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I FRANCESCANI DELLA VERNA 

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Una prima fonte documentaria del primo insediamento sul Monte della Verna, viene fornita dal Vescovo Marcellino di Arezzo che il 16 giugno 1239 emette il diploma episcopale con il quale concede un'indulgenza di giorni 40 a chiunque sostenga con le proprie opere i frati della Verna. La prima costruzione in muratura fu la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli che dopo il 1250 venne ristrutturata e ampliata. In quegli anni anche papa Innocenzo IV concede un'indulgenza di giorni 40 ai fedeli che aiutano i frati con “elemosine ed altri aiuti di carità”. Bolla del 17 novembre 1250  

I fabbricati dell’intero complesso furono edificati nei secoli successivi con il contributo dei fedeli e della Repubblica Fiorentina che per secoli ha avuto un importante ruolo di protezione verso i Francescani e la Verna, come vedremo più avanti. Anche la Chiesa non fece mancare il proprio sostegno ai frati francescani intervenendo in loro aiuto in varie forme. Ad esempio, nel 1472 per la ricostruzione dei fabbricati a seguito di un incendio, Papa Sisto IV concede un’indulgenza di 100 giorni a tutti quei fedeli che avessero aiutato i frati.

Dal tempo di San Francesco, ininterrottamente, la Verna è sempre stata retta dai frati francescani, che tuttavia nel corso dei secoli si sono più volte suddivisi e riuniti in vari ordini.

Nella prima metà del ‘400 la regola dei francescani si divideva in due famiglie: quella dei conventuali, ordine mendicante di diritto pontificio, che risiedevano alla Verna, e quella degli osservanti, con attaccamento severo alla regola francescana. La continua diffusione degli osservanti spinse i conventuali a protestare verso i pontefici, ma nel 1430 papa Martino V stabilì che la Verna fosse ceduta agli osservanti. Non fu possibile risolvere la questione pacificamente e si dovette ricorrere alla forza. Gli osservanti però erano perseguitati dagli abitanti e dai conventuali tanto che dovettero chiedere protezione al nuovo papa.

Nel corso dei secoli l’ordine dei francescani osservanti si suddivise in vari rami (riformati, recoletti, alcantrini) ma verso la fine dell’800 le varie correnti si riunirono in un unico istituto religioso e si dettero il semplice nome di Frati Minori. La Santa Sede ne dette l’approvazione il 15 maggio 1897. Oltre ai Minori, abbiamo oggi anche l’ordine dei Frati Minori Conventuali e dei Frati Minori Cappuccini. Pur ispirandosi tutti alla Regola di San Francesco, ognuno di questi ordini ha una propria struttura indipendente e un proprio abito. I Frati Minori sono i custodi del Santuario della Verna, di S. Maria degli Angeli, S.Damiano, Eremo delle Carceri ad Assisi, Lo Speco di Narni e i quattro Eremi della Valle Reatina. I Minori sono il gruppo più numeroso con circa 17.000 religiosi e operano in missioni sparse in molti paesi del mondo.

Dopo la morte di San Francesco alcuni papi, vescovi e politici, presero la Verna sotto la propria protezione.

Iniziò già nel 1250 papa Innocenzo IV seguito tre anni dopo dal cardinale Segni vescovo di Ostia e Velletri che rinnoverà la protezione nel 1255 nella sua nuova veste di Papa Alessandro IV. Si prese cura del Sacro Monte anche il Vescovo di Arezzo Guglielmo Ubertini nel 1256, e nel 1312 l’Imperatore Enrico VII volle anch’egli proteggere la Verna tramite i suoi vicari di Arezzo e del Casentino. E arriviamo al 1431, quando le controversie fra i Minori Conventuali e i Minori Osservanti, che nel frattempo si erano di nuovo insediati alla Verna, Papa Eugenio IV affidò la Verna alla protezione della Signoria Fiorentina la quale il 28.6.1432 la cedette ai Consoli dell’Arte della Lana. E questo patronato Firenze - la Verna durerà per oltre 500 anni. Il protettorato dava prestigio all’Arte della Lana e a Firenze, ma al tempo stesso comportava anche oneri. Il patronato aveva potere decisionale in questioni che riguardavano il governo del Sacro Monte. I frati dovevano infatti chiedere ai Provveditori l’autorizzazione per modificare le strutture, per concedere delle sepolture nella chiesa, per acquistare e vendere beni, e spesso insieme al benestare ricevevano anche i mezzi necessari per realizzare gli interventi.

Qualche esempio: nel 1474 il Consiglio del Popolo del Comune di Firenze  assegna  gratuitamente ai frati un quantitativo di sale; nel 1562 i provveditori dell’Arte della Lana per ordine del Duca proibiscono di tagliare alberi del bosco e asportare legna; nel 1627 i Benefattori di Firenze chiedono al Granduca il permesso di asportare i sassi della rocca di Chiusi per continuare la costruzione dello ospizio per pellegrine alla Beccia; nel 1643 i Frati attestano che il nuovo refettorio viene fatto a spese della Compagnia dei Benefattori di Firenze.Il rapporto fra i Frati e il Comune di Firenze era tuttavia complesso. Non sempre era chiaro se il Comune era protettore o proprietario. Ma fu proprio grazie al Comune di Firenze se oggi la Verna è di proprietà dei Francescani. Infatti, la legge del 7 luglio 1866 prevedeva la soppressione di tutti gli ordini religiosi e i loro beni destinati al Demanio Statale. Il Comune di Firenze reclamò la proprietà del convento che gli fu riconosciuta dopo anni di complesse indagini, trattative e pressioni di alte personalità. I frati restarono alla Verna come affittuari. Il contratto fu stipulato per la durata 9 anni con tacita proroga, per un canone di lire 1.500, salite a 2.500 nei rinnovi successivi. Solo nel 1934, dopo i Patti Lateranensi, i Franceescani poterono rientrare il possesso di tutti i loro beni, santuario, convento, bosco, mediante atto di donazione da parte del Comune di Firenze. Il Comune tuttavia si riservò la proprietà di un appartamento all’interno del convento, detto l’appartamento del Sindaco. A tutt’oggi il Comune di Firenze presenzia a tutte le cerimonie importanti che vengono celebrate al Santuario della Verna.

Anche i Buonarroti ebbero rapporti con il santuario della Verna, principalmente di carattere religioso e politico. La famiglia dei Buonarroti apparteneva alla piccola nobiltà fiorentina. Il bisnonno di Michelangelo, Buonarrota di Simone, aveva ricoperto importanti cariche pubbliche, mentre il nonno, Leonardo di Simone (1399-1459), fu podestà a Chiusi e Caprese. Infine il padre di Michelangelo, Lodovico era podestà sempre a Chiusi e Caprese quando gli nacque il figlio Michelangelo. I Buonarroti abitavano a Firenze, nel quartiere di Santa Croce, a contatto con i frati francescani. Gli incarichi loro affidati dalla Repubblica Fiorentina, avevano carattere istituzionale con le podesterie di Chiusi e Caprese, tuttavia, considerata anche la loro religiosità, furono sempre in contatto e in buoni rapporti con La Verna e i francescani. Gli stessi frati, nella loro antica pubblicazione più volte aggiornata e corretta, hanno voluto lasciarci una importante testimonianza scritta sulla nascita di Michelangelo, come segue:

COMPENDIO STORICO RELIGIOSO DEL SACRO MONTE DELL’ALVERNIA IN CUI SI DESCRIVONO TUTTI I SANTUARI E LUOGHI DEVOTI INVI ESISTENTI, I PRODIGI, E FATTI Più NOTABILI E MARAVIGLIOSI, QUIVI ACCADUTI  DAI TEMPI DEL PADRE S. FRANCESCO FINO AL NOSTRO SECOLO

NUOVAMENTE CORRETTO  PUBBLICATO A MAGGIOR GLORIA DI DIO  E A EDIFICAZIONE DE’ DEVOTI FEDELI  L’ANNO 1856.Alla pagina 7 si legge:“[…] In detto castello , benché al dì d’oggi quasi totalmente distrutto, tuttavia è sempre famoso per avervi più volte alloggiato S. Francesco, e per esservi quivi nato il celebre Michelangelo Buonarroti, insigne Pittore, Architetto e Scultore, essendo suo padre in detto tempo Podestà in questo luogo”.


Vera Biagioni
questo articolo si trova anche nel sito michelangelodove.weebly.com
http://michelangelodove.weebly.com/la-verna.html




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