Giacomo figlio di Zebedeo
Dal Vangelo di San Giovanni si viene a sapere che lui stesso assieme ad Andrea, quando erano pescatori sul Lago di Tiberiade diventarono i seguaci di Gesù . Si unirono a loro i rispettivi fratelli Giacomo e Simone. Questi testimoni della vita di Gesù dopo la sua morte assunsero ruoli diversi. Il ruolo di Giacomo lo vede protagonista nella evangelizzazione della Spagna. A Saragozza si trova la prima testimonianza del suo passaggio in un santuario considerato il più antico di tutta la Spagna. La tradizione racconta che Giacomo si trovava in un momento di scoforto perché vedeva la sua opera compiersi con molte difficoltà quando ebbe una visione della Madonna che posata sopra una colonna lo appellò affinchè proseguisse con fiducia in suo compito. Su quel luogo l’apostolo fece poi costruire una cappella e intorno a quella colonna alla riva del fiume Ebro oggi si trova la magnifica cattedrale della Madonna del Pilar..
Dal Vangelo di San Giovanni si viene a sapere che lui stesso assieme ad Andrea, quando erano pescatori sul Lago di Tiberiade diventarono i seguaci di Gesù . Si unirono a loro i rispettivi fratelli Giacomo e Simone. Questi testimoni della vita di Gesù dopo la sua morte assunsero ruoli diversi. Il ruolo di Giacomo lo vede protagonista nella evangelizzazione della Spagna. A Saragozza si trova la prima testimonianza del suo passaggio in un santuario considerato il più antico di tutta la Spagna. La tradizione racconta che Giacomo si trovava in un momento di scoforto perché vedeva la sua opera compiersi con molte difficoltà quando ebbe una visione della Madonna che posata sopra una colonna lo appellò affinchè proseguisse con fiducia in suo compito. Su quel luogo l’apostolo fece poi costruire una cappella e intorno a quella colonna alla riva del fiume Ebro oggi si trova la magnifica cattedrale della Madonna del Pilar..
Madonna del Pilar

E’ un imponente edificio barocco a forma rettangolare, a tre navate lungo centotrentacinque metri e larga cinquantanove, con quattro torri e undici cupole, che nell'insieme ricordano la forma dei minareti. L’interno è decorato e affrescato da Velázquez, Francisco de Goya, Ramon e Francisco Bayen. Il primo documento scritto su questa chiesa risale al 1220 ma una chiesa di “Sancta Maria intra muros” a Saragozza esisteva ancor prima della invasione araba, avvenuta nel 711. Il monaco Aimoinus, giunto in Spagna nell’anno 855 alla ricerca delle reliquie di S. Vincenzo, scrisse che “la chiesa dedicata alla Vergine a Saragozza era la madre di tutte le chiese della città, e che S. Vincenzo vi aveva esercitato le funzioni di diacono al tempo del vescovo Valerio”. Nel 1118 quando Saragozza fu liberata dal dominio dei musulmani e ritornò capitale del regno di Aragona Santa Maria del Pilar venne restaurata per accogliere schiere sempre più numerose di pellegrini.
.
.
Santiago

Ma un’altra storia miracolosa si apre intorno a Giacomo quando nel IX secolo un pastore di nome Pelagio, notò sul monte Libradon un tumulo sul quale brillavano delle luci. Il vescovo Teodomiro, interessato dallo strano fenomeno, scoprì in quel luogo una tomba, probabilmente di epoca romana, che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta:"Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé". »Il re delle Asturie e della Galizia allora fece costruire sul luogo una chiesa nella quale dall’893 dei monaci benedettini presero residenza. Santiago di Compostela (da Campus Stellae -campo della stella- o da Campos Tellum -terreno di sepoltura) diventò un luogo santo che pellegrini prima dalle Asturie e dalla Galizia , poi da tutta l’Europa vennero a onorare. Il santuario che oggi è visitato da tanti pellegrini proveniente da tutto il mondo ha una parte in stile barocco come l'altare maggiore, mentre tutto l'edificio è sostanzialmente di struttura romanica per quanto nei vari secoli abbia subito molti rimaneggiamenti .
Santiago Matamoros

Accanto alla diffusione del pellegrinaggio si riportano le leggende e i miracoli intorno alla figura del patrono della Spagna. Santiago Matamoros è quasi un iniziatore delle crociate, appare nelle battaglie contro i Mori continuando anche dopo la sua vita la sua opera di cristianizzazione. La leggenda sostenuta anche dal Codez Calixtinus racconta la sua presenza su un cavallo bianco presso Clavijo nella Rioja per guidare alla vittoria i cristiani. Un grande affresco trecentesco riferito allo Pseudo Jacopino che si trova nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, ritrae questa scena, mentre San Giacomo galoppante sui caduti arabi è un affresco dipinto dal Sodoma nella Cappella degli Spagnoli della Chiesa di Santo Spirito a Siena. Anche in un'opera lirica ne Le Cid di Massenet San Giacomo fa sentire la sua voce e annuncia la futura vittoria dei cristiani nella battaglia .
Per quanto riguarda i miracoli di san Giacomo il più famoso è quello detto 'dei polli' avvenuto lungo il Cammino francese a Santo Domingo della Calzada. Un pellegrini impiccato per una colpa non commessa viene mantenuto invita dal Santo ed i genitori potranno riprenderlo al loro ritorno da Santiago.
San Giacomo che sostiene l'impiccato è un affresco del pittore Giovanni di Pietro, detto lo Spagna (n. 1450 circa - m. Spoleto 1528 ) nella chiesa di Spoleto; ancora lo stessa tema si trova negli affreschi della Chiesa di San Pietro e San Giacomo in una chiesetta a Cuma, lungo la Via Francigena.
Per quanto riguarda i miracoli di san Giacomo il più famoso è quello detto 'dei polli' avvenuto lungo il Cammino francese a Santo Domingo della Calzada. Un pellegrini impiccato per una colpa non commessa viene mantenuto invita dal Santo ed i genitori potranno riprenderlo al loro ritorno da Santiago.
San Giacomo che sostiene l'impiccato è un affresco del pittore Giovanni di Pietro, detto lo Spagna (n. 1450 circa - m. Spoleto 1528 ) nella chiesa di Spoleto; ancora lo stessa tema si trova negli affreschi della Chiesa di San Pietro e San Giacomo in una chiesetta a Cuma, lungo la Via Francigena.
Il Cammino di Santiago di Compostela

è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità nell’anno 1998.
Fu descritto la prima volta dal chierico Aimery Picaud nel XII secolo e comprendeva quattro vie che partivano dal territorio francese. Esse avevano origine a Parigi, Vézelay, Le Puy e Arles. Lungo il loro percorso si collegavano altre strade secondarie, creando così una fitta rete di pellegrinaggio.
Dalla via di Parigi confluivano strade provenienti da Boulogne, da Tournai e dai Paesi Bassi, mentre altre che arrivavano da Caen, dal Mont Saint Michael e dalla Bretagna si inserivano in località intermedie e a Bordeaux arrivavano i pellegrini provenienti dall’Inghilterra e dalle regioni costiere. Le Puy raccoglieva i pellegrini della valle del Rodano, mentre quelli che provenivano dall’Italia passavano per Arles.
Si può stabilire che le quattro vie arrivassero a quantificare 5000 chilometri di percorsi , lungo i quali sono stati identificati più di 800 luoghi con stazionamenti per pellegrini e di questo oltre 75 sono stati identificati per essere annoverati nell’elenco del Patrimonio mondiale.
Ci sono strade il cui tracciato è rimasto invariato fino ad oggi, ci sono ponti che sono stati costruiti appositamente per il transito dei pellegrini, nelle chiese sono stati creati dei deambulatori che consentissero un flusso ordinato dei fedeli, e per finire gli ospedali sono addirittura nati con questa primaria funzione di assistenza.
Fu descritto la prima volta dal chierico Aimery Picaud nel XII secolo e comprendeva quattro vie che partivano dal territorio francese. Esse avevano origine a Parigi, Vézelay, Le Puy e Arles. Lungo il loro percorso si collegavano altre strade secondarie, creando così una fitta rete di pellegrinaggio.
Dalla via di Parigi confluivano strade provenienti da Boulogne, da Tournai e dai Paesi Bassi, mentre altre che arrivavano da Caen, dal Mont Saint Michael e dalla Bretagna si inserivano in località intermedie e a Bordeaux arrivavano i pellegrini provenienti dall’Inghilterra e dalle regioni costiere. Le Puy raccoglieva i pellegrini della valle del Rodano, mentre quelli che provenivano dall’Italia passavano per Arles.
Si può stabilire che le quattro vie arrivassero a quantificare 5000 chilometri di percorsi , lungo i quali sono stati identificati più di 800 luoghi con stazionamenti per pellegrini e di questo oltre 75 sono stati identificati per essere annoverati nell’elenco del Patrimonio mondiale.
Ci sono strade il cui tracciato è rimasto invariato fino ad oggi, ci sono ponti che sono stati costruiti appositamente per il transito dei pellegrini, nelle chiese sono stati creati dei deambulatori che consentissero un flusso ordinato dei fedeli, e per finire gli ospedali sono addirittura nati con questa primaria funzione di assistenza.
Una chiesa con le reliquie di San Giacomo

Nei pressi del passo della Futa, località San Giacomo, frazione del Comune di Castiglion de’ Pepoli (BO), in cima a una ripida salita sul crinale della sponda destra del Rio Bagnolo o Calvane, sorge la piccola chiesa di San Giacomo alle Calvane, che nasce come oratorio e di cui si hanno notizie già nel 1573.
Preceduta da un ampio spazio erboso e immersa nel verde di un bosco bellissimo, la chiesa si presenta con caratteristiche secentesche.
Sulla facciata una fascia in sasso d’arenaria reca un’iscrizione che indica la dedicazione all’apostolo San Giacomo e l’anno 1629, anno in cui fu eseguito un importante intervento di ristrutturazione.
Sul muro orientale della Chiesa si staglia un campaniletto a vela in cotto con due campane.
La base della croce in ferro che sovrasta la facciata è a forma di conchiglia.
All’interno della chiesa, nell’abside, una nicchia incorniciata racchiude una piccola statua in legno policromo del 1600, raffigurante San Giacomo con mantellina e conchiglia, bordone col gancio per la fiasca nella mano destra e il libro nella sinistra. Pare che la statua provenga dal vicino Santuario di Boccadirio.
Sull’altare è esposta una teca contenente una reliquia di San Giacomo.
La chiesa è visitabile nel periodo estivo grazie alla generosità di una coppia bolognese che da alcuni anni sta dedicando il proprio tempo e le proprie energie al recupero e alla cura di questo suggestivo luogo di culto e di pace.
Giovanna e Guido
Preceduta da un ampio spazio erboso e immersa nel verde di un bosco bellissimo, la chiesa si presenta con caratteristiche secentesche.
Sulla facciata una fascia in sasso d’arenaria reca un’iscrizione che indica la dedicazione all’apostolo San Giacomo e l’anno 1629, anno in cui fu eseguito un importante intervento di ristrutturazione.
Sul muro orientale della Chiesa si staglia un campaniletto a vela in cotto con due campane.
La base della croce in ferro che sovrasta la facciata è a forma di conchiglia.
All’interno della chiesa, nell’abside, una nicchia incorniciata racchiude una piccola statua in legno policromo del 1600, raffigurante San Giacomo con mantellina e conchiglia, bordone col gancio per la fiasca nella mano destra e il libro nella sinistra. Pare che la statua provenga dal vicino Santuario di Boccadirio.
Sull’altare è esposta una teca contenente una reliquia di San Giacomo.
La chiesa è visitabile nel periodo estivo grazie alla generosità di una coppia bolognese che da alcuni anni sta dedicando il proprio tempo e le proprie energie al recupero e alla cura di questo suggestivo luogo di culto e di pace.
Giovanna e Guido
qualche considerazione
Ho fatto una cosa che sognavo di fare da anni. Ci sono
riuscito, e ora sono contento di me, soddisfatto ed appagato: sento di aver
fatto un’impresa grande (grande per me, beninteso; non certo grande in
assoluto, ci mancherebbe!); sono contento di essere stato capace di portarla a
termine, in modo positivo, senza drammi né trionfalismi (almeno credo),
consapevolmente, e sapendone godere nella giusta misura ma sempre, credo, fino
in fondo. Non è stata un’impresa da “Rambo”, non ho fatto nulla di eccezionale:
è qualcosa che tutti possono fare. Il Cammino di Santiago è duttile e si adatta
a ciascuno: ciascuno può ritagliarsi il suo proprio Cammino nei tempi e nei
modi per lui possibili e che a lui e solo a lui devono dare gioia e
soddisfazione: non c’è nessuno a giudicare la performance! Si possono fare
tappe lunghe per fare più in fretta, o al contrario tappe brevi e meno faticose
se si ha più tempo a disposizione e meno forza fisica da spendere; in questo
caso le tappe non sono faticose e si riducono a piacevoli lunghe passeggiate:
perché ci si può anche riposare facendo il Cammino, le tappe brevi, di 10 o 15
km. al giorno, magari intervallate ogni tanto da un giorno completo di sosta,
sono alla portata di tutti. Si può andare ad alloggiare in alberghi o pensioni
invece che negli Ostelli, accettando di spendere un po’ (alle volte molto!) di
più dei 3-6 E. che spendevo io la notte per dormire; e la stessa cosa dicasi
per mangiare: se si va al ristorante e si presenta la “Credentiale” (cioè
l’attestato che documenta che si sta facendo il Cammino di Santiago) si può
chiedere il “Menù del Pellegrino” che tutti i ristoranti e le taverne lungo il
Cammino preparano e che costa dagli 8 ai 10 E.; se invece si mangia in Ostello
(e quasi tutti gli Ostelli hanno la cucina) ne bastano 2 o 3, ma logicamente
dipende da cosa si prepara: puoi mangiarti i tuoi panini e la tua frutta,
oppure, se ne hai voglia, cucinare qualcosa: ho camminato con dei ragazzi di
Treviso, 2 ingegneri di 35 anni, che si erano portati dietro condimenti vari e
alla sera si facevano della pasta asciutta che riempiva di buon profumo tutto
l’Ostello! Io mi comperavo alla mattina, lungo la strada, una baguette (circa
400 gr.) e due buste di affettato da 100 g., oppure due scatolette di tonno o
carne in scatola o un pacchetto di wurstel, una tavoletta di cioccolato, la
frutta, e 2 yogurt per la mattina successiva; per due volte mi sono comperato
un pollo arrosto che mi durava 3 giorni; ma sempre solo quello che si consuma
in quel giorno per non avere troppo peso nello zaino. C’è chi il Cammino lo fa
in bicicletta (con le sacche appese) o in tandem (una ragazza ed un ragazzo di
Trento avevano un tandem da 35 kg. e una quindicina di kg. di bagaglio), chi
attacca alla bici un carrellino con i bagagli, chi addirittura lo fa a cavallo
(ma io di cavalieri non ne ho visti: ho incrociato solo uno che faceva il
Cammino con un asinello su cui aveva caricato il bagaglio e lui che gli
camminava a fianco); c’è chi ne fa solo una parte, o lo divide in 3 o 4 pezzi
facendone uno ogni anno, o scegliendo le parti più belle e gradevoli da
percorrere a piedi e facendo in autobus il resto. C’è chi decide di farlo
magari mangiando solo pane ed acqua (ne ho sentito parlare) o addirittura chi
prova a farlo senza soldi, fidando sul buon cuore di Ospitalieri o di Parroci:
forse è un modo per mettersi alla prova, magari discutibile, ma non voglio
giudicare! C’è anche chi lo fa senza portarsi lo zaino in spalla, ma
facendoselo recapitare ogni giorno da apposite Agenzie di Viaggio nell’Ostello
prestabilito per la notte. Chi più ne ha più ne metta: con una sensazione di
profondo fastidio, ho visto un ragazzo che camminava scalzo sulla strada
sterrata: mi ha infastidito pensare che qualcuno nel XXI secolo vada cercando
la sofferenza corporale per espiare chissà cosa! Ma tant’è!
settembre 2010
Ugo Cappuccino
settembre 2010
Ugo Cappuccino