Via degli Acquedotti
24 km da Lucca a Pisa (o viceversa)
Tempo 8 ore + soste. Elevazione in salita 600 mt, in discesa 600 mt. Altezza minima 15 mt, massima 617 mt]
La storia.
L’approvvigionamento idrico della città di Lucca nei secoli si è avvalso dell’apporto del fiume Serchio e dei pozzi della piana circostante. Nel Settecento, ritenendo necessario l'approvvigionarsi di acqua di maggior purezza, si iniziò a progettare un sistema per portare l’acqua dai vicini Monti Pisani, ma solo a metà del 1800 l’architetto lucchese Nottolini, su incarico di Maria Luisa di Borbone, riuscì a completare la complessa architettura ed il sistema idraulico per portare acqua purissima dalle numerose fonti fino a Lucca, per alimentare le fontane cittadine. Del resto una analoga iniziativa aveva preso circa due secoli prima (1613) la città di Pisa con la costruzione dell’acque- dotto mediceo che dal versante pisano dell’omonimo monte portava l’acqua in città.
Nel lato lucchese il Nottolini costruì un acquedotto sopraelevato, sul modello degli antichi acquedotti romani e di quello pisano mediceo, sostenuto da 459 archi in mattoni. L’acqua veniva convogliato, alle falde del monte Pisano, in un centro di raccolta e depurazione, costruito in stile neoclassico dorico a pianta circolare, conosciuto anche come “Tempietto di Guamo”. Da lì iniziavano a susseguirsi gli archi che in circa 3,4 km arrivavano nei pressi delle mura di Lucca (vicino all’attuale stazione FS) in una cisterna in marmo entro un’ analoga struttura neoclassica (Tempietto di San Concordio). Erano previste due condutture separate in base alla purezza dell’acqua e alla destinazione di uso (uso privato o alimentazione delle fontane pubbliche). Condotte metalliche portavano poi l’acqua in città passando sotto il Baluardo di San Colombano.
Dalla parte pisana, già al tempo di Cosimo de’ Medici, si era pensato di alimentare i fabbisogni della città con l’acqua pura prelevata nella Valle delle Fonti vicino ad Asciano sul Monte Pisano. L’acqua veniva depurata anche in questo caso con spurgatoi (bottinelli) e convogliata in un cisternone di raccolta e quindi immessa nell’acquedotto vero e proprio, sopraelevato anch’esso; la struttura conta 934 archi per un percorso di circa 6 km fino alla pisana Piazza delle Gondole. I due acquedotti, soprattutto il lucchese, sono ancora oggi sostanzialmente integri anche se la funzione idrica è stata soppiantata con altre condutture sotterranee. Nel lato lucchese, furono abbattuti 6 archi (negli anni trenta e nel 1962 in occasione del raddoppio della carreggiata) per lasciar posto all’autostrada A11 Firenze-Mare, come è possibile ancor oggi constatare percorrendola.
Descrizione.
Proponiamo il percorso fruibile a piedi in circa 8 ore, descrivendolo nella direzione Lucca-Pisa.
Si parte dalla Stazione Ferroviaria di Lucca, uscendo tramite il sottopassaggio dal lato Sud. Si prende la Via Nottolini percorrendola a sinistra per circa 100 mt fino a incrociare sulla destra la Via del Tempietto. Si gira a destra e ci troviamo di fronte ad una imponente costruzione settecentesca, il “Tempietto di san Concordio”, recintata attualmente dalla rete rossa dei cantieri (VA01 – km 0 – alt. 15 mt. s.l.m). Si prende lo stradello che corre sul lato destro della fila degli archi. Dopo 100 mt si attraversa la Via Vincenzo Consani e si prosegue per 700 mt fino alla passerella che permette il sovrapassaggio dell' autostrada A11 (VA02). Dopo circa 400 mt si attraversa la Via Sorbano Del Giudice (VA03). Altri 600 mt e si attraversa la Via dei Lippi e quasi con un altro km si arriva all’attraversamento della Via Sottomonte (VA05). In questo tratto lucchese, troviamo numerose fontanelle che prendono l’acqua dalla sottostante conduttura sotterranea. Arriviamo quindi al termine dell’acquedotto vero e proprio, al “Tempietto di Guamo”, cisterna in stile neoclassico, molto simile alla omologa che abbiamo trovato all’inizio (VA 06 – km 3,4). Ora in lieve salita procediamo a sinistra, a lato delle conduttore forzate di alimentazione della cisterna. Dopo 400 mt il percorso gira a destra (VA07) e continua in una valletta, con opere idrauliche di regimazione del fiume (San Quirico) architettonicamente molto curate. Si arriva alla località molto suggestiva “Parole d’oro” (VA08 – km 4,2 – alt. 56) , così chiamata un tempo dai contadini locali impressionati dalle scritte con vernice dorata che ornavano un ponte. Poco dopo una immensa e moderna vasca, chiusa, testimonia che l’odierno acquedotto lucchese prende ancora l’acqua da questa zone, ricca di fonti. Poco dopo, ad un muro di cinta si prende il sentiero a sinistra (VA09) e si continua in lieve salita. Al successivo bivio dopo 700 mt si tiene la sinistra (VA10) e dopo 300 mt si tiene la sinistra nel sentiero in salita, con un successivo tornante a destra. Ancora 300 mt di salita e si arriva in località Gallonzora dove troviamo la strada asfaltata (VA12 – km 5,6 – alt. 233). Si prende a destra la strada in discesa che ci porta al paese di Vorno in meno di 2 km (VA13 – Km 7,4 – alt. 96). Ci sarebbe una scorciatoia per tagliare un tornante, ma è mal tenuta per cui conviene il tragitto asfaltato più lungo ma sicuro. Arrivati nei pressi della Pieve si va a destra verso di essa e poi a sinistra (VA14) per entrare nel borgo. Si continua per 200 mt e quindi si gira a sinistra (VA15) per dirigersi – eventualmente – all’Ostello Rio di Vorno, dove si può fare una breve sosta al bar oppure trovare modo di trascorrere la notte. Ripartiti si prende la strada asfaltata al lato sn dell’Ostello e si procede per circa 1,4 km fino a trovare sulla sinistra il segnavia biancorosso del sentiero 124 (VA17 – km 9,1 – alt. 173). Si gira quindi a sinistra su strada ancora asfaltata, dopo pochi metri si va a destra in salita e poco prima di un cancello si apre a sinistra l’inizio del sentiero vero e proprio. Inizia una discreta salita, ripida, da fare con calma e attenzione, che in circa 2,5 km ci porterà al valico di Campo di Croce. Prima di arrivare al valico c’è una breve intersezione con una strada forestale, su cui ci si immette andando a destra (VA20 – km 10,9 – alt.482) per poi abbandonarla 100 mt dopo salendo lungo il sentiero sassoso a sinistra (VA21). Al valico (VA22 – km 11,9 – alt. 617) nel grande spiazzo, partono ben quattro sentieri: il primo sulla nostra sinistra è il sentiero di crinale 00, poi continuando in senso orario, il successivo scende a Calci, poi il sentiero Tobler (che prenderemo) che parte alla sinistra del tabellone informativo, infine quello subito alla nostra destra sale al Monte Faeta. Prendiamo il sentiero Tobler che porta ad Agnano e Asciano. Dopo circa 1,8 km si va a destra (VA23 – km 13,7 – alt. 495) per il Passo della Conserva, in lieve salita. Si giunge ad un bivio da cui si dipartono quattro sentieri (VA24 – km 14): prendiamo il secondo da sinistra (o il terzo da destra) con segnavia CAI 117 che va in discesa molto ripida (gli altri sono in piano o anche in salita). Il percorso è difficile e ripido, e va fatto con cautela. Dopo 600 mt di questa discesa si arriva alla località “Scarpa di Orlando” (VA25 – km 14,65 - alt. 330 ) dove si abbandona il sentiero 117 e si scende a sinistra per il sentiero 119, iniziando una nuova discesa, difficoltosa, lungo le condotte forzate delle prese di acqua per il versante pisano. Si giunge poi ad uno slargo con un bivio (VA26 – km 15 – alt.219) dove ci sono due possibilità per arrivare ad Asciano, a sinistra la via più breve “Sentiero la lastricata” (km 1,7), a destra invece la via denominata “del Boschetto” (km 1,9). Prendiamo la via del Boschetto, in discesa più dolce. Arriviamo in prossimità di un ponte sulla destra, che ignoriamo, (VA 27) procedendo a diritto (cartello Asciano a 20 minuti). Scendendo, dopo 200 mt arriviamo al “Cisternone”, grande costruzione di raccolta delle acque, risalente all’epoca medicea, oggi ristrutturato e visitabile (VA28 – km 15,5 - alt. 132). Una lapide ricorda l’uccisione di due partigiani. Si procede, sempre in discesa lieve ed in quasi un km siamo ad Asciano (VA29 – km 16,5). Si percorre la Via Barachini e si va a sinistra (VA30) per 500 mt nella Via dei Condotti. Si attraversa la strada provinciale del "Lungomonte pisano" e si continua sempre sulla via dei Condotti antica che corre a lato delle arcate dell’ acquedotto pisano che qui prende origine. Le arcate soffrono in molti punti di problemi di stabilità, per cui ci sono frequenti puntellamenti ed interruzioni. Dopo 4,5 km di cammino su questo sentiero o stradello sterrato/asfaltato si arriva ai sobborghi di Pisa (Via di Pratale) dove le arcate dell’acquedotto si incuneano piano piano nell’abitato fino ad arrivare alla Piazza delle Gondole, dove una fonte monumentale testimonia il termine dell’acquedotto (VA31 – km 23 – alt. 9). Restano ancora 1,4 km per arrivare alla stazione FS dove riprendere il treno.
Chi lo desidera può richiederci il tracciato gps.
[Un ringraziamento a Giovanni Madiai per la proposta del percorso e per alcune foto]
L’approvvigionamento idrico della città di Lucca nei secoli si è avvalso dell’apporto del fiume Serchio e dei pozzi della piana circostante. Nel Settecento, ritenendo necessario l'approvvigionarsi di acqua di maggior purezza, si iniziò a progettare un sistema per portare l’acqua dai vicini Monti Pisani, ma solo a metà del 1800 l’architetto lucchese Nottolini, su incarico di Maria Luisa di Borbone, riuscì a completare la complessa architettura ed il sistema idraulico per portare acqua purissima dalle numerose fonti fino a Lucca, per alimentare le fontane cittadine. Del resto una analoga iniziativa aveva preso circa due secoli prima (1613) la città di Pisa con la costruzione dell’acque- dotto mediceo che dal versante pisano dell’omonimo monte portava l’acqua in città.
Nel lato lucchese il Nottolini costruì un acquedotto sopraelevato, sul modello degli antichi acquedotti romani e di quello pisano mediceo, sostenuto da 459 archi in mattoni. L’acqua veniva convogliato, alle falde del monte Pisano, in un centro di raccolta e depurazione, costruito in stile neoclassico dorico a pianta circolare, conosciuto anche come “Tempietto di Guamo”. Da lì iniziavano a susseguirsi gli archi che in circa 3,4 km arrivavano nei pressi delle mura di Lucca (vicino all’attuale stazione FS) in una cisterna in marmo entro un’ analoga struttura neoclassica (Tempietto di San Concordio). Erano previste due condutture separate in base alla purezza dell’acqua e alla destinazione di uso (uso privato o alimentazione delle fontane pubbliche). Condotte metalliche portavano poi l’acqua in città passando sotto il Baluardo di San Colombano.
Dalla parte pisana, già al tempo di Cosimo de’ Medici, si era pensato di alimentare i fabbisogni della città con l’acqua pura prelevata nella Valle delle Fonti vicino ad Asciano sul Monte Pisano. L’acqua veniva depurata anche in questo caso con spurgatoi (bottinelli) e convogliata in un cisternone di raccolta e quindi immessa nell’acquedotto vero e proprio, sopraelevato anch’esso; la struttura conta 934 archi per un percorso di circa 6 km fino alla pisana Piazza delle Gondole. I due acquedotti, soprattutto il lucchese, sono ancora oggi sostanzialmente integri anche se la funzione idrica è stata soppiantata con altre condutture sotterranee. Nel lato lucchese, furono abbattuti 6 archi (negli anni trenta e nel 1962 in occasione del raddoppio della carreggiata) per lasciar posto all’autostrada A11 Firenze-Mare, come è possibile ancor oggi constatare percorrendola.
Descrizione.
Proponiamo il percorso fruibile a piedi in circa 8 ore, descrivendolo nella direzione Lucca-Pisa.
Si parte dalla Stazione Ferroviaria di Lucca, uscendo tramite il sottopassaggio dal lato Sud. Si prende la Via Nottolini percorrendola a sinistra per circa 100 mt fino a incrociare sulla destra la Via del Tempietto. Si gira a destra e ci troviamo di fronte ad una imponente costruzione settecentesca, il “Tempietto di san Concordio”, recintata attualmente dalla rete rossa dei cantieri (VA01 – km 0 – alt. 15 mt. s.l.m). Si prende lo stradello che corre sul lato destro della fila degli archi. Dopo 100 mt si attraversa la Via Vincenzo Consani e si prosegue per 700 mt fino alla passerella che permette il sovrapassaggio dell' autostrada A11 (VA02). Dopo circa 400 mt si attraversa la Via Sorbano Del Giudice (VA03). Altri 600 mt e si attraversa la Via dei Lippi e quasi con un altro km si arriva all’attraversamento della Via Sottomonte (VA05). In questo tratto lucchese, troviamo numerose fontanelle che prendono l’acqua dalla sottostante conduttura sotterranea. Arriviamo quindi al termine dell’acquedotto vero e proprio, al “Tempietto di Guamo”, cisterna in stile neoclassico, molto simile alla omologa che abbiamo trovato all’inizio (VA 06 – km 3,4). Ora in lieve salita procediamo a sinistra, a lato delle conduttore forzate di alimentazione della cisterna. Dopo 400 mt il percorso gira a destra (VA07) e continua in una valletta, con opere idrauliche di regimazione del fiume (San Quirico) architettonicamente molto curate. Si arriva alla località molto suggestiva “Parole d’oro” (VA08 – km 4,2 – alt. 56) , così chiamata un tempo dai contadini locali impressionati dalle scritte con vernice dorata che ornavano un ponte. Poco dopo una immensa e moderna vasca, chiusa, testimonia che l’odierno acquedotto lucchese prende ancora l’acqua da questa zone, ricca di fonti. Poco dopo, ad un muro di cinta si prende il sentiero a sinistra (VA09) e si continua in lieve salita. Al successivo bivio dopo 700 mt si tiene la sinistra (VA10) e dopo 300 mt si tiene la sinistra nel sentiero in salita, con un successivo tornante a destra. Ancora 300 mt di salita e si arriva in località Gallonzora dove troviamo la strada asfaltata (VA12 – km 5,6 – alt. 233). Si prende a destra la strada in discesa che ci porta al paese di Vorno in meno di 2 km (VA13 – Km 7,4 – alt. 96). Ci sarebbe una scorciatoia per tagliare un tornante, ma è mal tenuta per cui conviene il tragitto asfaltato più lungo ma sicuro. Arrivati nei pressi della Pieve si va a destra verso di essa e poi a sinistra (VA14) per entrare nel borgo. Si continua per 200 mt e quindi si gira a sinistra (VA15) per dirigersi – eventualmente – all’Ostello Rio di Vorno, dove si può fare una breve sosta al bar oppure trovare modo di trascorrere la notte. Ripartiti si prende la strada asfaltata al lato sn dell’Ostello e si procede per circa 1,4 km fino a trovare sulla sinistra il segnavia biancorosso del sentiero 124 (VA17 – km 9,1 – alt. 173). Si gira quindi a sinistra su strada ancora asfaltata, dopo pochi metri si va a destra in salita e poco prima di un cancello si apre a sinistra l’inizio del sentiero vero e proprio. Inizia una discreta salita, ripida, da fare con calma e attenzione, che in circa 2,5 km ci porterà al valico di Campo di Croce. Prima di arrivare al valico c’è una breve intersezione con una strada forestale, su cui ci si immette andando a destra (VA20 – km 10,9 – alt.482) per poi abbandonarla 100 mt dopo salendo lungo il sentiero sassoso a sinistra (VA21). Al valico (VA22 – km 11,9 – alt. 617) nel grande spiazzo, partono ben quattro sentieri: il primo sulla nostra sinistra è il sentiero di crinale 00, poi continuando in senso orario, il successivo scende a Calci, poi il sentiero Tobler (che prenderemo) che parte alla sinistra del tabellone informativo, infine quello subito alla nostra destra sale al Monte Faeta. Prendiamo il sentiero Tobler che porta ad Agnano e Asciano. Dopo circa 1,8 km si va a destra (VA23 – km 13,7 – alt. 495) per il Passo della Conserva, in lieve salita. Si giunge ad un bivio da cui si dipartono quattro sentieri (VA24 – km 14): prendiamo il secondo da sinistra (o il terzo da destra) con segnavia CAI 117 che va in discesa molto ripida (gli altri sono in piano o anche in salita). Il percorso è difficile e ripido, e va fatto con cautela. Dopo 600 mt di questa discesa si arriva alla località “Scarpa di Orlando” (VA25 – km 14,65 - alt. 330 ) dove si abbandona il sentiero 117 e si scende a sinistra per il sentiero 119, iniziando una nuova discesa, difficoltosa, lungo le condotte forzate delle prese di acqua per il versante pisano. Si giunge poi ad uno slargo con un bivio (VA26 – km 15 – alt.219) dove ci sono due possibilità per arrivare ad Asciano, a sinistra la via più breve “Sentiero la lastricata” (km 1,7), a destra invece la via denominata “del Boschetto” (km 1,9). Prendiamo la via del Boschetto, in discesa più dolce. Arriviamo in prossimità di un ponte sulla destra, che ignoriamo, (VA 27) procedendo a diritto (cartello Asciano a 20 minuti). Scendendo, dopo 200 mt arriviamo al “Cisternone”, grande costruzione di raccolta delle acque, risalente all’epoca medicea, oggi ristrutturato e visitabile (VA28 – km 15,5 - alt. 132). Una lapide ricorda l’uccisione di due partigiani. Si procede, sempre in discesa lieve ed in quasi un km siamo ad Asciano (VA29 – km 16,5). Si percorre la Via Barachini e si va a sinistra (VA30) per 500 mt nella Via dei Condotti. Si attraversa la strada provinciale del "Lungomonte pisano" e si continua sempre sulla via dei Condotti antica che corre a lato delle arcate dell’ acquedotto pisano che qui prende origine. Le arcate soffrono in molti punti di problemi di stabilità, per cui ci sono frequenti puntellamenti ed interruzioni. Dopo 4,5 km di cammino su questo sentiero o stradello sterrato/asfaltato si arriva ai sobborghi di Pisa (Via di Pratale) dove le arcate dell’acquedotto si incuneano piano piano nell’abitato fino ad arrivare alla Piazza delle Gondole, dove una fonte monumentale testimonia il termine dell’acquedotto (VA31 – km 23 – alt. 9). Restano ancora 1,4 km per arrivare alla stazione FS dove riprendere il treno.
Chi lo desidera può richiederci il tracciato gps.
[Un ringraziamento a Giovanni Madiai per la proposta del percorso e per alcune foto]