TAVOLA PEUTINGERIANA

La più antica testimonianza delle strade
Alla fine del XV secolo in una biblioteca di Worms è stato ritrovato il più antico documento cartografico dell’antichità. Era stato scoperto da Konrad Celtes uno studioso di Vienna e lui stesso poi lo affidò a Konrad Peutinger, un antiquario di Augusta, che fini per dare il suo nome al documento conosciuto oggi come la Tavola Peutingeriana.
Si trattava di un rotolo alto 34 cm e lungo 7 metri , formato di 12 pezzi dipinti su pergamena, copiato da una precedente edizione medievale che a sua volta riprendeva l’opera redatta nell’età romana imperiale proprio come guida per conoscere le informazioni utili a chi viaggiava.
La Tavola contiene le principali informazioni del mondo conosciuto dagli antichi con i tre continenti Europa, Asia e Africa separati tra loro dai tradizionali confini del Mediterraneo, del Tanais (Don), del Nilo e circondati dal grande Oceano. Indica i luoghi, la morfologia del territorio, notizie sulle popolazioni, probabilmente basandosi sulla Carta del Mondo di Marco Vipsanio Agrippa del primo secolo a. C., ma soprattutto segna cento mila chilometri di strade
Ala prima impressione la lettura sembra difficile e questo dipende soprattutto dal fatto che la rappresentazione grafica si sviluppa principalmente il larghezza tanto che il rapporto fra longitudine e latitudine pari a 21 a 1. Ma poiché lo scopo della Tavola non era quello di una rappresentazione geografica della terra ma delle informazioni sulla lunghezza delle strade e sulle distanze dei luoghi, la carta ha avuto la sua effettiva risultanza pratica.
Infatti nonostante il difetti fondamentale la carta si presenta assai più corretta della Geographia di Tolomeo.
Il primo segmento è andato perduto, forse rappresentava le Colonne d'Ercole, l'Irlanda (Hibernia) e quella mitica isola di Thule descritta dal navigatore greco Pitea di Marsiglia nel IV sec a. C. ai tempi di Alessandro Magno. I diversi percorsi stradali trovano il loro centro d'incontro e di diramazione nelle città principali: oltre a Roma, Costantinopoli e Antiochia, Ravenna e le quattro città orientali di Tessalonica, Nicea, Nicomedia e Ancyra. L’Italia è rappresentata in cinque segmenti , quindi per più di due metri di pergamena. Non c’è il delta del Po, che probabilmente non si era ancora creato e nemmeno il promontorio del Gargano che forse non era ancora stato esporato.
La sua lettura è facilitata dai diversi colori usati per indicare i vari elementi fisici; in giallo la terra, in nero i suoi contorni e la maggior parte delle iscrizioni, in rosso il tracciato delle strade statali, in verde i mari, i laghi e i fiumi, in grigio giallo e rosa le montagne e di ideogrammi o “vignette” che segnalano non solo la presenza di centri abitati più o meno importanti, ma soprattutto dei punti di snodo viario dai quali partivano strade secondarie non indicate sulla carta oltre ai centri di sosta per il cambio dei cavalli.
La carta fu incisa nel marmo e posta sotto la Porticus Vipsaniae , lungo la Via Flaminia , non lontano dall'Ara Pacis .
Un editore di Anversa nel 1591 fa stampare la tavola con il nome di FRAGMENTA TABULAE ANTIQUAE
Molte sono le città ed i luoghi di oggi che prendono come uno dei propri riferimenti importanti della loro storia il ritrovarsi nel tracciato della ' Tavola '
A Napoli si trova una preziosissima incisione in rame , 410x597, che raffigura una parte della tavola riguardante il territorio di Napoli ed è tratta dall'edizione ottocentesca di "Voyage Pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile".
La Biblioteca Archiginnasio di Bologna possiede una copia dalla Tavola che è disponibile alla consultazione
La carta è attualmente è conservata presso la Biblioteca Nazionale di Vienna.
Alla fine del XV secolo in una biblioteca di Worms è stato ritrovato il più antico documento cartografico dell’antichità. Era stato scoperto da Konrad Celtes uno studioso di Vienna e lui stesso poi lo affidò a Konrad Peutinger, un antiquario di Augusta, che fini per dare il suo nome al documento conosciuto oggi come la Tavola Peutingeriana.
Si trattava di un rotolo alto 34 cm e lungo 7 metri , formato di 12 pezzi dipinti su pergamena, copiato da una precedente edizione medievale che a sua volta riprendeva l’opera redatta nell’età romana imperiale proprio come guida per conoscere le informazioni utili a chi viaggiava.
La Tavola contiene le principali informazioni del mondo conosciuto dagli antichi con i tre continenti Europa, Asia e Africa separati tra loro dai tradizionali confini del Mediterraneo, del Tanais (Don), del Nilo e circondati dal grande Oceano. Indica i luoghi, la morfologia del territorio, notizie sulle popolazioni, probabilmente basandosi sulla Carta del Mondo di Marco Vipsanio Agrippa del primo secolo a. C., ma soprattutto segna cento mila chilometri di strade
Ala prima impressione la lettura sembra difficile e questo dipende soprattutto dal fatto che la rappresentazione grafica si sviluppa principalmente il larghezza tanto che il rapporto fra longitudine e latitudine pari a 21 a 1. Ma poiché lo scopo della Tavola non era quello di una rappresentazione geografica della terra ma delle informazioni sulla lunghezza delle strade e sulle distanze dei luoghi, la carta ha avuto la sua effettiva risultanza pratica.
Infatti nonostante il difetti fondamentale la carta si presenta assai più corretta della Geographia di Tolomeo.
Il primo segmento è andato perduto, forse rappresentava le Colonne d'Ercole, l'Irlanda (Hibernia) e quella mitica isola di Thule descritta dal navigatore greco Pitea di Marsiglia nel IV sec a. C. ai tempi di Alessandro Magno. I diversi percorsi stradali trovano il loro centro d'incontro e di diramazione nelle città principali: oltre a Roma, Costantinopoli e Antiochia, Ravenna e le quattro città orientali di Tessalonica, Nicea, Nicomedia e Ancyra. L’Italia è rappresentata in cinque segmenti , quindi per più di due metri di pergamena. Non c’è il delta del Po, che probabilmente non si era ancora creato e nemmeno il promontorio del Gargano che forse non era ancora stato esporato.
La sua lettura è facilitata dai diversi colori usati per indicare i vari elementi fisici; in giallo la terra, in nero i suoi contorni e la maggior parte delle iscrizioni, in rosso il tracciato delle strade statali, in verde i mari, i laghi e i fiumi, in grigio giallo e rosa le montagne e di ideogrammi o “vignette” che segnalano non solo la presenza di centri abitati più o meno importanti, ma soprattutto dei punti di snodo viario dai quali partivano strade secondarie non indicate sulla carta oltre ai centri di sosta per il cambio dei cavalli.
La carta fu incisa nel marmo e posta sotto la Porticus Vipsaniae , lungo la Via Flaminia , non lontano dall'Ara Pacis .
Un editore di Anversa nel 1591 fa stampare la tavola con il nome di FRAGMENTA TABULAE ANTIQUAE
Molte sono le città ed i luoghi di oggi che prendono come uno dei propri riferimenti importanti della loro storia il ritrovarsi nel tracciato della ' Tavola '
A Napoli si trova una preziosissima incisione in rame , 410x597, che raffigura una parte della tavola riguardante il territorio di Napoli ed è tratta dall'edizione ottocentesca di "Voyage Pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile".
La Biblioteca Archiginnasio di Bologna possiede una copia dalla Tavola che è disponibile alla consultazione
La carta è attualmente è conservata presso la Biblioteca Nazionale di Vienna.