Rabelais

François Rabelais (Devinière 1493 - Parigi 1553)
Scrittore francese noto per i suoi cinque libri che raccontano le imprese fantasiose del gigante Gargantua ed il figlio Pantagruel.
Fin da giovane riceve una educazione teologica , nel 15290 è frate francescano. Diventa poi benedettino perché trova la regola di San francesco troppo dura, ma ancora nel 1528 abbandona l'abito per frequentare l'università. Va a Parigi dove comincia gli studi di medicina e avrà due figli nati dalla relazione con una vedova.
Lo stile di Rabelais è ricco ed originale ma soprattutto tende ad una dissacrazione del nuovo uomo del rinascimento.
libroI
Capitolo XXXVIII Come qualmente Gargantua mangiò sei pellegrini in insalata
L’argomento richiede che raccontiamo ciò che occorse a sei pellegrini i quale venivano da San Sebastiano presso Nantes e, per paura dei nemici,s’erano nascosti per passarvi la notte , sopra uno strato di gambi di piselli, tra i cavoli e le lattughe dell’orto. Gagantua sentendosi un po’ di riscaldo domandò se gli si poteva trovare delle lattughe per fargli un’insalata.
E sentendo che ve n’erano e le più belle e grandi del paese, ché erano vaste come alberi di prugne e di noci, volle andare a coglierne lui stesso e ne prese una manata, con dentro sei pellegrini, i quali avevano si gran paura da non osar né parlare e nemmeno tossire.
Mentre dunque risciacquava dapprima la lattuga alla fontana, i pellegrini dicevano a voce bassa tra loro: < che fare? Finiremo per annegare dentro queste lattughe, dobbiamo parlare. Ma se parliamo ci ammazzerà come spie.> e mentre così ragionavano, Gargantua li mise colle lattughe dentro una terrina della csa, grande come la botte di Cisteax e, conditi con olio aceto e sale, li mangiava per rinfrescarsi prima di cena, e aveva già ingoiato cinque pellegrini; il sesto rimaneva nel piatto nascosto sotto una foglia meno il suo bordone che spuntava al di sopra. Vedendolo Grandola disse a Gargantua:
- Ma pare ci sia un corno di lumaca, non lo mangiate.
- Perché disse Gargantua – per tutto il mese le lumache sono buone .
E tirando il bordone con attaccato il pellegrino se lo mangiò egregiamente. Poi ci bevve su una tremenda sorsata di vino pinello aspettando che preparassero la cena. I pellegrini così ingoiati scansarono il meglio che poterono la mole dei suoi denti, e pensavano che egli li avesse messi in qualche prpfonda fossa di prigione; e quando Gargantua bevve la gran sorsata cedettero di annegare nella sua bocca, e il torrente del vino li travolse fin quasi nell’abisso del suo stomaco; tuttavia saltando con i loro bordoni come fanno i miche lotti poterono ricoverarsi alle falde dei denti. Ma, per disgrazia, uno di essi scandagliando il terreno col bastone, per accertarsi se fossero al sicuro, urtò rudemente nell’apertura d’un dente cariato e colpì il nervo della mandibola, onde Gargantua provò un acuto dolore e si diede a gridare dallo spasimo. Per alleviare il male fece portare il suo stuzzicadenti e uscito verso il noce groliero, snidò i signori pellegrini afferando l’uno per le gambe, l’altro per le spalle, l’altro per laa bisaccia, l’altro per la borsa, l’altro per la sciarpa. Il povero disgraziato che l’aveva colpito con il bordone, lo uncinò per la braghetta; tuttavia fu gran fortuna per lui poiché gli spacco un gran bubbone inguinale che lo martirizzava fin da quando erano passati per Ancenys. I pellegrini così snidati scapparono di bel trotto attraverso un vigneto e il dolore si calmò. In quel momento Eudemone lo chiamò per cenare poiché tutto era pronto.
Lasciatemi prima- disse – pisciare il mio dolore.
E pisciò così copiosamente che l’urina tagliò la strada ai pellegrini che furono costretti a varcare il gran canale. Passando di là presso il margine del bosco in piena marcia caddero tutti, meno Fournillier, in un gran trabocchetto scavato per prendere i lupi nella rete: dal quale si liberarono grazie all’industria del detto Fournillier che ruppe tutti i lacci e cordami. Usciti di là alloggiarono pel resto della notte in una capanna pressa Coudray, dove furono riconfortati dalle parole d’uno di loro, chiamato Lasdaller, il quale dimostrò come quella avventura fosse stata predetta da David nel salmo che dice:< Cum excurgerent nomine in nos, forte vivos deglutissent nos, cioè quando fummo mangiati in insalata conditi sol sale, cum irasceretur furor eorum in nos, forsitan aqua absorbuisset nos,cioè quando bevve la gran sorsata; torrentem pertransivit anima nostra; cioè quando passarono il gran canale; forsitan pertransisset anima nostra aquam intolerabilem, cioè della sua urina colla quale ci aveva tagliata la strada. Benedictus Dominus, qui non dedit nos in captione denti bus eorum. Anima nostra sicut passer erepta est de laquei venantium, cioè quando cademmo nella buca; laqueus contritus est cioè da Fournillier, et nos liberati sumus. A djutorium nostrum etc.>
Capitolo XLV Come qualmente il monaco condusse i pellegrini e le buone parole che disse loro Grangola
« Durante il banchetto, frà Giovanni si rivolge ai pellegrini: "E i monaci, come se la passano? Corpo di Dio! Certo stan facendo la festa alle vostre donne, mentre voi ve ne andate pel mondo a fare i pellegrini!"
"Ché, ché" disse Gambastanca "della mia io non ho paura, perché chi la vedrà di giorno certo non si romperà il collo per andarla a trovare di notte"
"No, caro, sbagli la briscola ribatté frà Giovanni. "Potrebb'essere più brutta di Proserpina, ma avrà sempre, perdio, la sua ripassata, finché ci sono dei frati nei dintorni: com'è vero che un buon artigiano sa mettere in opera tutto quel che gli viene alle mani. Che mi venisse la peste se non è vero che le troverete tutte gravide quando tornate a casa: perché dovete sapere che anche soltanto l'ombra del campanile di una abbazia è feconda." »
Scrittore francese noto per i suoi cinque libri che raccontano le imprese fantasiose del gigante Gargantua ed il figlio Pantagruel.
Fin da giovane riceve una educazione teologica , nel 15290 è frate francescano. Diventa poi benedettino perché trova la regola di San francesco troppo dura, ma ancora nel 1528 abbandona l'abito per frequentare l'università. Va a Parigi dove comincia gli studi di medicina e avrà due figli nati dalla relazione con una vedova.
Lo stile di Rabelais è ricco ed originale ma soprattutto tende ad una dissacrazione del nuovo uomo del rinascimento.
libroI
Capitolo XXXVIII Come qualmente Gargantua mangiò sei pellegrini in insalata
L’argomento richiede che raccontiamo ciò che occorse a sei pellegrini i quale venivano da San Sebastiano presso Nantes e, per paura dei nemici,s’erano nascosti per passarvi la notte , sopra uno strato di gambi di piselli, tra i cavoli e le lattughe dell’orto. Gagantua sentendosi un po’ di riscaldo domandò se gli si poteva trovare delle lattughe per fargli un’insalata.
E sentendo che ve n’erano e le più belle e grandi del paese, ché erano vaste come alberi di prugne e di noci, volle andare a coglierne lui stesso e ne prese una manata, con dentro sei pellegrini, i quali avevano si gran paura da non osar né parlare e nemmeno tossire.
Mentre dunque risciacquava dapprima la lattuga alla fontana, i pellegrini dicevano a voce bassa tra loro: < che fare? Finiremo per annegare dentro queste lattughe, dobbiamo parlare. Ma se parliamo ci ammazzerà come spie.> e mentre così ragionavano, Gargantua li mise colle lattughe dentro una terrina della csa, grande come la botte di Cisteax e, conditi con olio aceto e sale, li mangiava per rinfrescarsi prima di cena, e aveva già ingoiato cinque pellegrini; il sesto rimaneva nel piatto nascosto sotto una foglia meno il suo bordone che spuntava al di sopra. Vedendolo Grandola disse a Gargantua:
- Ma pare ci sia un corno di lumaca, non lo mangiate.
- Perché disse Gargantua – per tutto il mese le lumache sono buone .
E tirando il bordone con attaccato il pellegrino se lo mangiò egregiamente. Poi ci bevve su una tremenda sorsata di vino pinello aspettando che preparassero la cena. I pellegrini così ingoiati scansarono il meglio che poterono la mole dei suoi denti, e pensavano che egli li avesse messi in qualche prpfonda fossa di prigione; e quando Gargantua bevve la gran sorsata cedettero di annegare nella sua bocca, e il torrente del vino li travolse fin quasi nell’abisso del suo stomaco; tuttavia saltando con i loro bordoni come fanno i miche lotti poterono ricoverarsi alle falde dei denti. Ma, per disgrazia, uno di essi scandagliando il terreno col bastone, per accertarsi se fossero al sicuro, urtò rudemente nell’apertura d’un dente cariato e colpì il nervo della mandibola, onde Gargantua provò un acuto dolore e si diede a gridare dallo spasimo. Per alleviare il male fece portare il suo stuzzicadenti e uscito verso il noce groliero, snidò i signori pellegrini afferando l’uno per le gambe, l’altro per le spalle, l’altro per laa bisaccia, l’altro per la borsa, l’altro per la sciarpa. Il povero disgraziato che l’aveva colpito con il bordone, lo uncinò per la braghetta; tuttavia fu gran fortuna per lui poiché gli spacco un gran bubbone inguinale che lo martirizzava fin da quando erano passati per Ancenys. I pellegrini così snidati scapparono di bel trotto attraverso un vigneto e il dolore si calmò. In quel momento Eudemone lo chiamò per cenare poiché tutto era pronto.
Lasciatemi prima- disse – pisciare il mio dolore.
E pisciò così copiosamente che l’urina tagliò la strada ai pellegrini che furono costretti a varcare il gran canale. Passando di là presso il margine del bosco in piena marcia caddero tutti, meno Fournillier, in un gran trabocchetto scavato per prendere i lupi nella rete: dal quale si liberarono grazie all’industria del detto Fournillier che ruppe tutti i lacci e cordami. Usciti di là alloggiarono pel resto della notte in una capanna pressa Coudray, dove furono riconfortati dalle parole d’uno di loro, chiamato Lasdaller, il quale dimostrò come quella avventura fosse stata predetta da David nel salmo che dice:< Cum excurgerent nomine in nos, forte vivos deglutissent nos, cioè quando fummo mangiati in insalata conditi sol sale, cum irasceretur furor eorum in nos, forsitan aqua absorbuisset nos,cioè quando bevve la gran sorsata; torrentem pertransivit anima nostra; cioè quando passarono il gran canale; forsitan pertransisset anima nostra aquam intolerabilem, cioè della sua urina colla quale ci aveva tagliata la strada. Benedictus Dominus, qui non dedit nos in captione denti bus eorum. Anima nostra sicut passer erepta est de laquei venantium, cioè quando cademmo nella buca; laqueus contritus est cioè da Fournillier, et nos liberati sumus. A djutorium nostrum etc.>
Capitolo XLV Come qualmente il monaco condusse i pellegrini e le buone parole che disse loro Grangola
« Durante il banchetto, frà Giovanni si rivolge ai pellegrini: "E i monaci, come se la passano? Corpo di Dio! Certo stan facendo la festa alle vostre donne, mentre voi ve ne andate pel mondo a fare i pellegrini!"
"Ché, ché" disse Gambastanca "della mia io non ho paura, perché chi la vedrà di giorno certo non si romperà il collo per andarla a trovare di notte"
"No, caro, sbagli la briscola ribatté frà Giovanni. "Potrebb'essere più brutta di Proserpina, ma avrà sempre, perdio, la sua ripassata, finché ci sono dei frati nei dintorni: com'è vero che un buon artigiano sa mettere in opera tutto quel che gli viene alle mani. Che mi venisse la peste se non è vero che le troverete tutte gravide quando tornate a casa: perché dovete sapere che anche soltanto l'ombra del campanile di una abbazia è feconda." »