San Nicola di Bari
di Bari
un racconto di un miracolo di San Nicola attraverso la pittura di Ambrogio Lorenzetti
Sotto la cappa
Alla pinacoteca di Forlì una grande pala, dipinta alla fine del XV secolo da Marco Palmezzano, dedicata all'Annunciazione, mostra sullo sfondo un piccolo pellegrino inginocchiato di fronte ad una colonna. Il pittore con questo particolare ha forse voluto aggiungere alla sacralità del momento rappresentato, un simbolo di quella che sarà nel futuro una diffusa pratica di devozione.
Ma non sempre il pellegrino è stato riconosciuto dagli artisti e anche dal popolo nella sua migliore espressione, cioè quella di una persona che si mette in viaggio per onorare un richiamo religioso o per raggiungere un luogo in forma penitenziale; molte volte infatti questi strani viaggiatori solitari sono stati sospettati di essere dei vagabondi o avventurieri, e la saggezza popolare racconta aneddoti sulla non rara furbizia adottata da costoro nel presentarsi nella veste di uomini di fede, chiedere accoglienza per poi mettere in atto maligni progetti.
Alla Galleria degli Uffizi di Firenze si trova un quadro di Ambrogio Lorenzetti che in un'unica composizione rappresenta quattro miracoli di San Nicola.
Il quadro proviene da una pala dell'altare della chiesa di San Procolo, per la quale l'artista, che era anche iscritto all'arte dei medici e degli speziali, nel 1332 aveva dedicato questo lavoro.
Il primo miracolo, in alto a sinistra, descrive la storia del Bambino Risuscitato.
Il dipinto in una abile e interessante struttura compositiva è a sua volta diviso in quattro scene che raccontano la vicenda in modo chiaro e particolareggiato.
C'è un banchetto durante il quale un bambino viene attirato da un pellegrino che si trova sulla scala, e che, come si vede più in basso, dopo averlo preso, lo soffoca mettendo in atto il suo delittuoso proposito.
Nel riquadro a fianco la scena mostra il piccolo composto sul letto e pianto dai suoi familiari, ma per il raggio di luce che proviene dalla figura di San Nicola avviene il miracolo, e il bambino, come in una sequenza dinamica viene dipinto come nuovamente in piedi.
Colui che aveva attirato il piccolo forse per il particolare cappello e la tipica cappa ha la chiara apparenza di essere un pellegrino, ma, con altrettanta precisione si trova la rappresentazione del diavolo per le orribili zampe e le sinistre ali che spuntano dall'abito.
Questa storia, come la maggior parte delle storie dei miracoli e delle vite dei Santi, proviene dall'opera "La Legenda Aurea" scritta alla fine del tredicesimo secolo da un frate domenicano Jacopo da Varazze (Iacopo da Varagine), che fu arcivescovo di Genova dal1292 al 1298, anno della sua morte.
A questa fonte si rivolgevano gli artisti che si occupavano di temi sacri, ma a sua volta il Vescovo nell'intento di raccogliere materiale per i sermoni e tramandare esempi di vita e di santità, si è dovuto avvalere dei racconti popolari delle varie regioni e paesi dove era viva la devozione per personaggi ai quali erano attribuiti i miracoli e le storie più sensazionali. Non è facile pertanto riuscire a stabilire quanto l'idea del diavolo- pellegrino possa essere attribuita allo scrittore, alla opinione popolare o all'artista stesso.
Le storie che riguardano San Nicola come protettore dei deboli e degli indifesi sono tante e provengono da tradizioni diverse a volte anche contraddittorie; altri artisti gli hanno dedicato opere di particolare interesse.
Al Metropolitan Museum of Art di New York si trova un dipinto di Bicci di Lorenzo: San Nicola resuscita i tre fanciulli in salamoia (cm 30,4 x 56,5).
Alla National Gallery of Art di Washington un'opera di Gentile da Fabriano rappresenta: Pellegrinaggio alla tomba di San Nicola inv. 379 (K 486) (cm 36.4 x 35.9 cm).
A Roma, alla Pinacoteca Vaticana, inv.250 (cm 36,5 x 36,5) Gentile da Fabriano: San Nicola risuscita i tre fanciulli in salamoia.
Anche Dante non manca di raccontare un miracolo di San Nicola, nel Purgatorio al canto ventesimo parla dell'episodio delle tre sorelle.
Nei testi di storia dell'arte sulle opere di Ambrogio Lorenzetti viene dato particolare rilievo all'affresco che si trova nella Sala dei Nove, nel Palazzo Pubblico di Siena a titolo "Il Buono e Cattivo Governo" in quanto rappresenta anche un interessante documento del primo grande paesaggio moderno nella storia della pittura occidentale.
Noi, per il nostro appassionato interesse sulle storie dei pellegrini presentiamo questo quadro per la sua citazione del pericolo che può nascondersi sotto la loro identità.
Le citazioni anche quelle sotto la luce negativa, sono sempre interessanti!
Lucia Mazzucco
Ma non sempre il pellegrino è stato riconosciuto dagli artisti e anche dal popolo nella sua migliore espressione, cioè quella di una persona che si mette in viaggio per onorare un richiamo religioso o per raggiungere un luogo in forma penitenziale; molte volte infatti questi strani viaggiatori solitari sono stati sospettati di essere dei vagabondi o avventurieri, e la saggezza popolare racconta aneddoti sulla non rara furbizia adottata da costoro nel presentarsi nella veste di uomini di fede, chiedere accoglienza per poi mettere in atto maligni progetti.
Alla Galleria degli Uffizi di Firenze si trova un quadro di Ambrogio Lorenzetti che in un'unica composizione rappresenta quattro miracoli di San Nicola.
Il quadro proviene da una pala dell'altare della chiesa di San Procolo, per la quale l'artista, che era anche iscritto all'arte dei medici e degli speziali, nel 1332 aveva dedicato questo lavoro.
Il primo miracolo, in alto a sinistra, descrive la storia del Bambino Risuscitato.
Il dipinto in una abile e interessante struttura compositiva è a sua volta diviso in quattro scene che raccontano la vicenda in modo chiaro e particolareggiato.
C'è un banchetto durante il quale un bambino viene attirato da un pellegrino che si trova sulla scala, e che, come si vede più in basso, dopo averlo preso, lo soffoca mettendo in atto il suo delittuoso proposito.
Nel riquadro a fianco la scena mostra il piccolo composto sul letto e pianto dai suoi familiari, ma per il raggio di luce che proviene dalla figura di San Nicola avviene il miracolo, e il bambino, come in una sequenza dinamica viene dipinto come nuovamente in piedi.
Colui che aveva attirato il piccolo forse per il particolare cappello e la tipica cappa ha la chiara apparenza di essere un pellegrino, ma, con altrettanta precisione si trova la rappresentazione del diavolo per le orribili zampe e le sinistre ali che spuntano dall'abito.
Questa storia, come la maggior parte delle storie dei miracoli e delle vite dei Santi, proviene dall'opera "La Legenda Aurea" scritta alla fine del tredicesimo secolo da un frate domenicano Jacopo da Varazze (Iacopo da Varagine), che fu arcivescovo di Genova dal1292 al 1298, anno della sua morte.
A questa fonte si rivolgevano gli artisti che si occupavano di temi sacri, ma a sua volta il Vescovo nell'intento di raccogliere materiale per i sermoni e tramandare esempi di vita e di santità, si è dovuto avvalere dei racconti popolari delle varie regioni e paesi dove era viva la devozione per personaggi ai quali erano attribuiti i miracoli e le storie più sensazionali. Non è facile pertanto riuscire a stabilire quanto l'idea del diavolo- pellegrino possa essere attribuita allo scrittore, alla opinione popolare o all'artista stesso.
Le storie che riguardano San Nicola come protettore dei deboli e degli indifesi sono tante e provengono da tradizioni diverse a volte anche contraddittorie; altri artisti gli hanno dedicato opere di particolare interesse.
Al Metropolitan Museum of Art di New York si trova un dipinto di Bicci di Lorenzo: San Nicola resuscita i tre fanciulli in salamoia (cm 30,4 x 56,5).
Alla National Gallery of Art di Washington un'opera di Gentile da Fabriano rappresenta: Pellegrinaggio alla tomba di San Nicola inv. 379 (K 486) (cm 36.4 x 35.9 cm).
A Roma, alla Pinacoteca Vaticana, inv.250 (cm 36,5 x 36,5) Gentile da Fabriano: San Nicola risuscita i tre fanciulli in salamoia.
Anche Dante non manca di raccontare un miracolo di San Nicola, nel Purgatorio al canto ventesimo parla dell'episodio delle tre sorelle.
Nei testi di storia dell'arte sulle opere di Ambrogio Lorenzetti viene dato particolare rilievo all'affresco che si trova nella Sala dei Nove, nel Palazzo Pubblico di Siena a titolo "Il Buono e Cattivo Governo" in quanto rappresenta anche un interessante documento del primo grande paesaggio moderno nella storia della pittura occidentale.
Noi, per il nostro appassionato interesse sulle storie dei pellegrini presentiamo questo quadro per la sua citazione del pericolo che può nascondersi sotto la loro identità.
Le citazioni anche quelle sotto la luce negativa, sono sempre interessanti!
Lucia Mazzucco