Sansepolcro
Città di pellegrini, d’arte e di pace
La fondazione del centro storico di Sansepolcro viene fatta risalire alla fine del X secolo. Secondo la tradizione, a tutt'oggi non convalidata da documenti d’archivio, Egidio ed Arcano, due pellegrini di ritorno dalla Terra Santa, si fermarono nell’Alta valle del Tevere, e, in una località al tempo detta Noceati, costruirono una cappella per custodire le Sacre Reliquie portate da Gerusalemme. Intorno a questo piccolo oratorio sorse un’abbazia benedettina, poi camaldolese, e successivamente si sviluppò il nucleo del centro storico cittadino che fu detto, proprio per questa origine, del Santo Sepolcro. Il Borgo raggiunse la fisionomia attuale intorno al XIV secolo. Negli antichi annali del Comune, gli storici chiamarono Borgo Sansepolcro “novella Gerusalemme”. Sansepolcro divenne un nodo viario primario per quella fascia di strade che congiungeva la costa adriatica con la Valle del Tevere. I viandanti, soldati, mercanti, pellegrini, che scendevano dall’ Europa orientale e preferivano la Via Romea per arrivare Roma, giungevano a Sansepolcro, da nord attraverso il Passo del Montecoronaro (mt. 853), dal Casentino attraverso il Passo di Chiusi della Verna (mt. 1000) per la via verso Montalone e Compito, con dedica ai santi Jacopo (da Varagine) e Cristoforo, protettori dei viandanti.
La città di Sansepolcro poteva essere raggiunta anche da altre strade che provenivano da vari passi delle montagne intorno alla valle. Lungo queste vie sorsero chiese e ospitali per pellegrini dedicati a S. Egidio, molto numerosi nel territorio della attuale provincia di Arezzo e nelle vicinanze di Sansepolcro, da dove si era irradiato il culto del Santo, [ come ad esempio, la chiesa di Frassineta, sulla Via Romea del Passo di Serra, in alto Casentino]. Sono conservate testimonianze dell’ impegno di Sansepolcro nell’assistenza ai pellegrini, agli infermi e ai poveri, come ad esempio la Compagnia di Sant’Antonio con la fondazione dell’ospedale [fatto risalire al 1348] e la successiva costruzione della chiesa nella quale è conservato il prezioso Stendardo Processionale di Luca Signorelli.
A Sansepolcro si trovano pregiate opere d’arte che esprimono la cultura della Via Romea: nel Museo Civico si trova il Polittico della Misericordia, di Piero di Francesca. Il dipinto raffigura la Madonna che accoglie sotto il suo manto committenti e devoti e, nelle formelle ai lati, vari santi fra i quali Arcano ed Egidio. Al tema dei due Santi fondatori della città, è dedicata un’intera sala del museo con esposizione di dipinti che celebrano Arcano ed Egidio. Un altro grande affresco quattrocentesco, in cui sono raffigurati Egidio ed Arcano, è la Crocifissione, di Bartolomeo della Gatta, conservato nella Cattedrale. Ma l’opera che più di ogni altra esprime appieno il significato del nome della città, è ‘La Resurrezione’, affresco che Piero della Francesca dipinse verso il 1460: il Cristo risorto che emerge dal Santo Sepolcro. Nel paesaggio del dipinto gli alberi che appaiono a sinistra sono secchi come in inverno, a destra verdi come in primavera, indicano l’inizio di un nuovo tempo per tutta l’umanità.
A proposito di quest’opera, lo scrittore inglese Aldous Huxley nel 1925 scrisse che la Resurrezione è il più bel dipinto del Mondo. Durante la seconda guerra mondiale l’australiano A. Clarke, comandante di una batteria di artiglieria alleata, fermò il cannoneggiamento della città perché si ricordò di quanto aveva scritto Huxey: che lì era custodito il dipinto più bello del mondo.
I musei della piccola città ospitano una grande quantità di opere di inestimabile valore. Nel luogo dove sorse la prima cappella dei Santi fondatori del Borgo, troviamo oggi l’attuale Cattedrale ricostruita nel tardo Duecento, dedicata a S. Giovanni Evangelista e al Santo Sepolcro.
Nella Cappella del SS. Sacramento è custodito il Volto Santo, in precedenza posto sull’altare maggiore. La scultura lignea del Volto Santo è documentata a Sansepolcro a partire dal 1348. Mentre i pellegrini che percorrevano la Via Francigena veneravano il Volto Santo di Lucca, quelli che transitavano sulla Via Romea veneravano il Volto Santo di Sansepolcro.
In tempi recenti la statua è stata restaurata e i lavori si sono protratti dal 1983 al 1989. Alla luce di quanto emerso nel corso dei restauri, acquista credito l’ipotesi che il Volto Santo di Borgo Sansepolcro sia in realtà prototipo di quello lucchese. La questione della paternità del Volto Santo èè ancora ampiamente dibattuta fra storici dell’arte. Sansepolcro ebbe il suo periodo di maggiore espansione dal ‘300 al ‘500. A quel periodo risale la costruzione di eleganti edifici medievali
rinascimentali e barocchi e di numerose chiese che conservano all’interno preziosi dipinti di autori illustrissimi. L’abbellimento urbanistico della città ha il suo momento fondamentale durante il dominio di Firenze. Cosimo de’ Medici affidò al Buontalenti il completamento della cinta muraria iniziata da Giuliano da Sangallo.
A tutt’oggi la città ha conservato quasi inalterato il suo assetto urbanistico medievale.
Oggi Sansepolcro è una città attiva e moderna, impegnata a salvaguardare la propria storia, il proprio patrimonio culturale e artistico, le proprie tradizioni. Ma che è anche una città che guarda al futuro, al suo sviluppo industriale, ai suoi commerci. Sansepolcro si impegna anche in altri temi di grande attualità: di pace. Nel 2000 ha fondato la Associazione Cultura della Pace con l’aiuto fattivo di personalità della cultura, dell’arte, della chiesa, della politica. L’Associazione ha lo scopo di promuovere una reale cultura della pace concorrendo a proporre soluzioni per affrontare i gravi problemi che causano i conflitti. Al visitatore che oggi si reca a Sansepolcro, la città dà il benvenuto con un cartello che è un segno di speranza per tutti:“ Benvenuti a Sansepolcro, Città della cultura della Pace”.
Vera Viagioni e Carlo Barducci
La fondazione del centro storico di Sansepolcro viene fatta risalire alla fine del X secolo. Secondo la tradizione, a tutt'oggi non convalidata da documenti d’archivio, Egidio ed Arcano, due pellegrini di ritorno dalla Terra Santa, si fermarono nell’Alta valle del Tevere, e, in una località al tempo detta Noceati, costruirono una cappella per custodire le Sacre Reliquie portate da Gerusalemme. Intorno a questo piccolo oratorio sorse un’abbazia benedettina, poi camaldolese, e successivamente si sviluppò il nucleo del centro storico cittadino che fu detto, proprio per questa origine, del Santo Sepolcro. Il Borgo raggiunse la fisionomia attuale intorno al XIV secolo. Negli antichi annali del Comune, gli storici chiamarono Borgo Sansepolcro “novella Gerusalemme”. Sansepolcro divenne un nodo viario primario per quella fascia di strade che congiungeva la costa adriatica con la Valle del Tevere. I viandanti, soldati, mercanti, pellegrini, che scendevano dall’ Europa orientale e preferivano la Via Romea per arrivare Roma, giungevano a Sansepolcro, da nord attraverso il Passo del Montecoronaro (mt. 853), dal Casentino attraverso il Passo di Chiusi della Verna (mt. 1000) per la via verso Montalone e Compito, con dedica ai santi Jacopo (da Varagine) e Cristoforo, protettori dei viandanti.
La città di Sansepolcro poteva essere raggiunta anche da altre strade che provenivano da vari passi delle montagne intorno alla valle. Lungo queste vie sorsero chiese e ospitali per pellegrini dedicati a S. Egidio, molto numerosi nel territorio della attuale provincia di Arezzo e nelle vicinanze di Sansepolcro, da dove si era irradiato il culto del Santo, [ come ad esempio, la chiesa di Frassineta, sulla Via Romea del Passo di Serra, in alto Casentino]. Sono conservate testimonianze dell’ impegno di Sansepolcro nell’assistenza ai pellegrini, agli infermi e ai poveri, come ad esempio la Compagnia di Sant’Antonio con la fondazione dell’ospedale [fatto risalire al 1348] e la successiva costruzione della chiesa nella quale è conservato il prezioso Stendardo Processionale di Luca Signorelli.
A Sansepolcro si trovano pregiate opere d’arte che esprimono la cultura della Via Romea: nel Museo Civico si trova il Polittico della Misericordia, di Piero di Francesca. Il dipinto raffigura la Madonna che accoglie sotto il suo manto committenti e devoti e, nelle formelle ai lati, vari santi fra i quali Arcano ed Egidio. Al tema dei due Santi fondatori della città, è dedicata un’intera sala del museo con esposizione di dipinti che celebrano Arcano ed Egidio. Un altro grande affresco quattrocentesco, in cui sono raffigurati Egidio ed Arcano, è la Crocifissione, di Bartolomeo della Gatta, conservato nella Cattedrale. Ma l’opera che più di ogni altra esprime appieno il significato del nome della città, è ‘La Resurrezione’, affresco che Piero della Francesca dipinse verso il 1460: il Cristo risorto che emerge dal Santo Sepolcro. Nel paesaggio del dipinto gli alberi che appaiono a sinistra sono secchi come in inverno, a destra verdi come in primavera, indicano l’inizio di un nuovo tempo per tutta l’umanità.
A proposito di quest’opera, lo scrittore inglese Aldous Huxley nel 1925 scrisse che la Resurrezione è il più bel dipinto del Mondo. Durante la seconda guerra mondiale l’australiano A. Clarke, comandante di una batteria di artiglieria alleata, fermò il cannoneggiamento della città perché si ricordò di quanto aveva scritto Huxey: che lì era custodito il dipinto più bello del mondo.
I musei della piccola città ospitano una grande quantità di opere di inestimabile valore. Nel luogo dove sorse la prima cappella dei Santi fondatori del Borgo, troviamo oggi l’attuale Cattedrale ricostruita nel tardo Duecento, dedicata a S. Giovanni Evangelista e al Santo Sepolcro.
Nella Cappella del SS. Sacramento è custodito il Volto Santo, in precedenza posto sull’altare maggiore. La scultura lignea del Volto Santo è documentata a Sansepolcro a partire dal 1348. Mentre i pellegrini che percorrevano la Via Francigena veneravano il Volto Santo di Lucca, quelli che transitavano sulla Via Romea veneravano il Volto Santo di Sansepolcro.
In tempi recenti la statua è stata restaurata e i lavori si sono protratti dal 1983 al 1989. Alla luce di quanto emerso nel corso dei restauri, acquista credito l’ipotesi che il Volto Santo di Borgo Sansepolcro sia in realtà prototipo di quello lucchese. La questione della paternità del Volto Santo èè ancora ampiamente dibattuta fra storici dell’arte. Sansepolcro ebbe il suo periodo di maggiore espansione dal ‘300 al ‘500. A quel periodo risale la costruzione di eleganti edifici medievali
rinascimentali e barocchi e di numerose chiese che conservano all’interno preziosi dipinti di autori illustrissimi. L’abbellimento urbanistico della città ha il suo momento fondamentale durante il dominio di Firenze. Cosimo de’ Medici affidò al Buontalenti il completamento della cinta muraria iniziata da Giuliano da Sangallo.
A tutt’oggi la città ha conservato quasi inalterato il suo assetto urbanistico medievale.
Oggi Sansepolcro è una città attiva e moderna, impegnata a salvaguardare la propria storia, il proprio patrimonio culturale e artistico, le proprie tradizioni. Ma che è anche una città che guarda al futuro, al suo sviluppo industriale, ai suoi commerci. Sansepolcro si impegna anche in altri temi di grande attualità: di pace. Nel 2000 ha fondato la Associazione Cultura della Pace con l’aiuto fattivo di personalità della cultura, dell’arte, della chiesa, della politica. L’Associazione ha lo scopo di promuovere una reale cultura della pace concorrendo a proporre soluzioni per affrontare i gravi problemi che causano i conflitti. Al visitatore che oggi si reca a Sansepolcro, la città dà il benvenuto con un cartello che è un segno di speranza per tutti:“ Benvenuti a Sansepolcro, Città della cultura della Pace”.
Vera Viagioni e Carlo Barducci