Badia di San salvatore a Taona
Sul crinale che divide la Toscana dall’Emilia Romagna, nella zona che separa le valli delle tre Limentre, ad una altezza di 1091 m. fu costruita dal monaco Tao fra l’ottavo e il nono secolo un romitorio. La zona era selvaggia e isolata ma il monaco vi trovò una sorgente, che oggi ancora esiste e ancora porta il nome che ha preso dal suo scopritore. Questo monaco era stato fondatore di un monastero a Sant’Antimo nel senese, ed uno nel pistoiese non molto lontano dedicato a San Tommaso.
La prima documentazione del luogo è del 1004 che registra una donazione al monastero di territori del versante meridionale dell’Appennino del marchese Bonifacio. La funzione di controllo sul territorio e sulle vie di comunicazione che l’Abbazia poteva svolgere dalla sua posizione di confine interessò sempre il potere politico per cui in seguito si aggiunsero altre donazioni e la proprietà del monastero diventò molto vasta, arrivò a coprire una zona che si estendeva fra l’attuale San Mommè fino a la Collina. Un tale potere passò da varie mani e da un diploma del 1037 di Corrado II risulta che l’Abbazia San Salvatore apparteneva al monastero di San Giovanni di Parma. Successivamente passò all’Abbazia di Vallombrosa ( bolla di Urbano II del 1070) ed i monaci, sollecitati dai vescovi bolognesi, ebbero il compito di diffondere nel pistoiese la riforma vallombrosana. Anche Matilde di Canossa contribuì al consolidamento della istituzione donando l’ospitale di San Michele di Bombiana, vicino a Silla, in modo da estendere la copertura ospitaliera verso il fiume Reno. Il vescovo Vittore donerà nel 1118 all'abbazia anche la chiesa di San Michele di Bombiana. A Pistoia la chiesa di Santa Maria al Prato fu fatta costruire da Matilde di Canossa nel luogo dove avvenivano le esecuzioni pubbliche. Nel 1098 fu affidata ai monaci di Taona, poi passò ai frati francescani i quali vi presero residenza fino al 1225, data che vede la nascita della grande Chiesa di San Francesco.Ma il secolo XIV vede la montagna pistoiese infestata da guerre e distruzioni, questo passaggio dell’Appennino non era sicuro ed il monastero perse ogni sostegno. In totale decadenza i pochi monaci rimasti furono affidati al monastero vallombrosano di San Michele in Forcole a Pistoia. Alle fine del seicento si ha notizia che del monastero non è rimasto niente mentre della chiesa ci sono dei ruderi che consentono di rilevare la sua struttura a pianta rettangolare ed con un abside semicircolare.
Oggi i ruderi rimasti, vicino alla fontana, sono una proprietà privata, una nuova costruzione ha reimpiegato dei vecchi sassi squadrati ed in una muratura rimangono le parti superiori di due monofore appartenenti alla chiesa ed il resto di un fregio.
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