LE STRADE ROMANE

Quando dal VII secolo a.C. gli Etruschi nel prendere coscienza della propria identità cominciarono a stabilire alleanze e rapporti sia sociali che commerciali, si trovarono nella esigenza di costruire le strade. Le loro strade erano principalmente a due carreggiate, larghe circa due metri, destinate al collegamento di luoghi importanti. E poiché le città etrusche si erano insediate principalmente su siti villanoviani, queste strade si formarono principalmente su colli o promontori, oppure in vicinanza di corsi d’acqua. Per la loro costruzione usarono prevalentemente il tufo compatto.
Poi nel III secolo a.C. i Romani sconfissero gli etruschi e quelle strade non solo furono percorse con altri stemmi, ma vennero rifatte con le caratteristiche diverse per rispondere alle nuove esigenze dei conquistatori. Gli Etruschi ebbero molta influenza sui Romani per la loro cultura, per le caratteristiche della loro vita sociale e artistica e per la loro disciplina di unire il sacro al profano, ma per le strade nascerà con i Romani una nuova cultura, una forte esigenza di praticità. Le strade diventeranno più larghe, costruite con materiale più resistente e con una tecnica più accurata, e soprattutto saranno strade diritte tanto che per rispettare questa linearità si faranno grandi opere di ingegneria per abbattere quelle barriere che venivano incontrate. I Romani produrranno 100.000 chilometri di strade lastricate, il cosiddetto basolato romano, e altrettante in terra battuta.
Pietre miliari saranno poste a regolare distanza.
Millia passum dal quale deriva la parola miglio, erano mille passi e corrispondevano a circa 1500 metri.
Le strade saranno classificate con una vera e propria gerarchia che in questo modo avrebbe assicurato una costante manutenzione.
I curatores viarum erano i funzionari ufficiali.
Dal 44 a.C. Giulio Cesare cominciò la compilazione di un itinerario maestro che rappresentava tutte le strade dell’impero.
Da allora si definisce il paesaggio che viene rappresentato attraverso le strade che formano i cardini e i decumani, cioè gli assi fondamentali delle città, le porte, le cinte murarie e le necropoli all'uscita con quei monumenti funerari che ancor oggi rappresentano utili punti di riferimento.
Strabone, un geografo e storico dell'età augustea dopo uno dei suoi tanti viaggi di ricerca, definì il grande valore dato dai romani all'impianto delle strade di comunicazione uguale all'impegno che i Greci avevano avuto per realizzare la bellezza delle loro città e l'ostentazione che ritrovava nelle piramidi.
E assieme alle strade si devono considerare come opere d’arte i ponti, i viadotti, le tagliate, i terrazzamenti e le gallerie.
Un itinerario scolpito in pietra collocato vicino al Pantheon era la fonte fondamentale dalla quale i Romani, i viaggiatori e commercianti potevano ricavare le informazioni necessarie sulla rete viaria.
Voluta dal curator viarum Ottaviano Augusto è giunta in alcuni suoi resti fino a noi.
Poi nel III secolo a.C. i Romani sconfissero gli etruschi e quelle strade non solo furono percorse con altri stemmi, ma vennero rifatte con le caratteristiche diverse per rispondere alle nuove esigenze dei conquistatori. Gli Etruschi ebbero molta influenza sui Romani per la loro cultura, per le caratteristiche della loro vita sociale e artistica e per la loro disciplina di unire il sacro al profano, ma per le strade nascerà con i Romani una nuova cultura, una forte esigenza di praticità. Le strade diventeranno più larghe, costruite con materiale più resistente e con una tecnica più accurata, e soprattutto saranno strade diritte tanto che per rispettare questa linearità si faranno grandi opere di ingegneria per abbattere quelle barriere che venivano incontrate. I Romani produrranno 100.000 chilometri di strade lastricate, il cosiddetto basolato romano, e altrettante in terra battuta.
Pietre miliari saranno poste a regolare distanza.
Millia passum dal quale deriva la parola miglio, erano mille passi e corrispondevano a circa 1500 metri.
Le strade saranno classificate con una vera e propria gerarchia che in questo modo avrebbe assicurato una costante manutenzione.
I curatores viarum erano i funzionari ufficiali.
Dal 44 a.C. Giulio Cesare cominciò la compilazione di un itinerario maestro che rappresentava tutte le strade dell’impero.
Da allora si definisce il paesaggio che viene rappresentato attraverso le strade che formano i cardini e i decumani, cioè gli assi fondamentali delle città, le porte, le cinte murarie e le necropoli all'uscita con quei monumenti funerari che ancor oggi rappresentano utili punti di riferimento.
Strabone, un geografo e storico dell'età augustea dopo uno dei suoi tanti viaggi di ricerca, definì il grande valore dato dai romani all'impianto delle strade di comunicazione uguale all'impegno che i Greci avevano avuto per realizzare la bellezza delle loro città e l'ostentazione che ritrovava nelle piramidi.
E assieme alle strade si devono considerare come opere d’arte i ponti, i viadotti, le tagliate, i terrazzamenti e le gallerie.
Un itinerario scolpito in pietra collocato vicino al Pantheon era la fonte fondamentale dalla quale i Romani, i viaggiatori e commercianti potevano ricavare le informazioni necessarie sulla rete viaria.
Voluta dal curator viarum Ottaviano Augusto è giunta in alcuni suoi resti fino a noi.
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Strade romane

Molte strade attuali seguono il tracciato di una antica strada romana, ma soprattutto sono molti i nomi che ancora le contraddistinguono.
VIA APPIA
I Romani chiamavano questa strada regina viarum, essa collegava Roma a Brindisiconsentiva i rapporti con Mediterraneo , allora culla della civiltà e della cultura. E’ la più antica delle vie consolari romane. Era composta da un primo tratto Roma-Capua esteso poi sino a Beneventum (Benevento) e Brundisium (Brindisi) passando per Tarentum (Taranto), (264 a.c.). Fu completata nel 190 a.C.
VIA AURELIA
La strada è nata come prima costruzione per collegare Roma con Cerveteri, poi raggiunse le nuove colonie di Alsium, Cosa, Castrum Novum e Pyrgi. In seguito l'arteria si protese fino a Genova (109 a.C.) rendendo possibile un rapido accesso al settore ligure attraverso la litoranea tirrenica. ( Via Emilia Scauri ). L'Aurelius da cui ha preso il nome doveva essere il censore del 241 a.C. (C.Aurelius Cotta), o gli anonimi consoli del 200 a.C..
La strada iniziava da Porta San Pancrazio luogo dove si riteneva fosse stato ucciso il santo
Con le prime invasioni barbariche iniziò il declino dell'arteria per il venir meno delle necessarie opere di manutenzione, tanto che nell’ epoca medioevale e la strada divenne insicura e insalubre e intorno si erano formate zone paludose e malariche.
CASSIA
La Cassia è la strada che da Roma arrivava a Luni passando per Sutri, Bolsena, Arezzo Firenze e Lucca, costruita dal console romano della Gens Cassia dal 170 al 125 a.C.
Il primo tratto coincideva con la Via Clodia dalla quale si separava al nono miglio, all'altezza dell'attuale "La Storta ". Lungo il suo percorso che era di circa 250 miglia è stato rinvenuto un solo miliario, che porta la data 123 a, C. nei pressi di Montepulciano.
Da Firenze raggiungeva Pistoia (Pistoria) e poi Lucca (Luca) , città che non erano di minore importanza rispetto a Firenze e poi si dirigeva verso nord , parallelamente al mare , superando il Monte Magno, per Camaiore (Campus Maior) e Pietrasanta si ricongiungeva con l'Aurelia verso Luni. (Camaiore e Pietrasanta sono state fondate nel tredicesimo secolo seguendo come decumano il tracciato della Cassia.)
Oggi la strada, una parte di questa strada è la statale n.2 che esce trionfalmente da Roma da Ponte Milvio ed arriva con un tratto abbastanza breve a Firenze al Ponte Vecchio ed è l'unica il cui chilometraggio non parte dal Campidoglio.
Il suo percorso offre molte delle meravigliose viste italiane.
VIA CLODIA
La strada era abbastanza breve costruita tra la via Cassia e la via Aurelia e giungeva in diverse località termali arrivando fino a Saturnia. Saturnia che è ritenuta la prima città della civiltà italica sorge sopra un grosso masso di travertino in una zona abitata almeno dal XII secolo a.C., ovvero dall'epoca tardo Villanoviana.
VIA FLAMINA
Iniziata da Carlo Flaminio nel 220 a.C. ( nel medio Evo si chiamò Via Ravegnana ) collegava Roma a Rimini. Attraversando il ponte Milvio toccava Narni, Terni, Spoleto, Fano, Pesaro ,Rimini. Entra in Roma attraverso la Porta Flaminia nelle mura Aureliane.
VIA EMILIA
Fu realizzata da Marco Emilio Lepido nel 187 a.C., come via veloce per l’esercito, diventò poi una importante arteria di collegamento di altre strade dirette verso il nord. Collegava Rimini con Piacenza e sul suo tragitto sono state fondate o create come nuovo insediamento città come , Cesena (Caesena), Forlimpopoli (Forum Popili), Forlì (Forum Livii), Faenza (Faventia), Imola (Forum Cornelii), Bologna (Bononia), Modena (Mutina), Reggio Emilia (Regium Lepidi), Parma, Fidenza (Fidentia) e Piacenza (Placentia).
VIA FLAVIA
Fu costruita dall’imperatore Vespasiano nel 78 a.C. con il progetto di collegare Venezia con la Grecia, ma il suo tratto fu solo da Trieste fino in Dalmazia
La strada partiva da Tergeste e, costeggiando il litorale istriano, passava per Pola e Fiume; giungeva infine in Dalmazia, ma si è supposto che dovesse originariamente prolungarsi sino alla Grecia. Era una delle vie più importanti fra quelle che non partivano direttamente da Roma.
VIA POPILIA-ANNIA
(132 - 131 a.c.): portava da Rimini ad Aquileia. Da Rimini raggiungeva Ravenna, Atria (Adria), Patavium (Padova), Altinum (Altino), Aquileia, Tergeste (Trieste).
Il centro di Aquileia venne anche collegato all'area istriana, attraverso i centri di Trieste, Parenzo, Pola, Nesazio e Fiume, mediante la via Flavia
VIA POSTUMIA
(148 a.c.): da Genova ad Aquileia. Attraversava la pianura padana collegando Genua con Aquileia, toccando Cremona, Verona, Vicetia (Vicenza).
VIA SALARIA
da Roma al Mare Adriatico (nelle Marche). Una delle più antiche strade commerciali; partiva da Roma e finiva a Castrum Truentinum (Porto d’Ascoli) sulla costa adriatica, toccando Reate (Rieti) e Asculum (Ascoli Piceno).
STRADA DELLE CENTO MIGLIA
strada militare, collegava Parma a Luni.
VIA TRAIANA
costruita da Traiano (109 d.c.) in alternativa alla vecchia via Appia, collegava Benevento a Brindisi e passava prossima all'Adriatico. Era più agevole rispetto alla via Appia, perchè sgombra dalla neve e dal fango anche nei mesi invernali.
LE STRADE DELL'URBE
Nel censimento del 73 d.c. le strade interne di Roma coprivano circa 100 km. Solo due strade avevano il diritto al nome di Via: La Via Sacra e La Via Nova le quali traversavano o costeggiavano il Foro. Poi se ne aggiunsero altre durante l'impero. la Via Lata, la Nova Via ecc.
VIA APPIA
I Romani chiamavano questa strada regina viarum, essa collegava Roma a Brindisiconsentiva i rapporti con Mediterraneo , allora culla della civiltà e della cultura. E’ la più antica delle vie consolari romane. Era composta da un primo tratto Roma-Capua esteso poi sino a Beneventum (Benevento) e Brundisium (Brindisi) passando per Tarentum (Taranto), (264 a.c.). Fu completata nel 190 a.C.
VIA AURELIA
La strada è nata come prima costruzione per collegare Roma con Cerveteri, poi raggiunse le nuove colonie di Alsium, Cosa, Castrum Novum e Pyrgi. In seguito l'arteria si protese fino a Genova (109 a.C.) rendendo possibile un rapido accesso al settore ligure attraverso la litoranea tirrenica. ( Via Emilia Scauri ). L'Aurelius da cui ha preso il nome doveva essere il censore del 241 a.C. (C.Aurelius Cotta), o gli anonimi consoli del 200 a.C..
La strada iniziava da Porta San Pancrazio luogo dove si riteneva fosse stato ucciso il santo
Con le prime invasioni barbariche iniziò il declino dell'arteria per il venir meno delle necessarie opere di manutenzione, tanto che nell’ epoca medioevale e la strada divenne insicura e insalubre e intorno si erano formate zone paludose e malariche.
CASSIA
La Cassia è la strada che da Roma arrivava a Luni passando per Sutri, Bolsena, Arezzo Firenze e Lucca, costruita dal console romano della Gens Cassia dal 170 al 125 a.C.
Il primo tratto coincideva con la Via Clodia dalla quale si separava al nono miglio, all'altezza dell'attuale "La Storta ". Lungo il suo percorso che era di circa 250 miglia è stato rinvenuto un solo miliario, che porta la data 123 a, C. nei pressi di Montepulciano.
Da Firenze raggiungeva Pistoia (Pistoria) e poi Lucca (Luca) , città che non erano di minore importanza rispetto a Firenze e poi si dirigeva verso nord , parallelamente al mare , superando il Monte Magno, per Camaiore (Campus Maior) e Pietrasanta si ricongiungeva con l'Aurelia verso Luni. (Camaiore e Pietrasanta sono state fondate nel tredicesimo secolo seguendo come decumano il tracciato della Cassia.)
Oggi la strada, una parte di questa strada è la statale n.2 che esce trionfalmente da Roma da Ponte Milvio ed arriva con un tratto abbastanza breve a Firenze al Ponte Vecchio ed è l'unica il cui chilometraggio non parte dal Campidoglio.
Il suo percorso offre molte delle meravigliose viste italiane.
VIA CLODIA
La strada era abbastanza breve costruita tra la via Cassia e la via Aurelia e giungeva in diverse località termali arrivando fino a Saturnia. Saturnia che è ritenuta la prima città della civiltà italica sorge sopra un grosso masso di travertino in una zona abitata almeno dal XII secolo a.C., ovvero dall'epoca tardo Villanoviana.
VIA FLAMINA
Iniziata da Carlo Flaminio nel 220 a.C. ( nel medio Evo si chiamò Via Ravegnana ) collegava Roma a Rimini. Attraversando il ponte Milvio toccava Narni, Terni, Spoleto, Fano, Pesaro ,Rimini. Entra in Roma attraverso la Porta Flaminia nelle mura Aureliane.
VIA EMILIA
Fu realizzata da Marco Emilio Lepido nel 187 a.C., come via veloce per l’esercito, diventò poi una importante arteria di collegamento di altre strade dirette verso il nord. Collegava Rimini con Piacenza e sul suo tragitto sono state fondate o create come nuovo insediamento città come , Cesena (Caesena), Forlimpopoli (Forum Popili), Forlì (Forum Livii), Faenza (Faventia), Imola (Forum Cornelii), Bologna (Bononia), Modena (Mutina), Reggio Emilia (Regium Lepidi), Parma, Fidenza (Fidentia) e Piacenza (Placentia).
VIA FLAVIA
Fu costruita dall’imperatore Vespasiano nel 78 a.C. con il progetto di collegare Venezia con la Grecia, ma il suo tratto fu solo da Trieste fino in Dalmazia
La strada partiva da Tergeste e, costeggiando il litorale istriano, passava per Pola e Fiume; giungeva infine in Dalmazia, ma si è supposto che dovesse originariamente prolungarsi sino alla Grecia. Era una delle vie più importanti fra quelle che non partivano direttamente da Roma.
VIA POPILIA-ANNIA
(132 - 131 a.c.): portava da Rimini ad Aquileia. Da Rimini raggiungeva Ravenna, Atria (Adria), Patavium (Padova), Altinum (Altino), Aquileia, Tergeste (Trieste).
Il centro di Aquileia venne anche collegato all'area istriana, attraverso i centri di Trieste, Parenzo, Pola, Nesazio e Fiume, mediante la via Flavia
VIA POSTUMIA
(148 a.c.): da Genova ad Aquileia. Attraversava la pianura padana collegando Genua con Aquileia, toccando Cremona, Verona, Vicetia (Vicenza).
VIA SALARIA
da Roma al Mare Adriatico (nelle Marche). Una delle più antiche strade commerciali; partiva da Roma e finiva a Castrum Truentinum (Porto d’Ascoli) sulla costa adriatica, toccando Reate (Rieti) e Asculum (Ascoli Piceno).
STRADA DELLE CENTO MIGLIA
strada militare, collegava Parma a Luni.
VIA TRAIANA
costruita da Traiano (109 d.c.) in alternativa alla vecchia via Appia, collegava Benevento a Brindisi e passava prossima all'Adriatico. Era più agevole rispetto alla via Appia, perchè sgombra dalla neve e dal fango anche nei mesi invernali.
LE STRADE DELL'URBE
Nel censimento del 73 d.c. le strade interne di Roma coprivano circa 100 km. Solo due strade avevano il diritto al nome di Via: La Via Sacra e La Via Nova le quali traversavano o costeggiavano il Foro. Poi se ne aggiunsero altre durante l'impero. la Via Lata, la Nova Via ecc.
Itinerarium Antonini

Antonini Itinerarium o Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti o "Itinerario Antonino" è un registro di stazioni e distanze lungo le strade dell'Impero Romano per spostarsi da un insediamento all'altro e con una celebre sezione nella "mappa stradale" della Britannia Romana, iniziato nel 217 dC prende il nome dall'Imperatore Caracalla, tramandato nella forma oggi conosciuta dal periodo di Diocleziano, cioè fine del III - inizi del IV sec., ma probabile rielaborazione del primo "itinerario maestro" commissionato nel 44 aC ai tre geografi greci Zenodoxus, Teodoto e Policlitone da Giulio Cesare e Marco Antonio e dopo 25 anni di lavoro completato sotto Ottaviano
Sezione dedicata all'Italia:
Testo 1 - Itinerarium provinciarum Antonini Augusti, p. 98, l. 2 - p. 100, l. 1 Wesseling Italiae
Iter quod a Mediolano per Picenum et Campaniam ad Columnam id est Traiectum Siciliae, ducit. m(ilia) p(assuum) DCCCCS
A Mediolano Laude civitas m(ilia) p(assuum) XVI
Placentia civitas m(ilia) p(assuum) XXIIII
Fidentiola vicus m(ilia) p(assuum) XXIIII
Parme civitas m(ilia) p(assuum) XV
Regio civitas m(ilia) p(assuum) XVIII
Mutina civitas m(ilia) p(assuum) XVII
Bononia civitas m(ilia) p(assuum) XXV
Foro Corneli civitas m(ilia) p(assuum) XXIIII
Faventia civitas m(ilia) p(assuum) X
Cesena civitas m(ilia) p(assuum) XXIIII
Ariminum civitas m(ilia) p(assuum) XX
(Itinerari) dell'Italia.
Itinerario che conduce da Milano, attraverso il Piceno e la Campania, alla colonna, cioè al traghetto per la Sicilia. 900, 5 miglia.
Da Milano alla città di Lodi, 16 miglia.
Alla città di Piacenza, 24 miglia.
Alla città di Fidenza, 24 miglia.
Alla città di Parma, 15 miglia.
Alla città di Reggio, 18 miglia.
Alla città di Modena, 17 miglia.
Alla città di Bologna, 25 miglia.
Alla città di Imola, 24 miglia.
Alla città di Faenza, 10 miglia.
Alla città di Cesena, 24 miglia.
Alla città di Rimini, 20 miglia.
[Testo tratto dall'edizione di O. Cuntz, Itineraria Romana. Volumen prius. Itineraria Antonini Augusti et Burdigalense
Sezione dedicata all'Italia:
Testo 1 - Itinerarium provinciarum Antonini Augusti, p. 98, l. 2 - p. 100, l. 1 Wesseling Italiae
Iter quod a Mediolano per Picenum et Campaniam ad Columnam id est Traiectum Siciliae, ducit. m(ilia) p(assuum) DCCCCS
A Mediolano Laude civitas m(ilia) p(assuum) XVI
Placentia civitas m(ilia) p(assuum) XXIIII
Fidentiola vicus m(ilia) p(assuum) XXIIII
Parme civitas m(ilia) p(assuum) XV
Regio civitas m(ilia) p(assuum) XVIII
Mutina civitas m(ilia) p(assuum) XVII
Bononia civitas m(ilia) p(assuum) XXV
Foro Corneli civitas m(ilia) p(assuum) XXIIII
Faventia civitas m(ilia) p(assuum) X
Cesena civitas m(ilia) p(assuum) XXIIII
Ariminum civitas m(ilia) p(assuum) XX
(Itinerari) dell'Italia.
Itinerario che conduce da Milano, attraverso il Piceno e la Campania, alla colonna, cioè al traghetto per la Sicilia. 900, 5 miglia.
Da Milano alla città di Lodi, 16 miglia.
Alla città di Piacenza, 24 miglia.
Alla città di Fidenza, 24 miglia.
Alla città di Parma, 15 miglia.
Alla città di Reggio, 18 miglia.
Alla città di Modena, 17 miglia.
Alla città di Bologna, 25 miglia.
Alla città di Imola, 24 miglia.
Alla città di Faenza, 10 miglia.
Alla città di Cesena, 24 miglia.
Alla città di Rimini, 20 miglia.
[Testo tratto dall'edizione di O. Cuntz, Itineraria Romana. Volumen prius. Itineraria Antonini Augusti et Burdigalense