I pellegrini per San Lazzaro

Nell’isola di Cuba un importante pellegrinaggio si effettua ogni anno il 17 di dicembre verso il Santuario di El Rincòn.
E’ una piccola chiesa dedicata a San Lazzaro a circa 30 chilometri dalla capitale L’Avana. Molti pellegrini partono dal paesino di Santiago de Las Vegas distante 5 chilometri e alcuni seguono riti pesanti di penitenza, come avanzare in ginocchio e trascinare pesi, indossano abiti di sacco e raccolgono doni da portare al santo. I doni non sono le rituali candele e offerte ma anche sigari e bottiglie di rum, secondo lo spirito del luogo e vengono posti anche negli altarini che si preparano nelle case.
Si parte almeno il giorno prima, a seconda della distanza, ma importante è arrivare alla mezzanotte del 16 e festeggiare proprio all’inizio il giorno dedicato al santo.
Il raduno di tante persone, la musica, la processione fanno della giornata un appuntamento molto sentito, una tradizione presa in considerazione anche dal papa Giovanni Paolo II nella sua visita pastorale all’isola, nel gennaio 1998.
E’ una piccola chiesa dedicata a San Lazzaro a circa 30 chilometri dalla capitale L’Avana. Molti pellegrini partono dal paesino di Santiago de Las Vegas distante 5 chilometri e alcuni seguono riti pesanti di penitenza, come avanzare in ginocchio e trascinare pesi, indossano abiti di sacco e raccolgono doni da portare al santo. I doni non sono le rituali candele e offerte ma anche sigari e bottiglie di rum, secondo lo spirito del luogo e vengono posti anche negli altarini che si preparano nelle case.
Si parte almeno il giorno prima, a seconda della distanza, ma importante è arrivare alla mezzanotte del 16 e festeggiare proprio all’inizio il giorno dedicato al santo.
Il raduno di tante persone, la musica, la processione fanno della giornata un appuntamento molto sentito, una tradizione presa in considerazione anche dal papa Giovanni Paolo II nella sua visita pastorale all’isola, nel gennaio 1998.
Babalù Ayé

Il santo che nella santeria cubana porta il nome di Babalù Ayè unisce la figura del santo cattolico e quella della divinità africana ed è il protettore degli ammalati e dei sofferenti.
Questa devozione cubana nasce dalla religione Yoruba che trae a sua volta le radici nella tribù Yoruba, proveniente dalla Nigeria. I membri di tale tribù furono importati per il lavoro nelle centrali di produzione dello zucchero e arrivarono a Cuba portando le proprie credenze religiose che si sono conservate grazie alla identificazione degli "orishas" con i santi della religione cattolica.
Babalù Ayé si identificafa con uno dei due Lazzaro che si leggono nel Nuovo testamento, ed è quello al quale la religione cattolica dà meno importanza.
Questa devozione cubana nasce dalla religione Yoruba che trae a sua volta le radici nella tribù Yoruba, proveniente dalla Nigeria. I membri di tale tribù furono importati per il lavoro nelle centrali di produzione dello zucchero e arrivarono a Cuba portando le proprie credenze religiose che si sono conservate grazie alla identificazione degli "orishas" con i santi della religione cattolica.
Babalù Ayé si identificafa con uno dei due Lazzaro che si leggono nel Nuovo testamento, ed è quello al quale la religione cattolica dà meno importanza.
Lazzaro e il ricco Epulone

E’ un personaggio di fantasia nella parabola del ricco Epulone che Gesù narra per l’evidente condanna all’egoismo ed alla mancanza di carità:
C’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso e tutti i giorni dava grandi banchetti. E c’era anche un mendico chiamato Lazzaro, il quale pieno di piaghe giaceva alla porta di lui, bramoso di sfamarsi dalle briciole che cascavano dalla tavola del ricco.
(Vangelo di Luca XVI, 19 – 31)
Le piaghe fanno della figura del Lazzaro colui che viene pregato per le guarigioni e per essere protetti dalle malattie e dalle sofferenze. Da ciò col nome di Lazzaretti sono stati chiamati quei luoghi, generalmente situati ai margini delle città, in cui venivano confinati i malati contagiosi.
C’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso e tutti i giorni dava grandi banchetti. E c’era anche un mendico chiamato Lazzaro, il quale pieno di piaghe giaceva alla porta di lui, bramoso di sfamarsi dalle briciole che cascavano dalla tavola del ricco.
(Vangelo di Luca XVI, 19 – 31)
Le piaghe fanno della figura del Lazzaro colui che viene pregato per le guarigioni e per essere protetti dalle malattie e dalle sofferenze. Da ciò col nome di Lazzaretti sono stati chiamati quei luoghi, generalmente situati ai margini delle città, in cui venivano confinati i malati contagiosi.
La resurrezione di Lazzaro

L’altro personaggio con il nome di Lazzaro è ritenuto più importante perché narra un miracolo di Gesù e addirittura un miracolo di resurrezione di un morto.
Lazzaro, il fratello di Marta e Maria che vivevano nella casa di Betania dove Gesù abitava quando si recava a Gerusalemme, era morto già da quattro giorni e si trovava già nel sepolcro quando arrivò Gesù e disse:
< Lazzaro vieni fuori >‘ E il morto uscì, con le mani e i piedi legati da fasce ed il viso coperto da un sudario . Gesù disse loro< Slegatelo e lasciatelo andare >
(Giovanni capitolo XI 1 – 46 )
Nel VII secolo nasce poi una leggenda popolare che continua il racconto sulla vita di Lazzaro, facendolo poi vescovo e santo martire. Il suo apostolato si racconta sia avvenuto a Cipro dove convertì molti pagani e soldati fra cui anche il suo persecutore Fessino.
In terra santa il sepolcro da cui era resuscitato Lazzaro nel quarto secolo fu meta di pellegrinaggio, come risulta dalla storia del pellegrino di Bordeaux del 333 e della nobildonna Egeria nel 384 e come narra San Girolamo.
Un ordine ospitaliero ‘I cavalieri di San Lazzaro’o Lazzariti è tuttora esistente. La sua storia comincia nell’XI secolo quando iniziò la sua opera a Gerusalemme per curare i lebbrosi.
Per quanto le due storie di Lazzaro siamo molto diverse, nelle tradizioni finiscono per confondersi ed accavallarsi, tanto che al santo cubano Babalù Aye viene attribuito l’appellativo di vescovo che può riguardare invece solo il personaggio che fu resuscitato..
Nelle iconografe invece abbiamo rappresentazioni di grande rilievo che narrano distintamente le storie raccontate dai Vangeli..
Di Giotto un affresco sulla Resurrezione di Lazzaro si trova nella chiesa inferiore di Assisi, mentre in un particolare della Maestà, appartenente alla collezione Benson di Londra, è il dipinto di Duccio di Boninsegna.
Al museo di Cleveland un grande quadro di Andrea Bassano rappresenta la scena del banchetto del ricco Epulone
Lazzaro, il fratello di Marta e Maria che vivevano nella casa di Betania dove Gesù abitava quando si recava a Gerusalemme, era morto già da quattro giorni e si trovava già nel sepolcro quando arrivò Gesù e disse:
< Lazzaro vieni fuori >‘ E il morto uscì, con le mani e i piedi legati da fasce ed il viso coperto da un sudario . Gesù disse loro< Slegatelo e lasciatelo andare >
(Giovanni capitolo XI 1 – 46 )
Nel VII secolo nasce poi una leggenda popolare che continua il racconto sulla vita di Lazzaro, facendolo poi vescovo e santo martire. Il suo apostolato si racconta sia avvenuto a Cipro dove convertì molti pagani e soldati fra cui anche il suo persecutore Fessino.
In terra santa il sepolcro da cui era resuscitato Lazzaro nel quarto secolo fu meta di pellegrinaggio, come risulta dalla storia del pellegrino di Bordeaux del 333 e della nobildonna Egeria nel 384 e come narra San Girolamo.
Un ordine ospitaliero ‘I cavalieri di San Lazzaro’o Lazzariti è tuttora esistente. La sua storia comincia nell’XI secolo quando iniziò la sua opera a Gerusalemme per curare i lebbrosi.
Per quanto le due storie di Lazzaro siamo molto diverse, nelle tradizioni finiscono per confondersi ed accavallarsi, tanto che al santo cubano Babalù Aye viene attribuito l’appellativo di vescovo che può riguardare invece solo il personaggio che fu resuscitato..
Nelle iconografe invece abbiamo rappresentazioni di grande rilievo che narrano distintamente le storie raccontate dai Vangeli..
Di Giotto un affresco sulla Resurrezione di Lazzaro si trova nella chiesa inferiore di Assisi, mentre in un particolare della Maestà, appartenente alla collezione Benson di Londra, è il dipinto di Duccio di Boninsegna.
Al museo di Cleveland un grande quadro di Andrea Bassano rappresenta la scena del banchetto del ricco Epulone