San Ranieri
Si narra che 850 anni fa, a Pisa, il giorno 17 di giugno, tutte le campane della città presero a suonare da sole.
Il miracoloso evento avveniva perché un uomo, Ranieri Scacceri, già ritenuto santo in vita, passava con la sua morte alla gloria celeste.
La sua storia è stata raccontata da un discepolo nel 1162 e attualmente è riportata in due manoscritti latini medievali, che riportano due recensioni latine .
Era il 25 marzo dell’anno 1688 quando ebbe inizio la tradizione di una eccezionale festa a Pisa. Prima triennale , in seguito annuale, LA LUMINARIA ricorda quando le spoglie del santo furono solennemente trasportate in Duomo.
La data fu poi spostata al 16 giugno, vigilia della festa del santo.
La porta a lui dedicata nella Cattedrale di Pisa è un’opera di grande valore eseguita nel 1180 dallo scultore Bonanno Pisano .
I suoi battenti di bronzo hanno formelle che raccontano la vita di Gesù.
San Ranieri di Mario Messerini
San Ranieri nacque nell'anno 1118 a Pisa - quando il Duomo era appena sorto - da una distinta famiglia. Ebbe un'infanzia serena e fu affidato ad un sacerdote che lo educò ai principi cristiani. Oltre alla preghiera, il giovane amava cantare e imparò a suonare un piccolo strumento a corda. Ciò attirò a sé molte amicizie e conoscenze ma, come spesso succede, fra queste ve ne furono di negative che ben presto condussero Ranieri fuori dalla retta via.
Il giovane iniziò una nuova vita non più all'insegna dei sani principi cristiani, fondati sulla fede e sulla preghiera, ma nella ricerca spasmodica delle gratificazioni terrene e del divertimento.
Tuttavia, nonostante si sentisse fortemente attratto da quella esistenza fondata sul materialismo, nel suo animo aumentava in modo impressionante un'indicibile tristezza.
I genitori fecero di tutto per ricondurlo sulla buona strada ma senza riuscirvi. Le vie del Signore, però, sono infinite e meravigliose per cui anche Ranieri fece ritorno al buon sentiero.
Un giorno, mentre il giovane si divertiva spensieratamente con alcuni amici pisani, gli passò davanti un povero fraticello. Era Alberto di Corsica che, dopo aver smesso gli abiti di cavaliere e donato i suoi beni ai poveri, si era ritirato a pregare e a fare penitenza in convento. Toccato dalla grazia divina, Ranieri si rese conto di essere nell'errore e - lasciati suoni e canti - seguì il fraticello.
Una volta giunti al convento di San Vito, sulle sponde dell'Arno, il giovane rivelò a Padre Alberto il desiderio di volergli parlare. Dal colloquio, Ranieri percepì un tale ardore da prostrarsi ai piedi dell'umile frate e confessare a lui piangendo tutti i suoi peccati.
Pare che avesse versato tante lacrime da diventare cieco e che, successivamente, per un prodigio avesse riacquistato la vista. Non aveva ancora che 19 anni!
Lasciati - quindi - gli abiti della vecchia e malsana via e ripresi quelli della virtù, suscitò tanto stupore fra amici e conoscenti che l'avevano frequentato che numerosi di loro - colpiti da una tale conversione - cominciarono ad ammirarlo.
Un giorno, mentre Ranieri pregava nella Chiesa di San Pierino, ebbe una singolare visione che fece strabiliare gli astanti. Vide giungere dall'alto un'aquila con una fiaccola accesa nel becco e udì una voce che l'esortava: «Vengo da Gerusalemme, prendi questa fiaccola e fa' luce a chi è nelle tenebre del peccato!».
Ranieri, dopo quella visione, si sentì spinto verso i luoghi sacri.
Nella patria di Gesù il giovane rimase per 13 anni, osservando una vita di raccoglimento e di penitenza, distribuendo i suoi beni ai poveri e vestendo un misero sacco (la pilurica). Ottenne molte visioni del Paradiso, in una delle quali la Santa Vergine gli predisse che il suo corpo avrebbe riposato in una bella chiesa pisana e sarebbe stato venerato nei secoli dai suoi concittadini.
In Terra Santa operò diversi miracoli, fra cui quello di sfamare con un solo pane tanti poveri.
Nell'anno 1154 Ranieri iniziò il viaggio di ritorno in patria giungendovi felicemente dopo lungo tempo. Intanto a Pisa era pervenuta la fama della sua santità ed autorità e cittadini si prepararono ad accoglierlo degnamente. Tutti assieme si diressero al Duomo dove l'umile fraticello ringraziò il Signore per i doni spirituali ricevuti. Tornò, quindi, alla chiesetta dove era avvenuta la sua conversione e lì si stabilì per sempre.
Il giovane iniziò, così, ad operare prodigi e conversioni fra la gente che senza sosta si accalcava nel luogo santo.
Convertì i peccatori, consolò gli afflitti, guarì molti ammalati servendosi anche dell'acqua da lui benedetta e per questo egli fu definito "Ranieri dell'acqua".
Si spense serenamente - sette anni dopo il rientro dalla Terra Santa - all'età di 43 anni, il 17 giugno 1161.
Al momento del trapasso alla Patria Celeste tutte le campane di Pisa cominciarono a suonare a distesa da sole. Era l'ennesima testimonianza di pace e di amore che il santo elargiva all'amata patria toscana!
Il miracoloso evento avveniva perché un uomo, Ranieri Scacceri, già ritenuto santo in vita, passava con la sua morte alla gloria celeste.
La sua storia è stata raccontata da un discepolo nel 1162 e attualmente è riportata in due manoscritti latini medievali, che riportano due recensioni latine .
Era il 25 marzo dell’anno 1688 quando ebbe inizio la tradizione di una eccezionale festa a Pisa. Prima triennale , in seguito annuale, LA LUMINARIA ricorda quando le spoglie del santo furono solennemente trasportate in Duomo.
La data fu poi spostata al 16 giugno, vigilia della festa del santo.
La porta a lui dedicata nella Cattedrale di Pisa è un’opera di grande valore eseguita nel 1180 dallo scultore Bonanno Pisano .
I suoi battenti di bronzo hanno formelle che raccontano la vita di Gesù.
San Ranieri di Mario Messerini
San Ranieri nacque nell'anno 1118 a Pisa - quando il Duomo era appena sorto - da una distinta famiglia. Ebbe un'infanzia serena e fu affidato ad un sacerdote che lo educò ai principi cristiani. Oltre alla preghiera, il giovane amava cantare e imparò a suonare un piccolo strumento a corda. Ciò attirò a sé molte amicizie e conoscenze ma, come spesso succede, fra queste ve ne furono di negative che ben presto condussero Ranieri fuori dalla retta via.
Il giovane iniziò una nuova vita non più all'insegna dei sani principi cristiani, fondati sulla fede e sulla preghiera, ma nella ricerca spasmodica delle gratificazioni terrene e del divertimento.
Tuttavia, nonostante si sentisse fortemente attratto da quella esistenza fondata sul materialismo, nel suo animo aumentava in modo impressionante un'indicibile tristezza.
I genitori fecero di tutto per ricondurlo sulla buona strada ma senza riuscirvi. Le vie del Signore, però, sono infinite e meravigliose per cui anche Ranieri fece ritorno al buon sentiero.
Un giorno, mentre il giovane si divertiva spensieratamente con alcuni amici pisani, gli passò davanti un povero fraticello. Era Alberto di Corsica che, dopo aver smesso gli abiti di cavaliere e donato i suoi beni ai poveri, si era ritirato a pregare e a fare penitenza in convento. Toccato dalla grazia divina, Ranieri si rese conto di essere nell'errore e - lasciati suoni e canti - seguì il fraticello.
Una volta giunti al convento di San Vito, sulle sponde dell'Arno, il giovane rivelò a Padre Alberto il desiderio di volergli parlare. Dal colloquio, Ranieri percepì un tale ardore da prostrarsi ai piedi dell'umile frate e confessare a lui piangendo tutti i suoi peccati.
Pare che avesse versato tante lacrime da diventare cieco e che, successivamente, per un prodigio avesse riacquistato la vista. Non aveva ancora che 19 anni!
Lasciati - quindi - gli abiti della vecchia e malsana via e ripresi quelli della virtù, suscitò tanto stupore fra amici e conoscenti che l'avevano frequentato che numerosi di loro - colpiti da una tale conversione - cominciarono ad ammirarlo.
Un giorno, mentre Ranieri pregava nella Chiesa di San Pierino, ebbe una singolare visione che fece strabiliare gli astanti. Vide giungere dall'alto un'aquila con una fiaccola accesa nel becco e udì una voce che l'esortava: «Vengo da Gerusalemme, prendi questa fiaccola e fa' luce a chi è nelle tenebre del peccato!».
Ranieri, dopo quella visione, si sentì spinto verso i luoghi sacri.
Nella patria di Gesù il giovane rimase per 13 anni, osservando una vita di raccoglimento e di penitenza, distribuendo i suoi beni ai poveri e vestendo un misero sacco (la pilurica). Ottenne molte visioni del Paradiso, in una delle quali la Santa Vergine gli predisse che il suo corpo avrebbe riposato in una bella chiesa pisana e sarebbe stato venerato nei secoli dai suoi concittadini.
In Terra Santa operò diversi miracoli, fra cui quello di sfamare con un solo pane tanti poveri.
Nell'anno 1154 Ranieri iniziò il viaggio di ritorno in patria giungendovi felicemente dopo lungo tempo. Intanto a Pisa era pervenuta la fama della sua santità ed autorità e cittadini si prepararono ad accoglierlo degnamente. Tutti assieme si diressero al Duomo dove l'umile fraticello ringraziò il Signore per i doni spirituali ricevuti. Tornò, quindi, alla chiesetta dove era avvenuta la sua conversione e lì si stabilì per sempre.
Il giovane iniziò, così, ad operare prodigi e conversioni fra la gente che senza sosta si accalcava nel luogo santo.
Convertì i peccatori, consolò gli afflitti, guarì molti ammalati servendosi anche dell'acqua da lui benedetta e per questo egli fu definito "Ranieri dell'acqua".
Si spense serenamente - sette anni dopo il rientro dalla Terra Santa - all'età di 43 anni, il 17 giugno 1161.
Al momento del trapasso alla Patria Celeste tutte le campane di Pisa cominciarono a suonare a distesa da sole. Era l'ennesima testimonianza di pace e di amore che il santo elargiva all'amata patria toscana!