.
Il monastero è superbo, circondato da altri edifici minori e giardini. Molto frequentato dai festaioli di professione, che vi gustano ottimo vino, accoglie anche pellegrini e viandanti.
Dal capitolo X
Dayr al-A’là
Sulle alture di Mawsil, alla confluenza del Tigri e di tanti altri piccoli corsi d’acqua, sorge il monastero di A’là. Noto per la purezza della sua aria e per la posizione privilegiata, pare che questo monastero non abbia eguali, fra gli altri siti cristiani, per la preziosità dei vangeli ivi conservati.
Dal monastero parte una scala, scavata nella roccia, che scende fino al Tigri; grazie alla scala, di più di cento gradini, si trasporta in alto l’acqua del fiume. Sotto il monastero sgorga una grande fonte, la cui acqua confluisce nel Tigri. Una volta all’anno la gente si reca a quella fonte per bagnarsi nelle sue acque freddissime.
Bellissima è la festa della domenica delle Palme, che in questo monastero si celebra nei palmeti circostanti, all’ombra dei quali la gente si riposa bevendo purissimo vino. Tutti coloro che passano per Mawsil fanno una sosta ad A’ là.
I poeti hanno spesso descritto l’amenità del luogo.
Fra questi, ath-Tharwàni ha scritto:
Vino ti chiedo sul fare dell’alba / e poi di fermarti qui q A’là, / di giardini di palme a circondarti. / Chi non sosta qui oggi / ignora Eternità dove abbia luogo.
Dal capitolo XII
Dayr Fiq
Il monastero di Fiq sta fra Aqaba e il lago di Tiberiade, interamente scavato nella roccia; è frequentatissimo dai cristiani per la sacertà del luogo, e dai non cristiani pre la qualità sopraffina del suo vino. I cristiani credono che questo sia il primo monastero della loro fede, e che Cristo vi trovò asilo; da qui ,secondo loro, partirono gli apostoli. Nei dintorni si trova una pietra sulla quale Cristo sarebbe stato solito sedersi. Tutti coloro che visitano il luogo grattano la superficie della pietra per staccarne un frammento benedetto.
Dal capitolo XIII
Dayr mar Haraqil
Tra Wasit e Baghdad, nel distretto di Nu’maniyya, è il monastero di Sant’Eraclio. La zona circostante ricca di giardini e palmeti è uno dei luoghi più amati e frequentati dai bagdadini, in special modo dai nulla facenti di professione e dalle brigate di buontemponi goderecci.
Meta di pellegrini e di crapuloni, il monastero offre a ognuno il tipo di ospitalità che più si addice alla propria natura. Nei suoi edifici è stato sistemato un ospedale dei pazzi, in cui costoro vengono curati.
Dal capitolo XII
Misteri dei monasteri
Dayr al-Khanàfis
Questo monastero è nei pressi di Mawsil; è molto grande, e in esso abita un gran numero di monaci. Qui, ricorre un giorno dell’anno in cui la gente arriva da ogni dove; quel giorno, vengono alla luce interi sciami di scarafaggi, che coprono completamente le mura del monastero, i tetti e la terra intorno, come se dappertutto venisse calato un manto nero.
Il giorno dopo, quando si celebra la festa di questo monastero, gli scarafaggi si radunano intorno all’altare come per ascoltare la messa; finita la funzione gli insetti scompaiono, e nessuno li vede più fino all’anno successivo.
Chiesa di Itrìb
La festa che si celebra in questa chiesa cade il 21 del mese copto di Buna. Sembra che in quella ricorrenza, appaia una candida colomba, che entra nella chiesa durante la messa, e si avvicina all’altare. Nessuno sa da dove venga, e la si vede soltanto quel giorno dell’anno.
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Abu'l-Hasan Ali ibn Muhammad ash-Shabushti,
il direttore di una delle più grandi biblioteche del mondo islamico nel cuore del Cairo, fondata dal califfo al-Aziz al- Mu’izz, il sovrano d’Egitto.
Questo bibliotecario è stato prezioso nella conduzione della grande biblioteca che contava più di un milione e seicentomila libri con opere di matematica e filosofia, ma era anche un raffinato uomo di corte e uno scrittore ricercato.
Di lui è pervenuto solo questo libro che appartiene ad un genere letterario molto diffuso nelle letterature mediorientali, ma che si distingue per la sua caratteristica di leggerezza e soavità.
L’autore dall’immensità del materiale di cui disponeva prese notizie e descrizioni dei conventi cristiani presenti in un modo islamico che li apprezzava e anche frequentava.
Dal capitolo II
Dayr Samàlu
Il monastero di Sàmalu è situato ad est di Baghdàd, dalla parte della porta di Shammàs, presso le rive del canale di al-Mahdi. E’ quello un luogo ricco di acque e di giardini, di alberi e di palmeti. Meta di passeggiate e ritrovo di amanti, il monastero ha un bell’edificio che ospita, oltre i monaci, i pellegrini.
Quando è Pasqua lo spettacolo è davvero meraviglioso. Baghdàd si spopola e gli unici cristiani che restano sono quelli che devono officiare la messa nelle chiese della città, mentre i buontemponi e le brigate di allegri musulmani giungono a frotte al monastero, che è, del resto, uno dei luoghi preferiti dei gitanti di ogni fede, patria ideale dei festaioli.
Al monastero di Samàlu hanno reso omaggio, fra tanti altri, i versi di Muhammad ibn Abd al-Malik al- Hàshimi:
Tempo che scorre a Sàmalu / lontano dal tedio fatale.
E’ tempo di bere, coppiere, / stagione di bere scandita / da pleniluni e solstizi
dei volti dei bei pellegrini.
Lucido o ebbro, so solo / che questo tappeto è una nave
e danzano i muri per incantamento.
Qui tutto è vero; al di fuori / ordisce la vita i suoi inganni.
Dal capitolo IV
Dayr Mudyàn
Questo monastero è sulle rive del fiume Karkhàya, fuori Baghdàd. Il fiume passa attraverso il quartiere di al-Karkh, nel cuore della città e sfocia poi nel Tigri. Tutta la zona del monastero di Mudyàn è ricca di acqua corrente; fin dai tempi antichi era abitata.
Il monastero è superbo, circondato da altri edifici minori e giardini. Molto frequentato dai festaioli di professione, che vi gustano ottimo vino, accoglie anche pellegrini e viandanti.
Dal capitolo X
Dayr al-A’là
Sulle alture di Mawsil, alla confluenza del Tigri e di tanti altri piccoli corsi d’acqua, sorge il monastero di A’là. Noto per la purezza della sua aria e per la posizione privilegiata, pare che questo monastero non abbia eguali, fra gli altri siti cristiani, per la preziosità dei vangeli ivi conservati.
Dal monastero parte una scala, scavata nella roccia, che scende fino al Tigri; grazie alla scala, di più di cento gradini, si trasporta in alto l’acqua del fiume. Sotto il monastero sgorga una grande fonte, la cui acqua confluisce nel Tigri. Una volta all’anno la gente si reca a quella fonte per bagnarsi nelle sue acque freddissime.
Bellissima è la festa della domenica delle Palme, che in questo monastero si celebra nei palmeti circostanti, all’ombra dei quali la gente si riposa bevendo purissimo vino. Tutti coloro che passano per Mawsil fanno una sosta ad A’ là.
I poeti hanno spesso descritto l’amenità del luogo.
Fra questi, ath-Tharwàni ha scritto:
Vino ti chiedo sul fare dell’alba / e poi di fermarti qui q A’là, / di giardini di palme a circondarti. / Chi non sosta qui oggi / ignora Eternità dove abbia luogo.
Dal capitolo XII
Dayr Fiq
Il monastero di Fiq sta fra Aqaba e il lago di Tiberiade, interamente scavato nella roccia; è frequentatissimo dai cristiani per la sacertà del luogo, e dai non cristiani pre la qualità sopraffina del suo vino. I cristiani credono che questo sia il primo monastero della loro fede, e che Cristo vi trovò asilo; da qui ,secondo loro, partirono gli apostoli. Nei dintorni si trova una pietra sulla quale Cristo sarebbe stato solito sedersi. Tutti coloro che visitano il luogo grattano la superficie della pietra per staccarne un frammento benedetto.
Dal capitolo XIII
Dayr mar Haraqil
Tra Wasit e Baghdad, nel distretto di Nu’maniyya, è il monastero di Sant’Eraclio. La zona circostante ricca di giardini e palmeti è uno dei luoghi più amati e frequentati dai bagdadini, in special modo dai nulla facenti di professione e dalle brigate di buontemponi goderecci.
Meta di pellegrini e di crapuloni, il monastero offre a ognuno il tipo di ospitalità che più si addice alla propria natura. Nei suoi edifici è stato sistemato un ospedale dei pazzi, in cui costoro vengono curati.
Dal capitolo XII
Misteri dei monasteri
Dayr al-Khanàfis
Questo monastero è nei pressi di Mawsil; è molto grande, e in esso abita un gran numero di monaci. Qui, ricorre un giorno dell’anno in cui la gente arriva da ogni dove; quel giorno, vengono alla luce interi sciami di scarafaggi, che coprono completamente le mura del monastero, i tetti e la terra intorno, come se dappertutto venisse calato un manto nero.
Il giorno dopo, quando si celebra la festa di questo monastero, gli scarafaggi si radunano intorno all’altare come per ascoltare la messa; finita la funzione gli insetti scompaiono, e nessuno li vede più fino all’anno successivo.
Chiesa di Itrìb
La festa che si celebra in questa chiesa cade il 21 del mese copto di Buna. Sembra che in quella ricorrenza, appaia una candida colomba, che entra nella chiesa durante la messa, e si avvicina all’altare. Nessuno sa da dove venga, e la si vede soltanto quel giorno dell’anno.
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